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Trento Calcio, Giacca: “Parlato resterà nel mio cuore, ora però guardiamo avanti”

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Il Trento si appresta ad affrontare le ultime 4 partite – saranno 4 in caso di salvezza diretta – del suo primo anno nel ritorno tra i professionisti. La squadre del neo tecnico Lorenzo D’Anna, infatti, è atteso adesso da due scontri diretti. Il primo sarà questo sabato, alle 17.30, contro la Pro Sesto mentre il prossimo è quello fissato per settimana prossima sul campo del Seregno.

A chiudere il campionato saranno poi le due gare contro Juventus U23 e Albinoleffe. I gialloblù, dopo un ottimo girone d’andata, si ritrovano invischiati nella lotta salvezza occupando al momento il quintultimo posto in coabitazione con la Pergolettese, avanti però negli scontri diretti.

In vista del doppio delicato appuntamento abbiamo sentito il Presidente del Trento Mauro Giacca:

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Buongiorno Presidente. Innanzitutto direi di partire dall’attualità: quanto è stato difficile doversi separare dopo due anni da Carmine Parlato?

“Per prima cosa ci tengo davvero a ringraziare Carmine Parlato, sottolineando come resterà – così come il mio primo allenatore Filippo Moratti – nella storia del mio cuore, ci ha permesso di ottenere la promozione in Serie C nell’anno del centenario del club. Purtroppo, nel mondo del calcio, bisogna andare oltre il cuore e, dopo un po’, bisogna fare delle scelte. Se le cose vanno male non puoi cambiare 20 giocatori ma per dare la scossa devi provare anche a cambiare allenatore. Spero che adesso la squadra torni ad andare al massimo per portare a casa una stagione che, comunque, fino a qualche giornata fa era assolutamente positiva. Ora dobbiamo dare tutto per concludere al meglio”.

L’inizio del Trento in Serie C è stato decisamente positivo, dopo l’ultima vittoria del 2021 con il Piacenza eravate in zona playoff. Come si spiega il calo del 2022?

“Sicuramente ha inciso il fatto di essere una matricola. All’inizio magari eravamo più sul pezzo e le altre squadre ci sottovalutavano, ci prendevano alla leggere e con l’adrenalina riuscivamo a fare meglio. Nel ritorno questa cosa ci è mancata ma non dimentichiamo che il campionato è molto difficile, con la classifica sempre corta. Siamo comunque vicini ai playoff anche se siamo nella zona calda, in quella dei playout, dalla quale dobbiamo toglierci il più rapidamente possibile. Se oggi guardi la logica non sei né fuori dai playoff e nemmeno retrocesso, noi dobbiamo sempre guardare in avanti ed essere costruttivi. Per questo dico che una squadra non è formata solo dai giocatori, ma da un gruppo esterno, anche dai tifosi che hanno sempre incitato e cantato durante tutto l’anno, quindi un bravo va ovviamente a loro”.

Dopo la partita contro la Virtus Verona (terminata 1-1) è stato protagonista di uno sfogo durante la quale se l’è presa con i media. Vuole spiegare meglio quali erano le sue intenzioni?

“La mia intenzione era semplice e lo ribadisco. Mauro Giacca lavora da 8 anni con e per questa società e tutti sappiamo che lo faccio e lo facciamo per la gioia e la felicità della gente. Trento deve essere felicità. Quando una persona non guadagna ma è felice di mettere a disposizione tutto questo deve anche essere aiutato psicologicamente. I media facendo il loro lavoro guadagnano ovviamente e quando un Presidente come me prova a richiamare l’attenzione in quel modo lo fa per tirare fuori tutto quello che ha al suo interno in un momento difficile. Io sono fiero del lavoro che è stato fatto al Trento e, dietro a questo impegno ci sono tante figure che lavorano. Quella sera (dopo Trento Virtus Verona) me la presi per l’utilizzo di alcune parole sul giornale e dissi “scrivete che avete sbagliato, scrivete quello che dico io” ma invece è stata ripresa solo la seconda parte, mettendomi in cattiva luce da questo aspetto. C’è tanta gente che come me che legge il giornale e poi però non può sapere se e quando qualcuno ha sbagliato a scrivere. Quello che voglio dire è che siccome voi siete persone intelligenti – e io rispetto il vostro lavoro – dovete rendervi disponibili a capire che quando “l’artigiano Mauro Giacca” vi richiama in quel modo, non lo fa per perdere tempo, ma lo fa perché ci tiene. Se non ci tenessi non vi parlerei nemmeno, ma invece la questione mi sta a cuore e mi piacerebbe invitare ancora una volta a fare gruppo tutti insieme, come succede in altri ambiti del nostro territorio. Bisogna essere costruttivi anche in momenti negativi. Abbandoniamo la mentalità del passato dove tutto andava male. In questi anni ci sono state difficoltà sul campo ma siamo stati bravi a ricostruire e fare grandi cose tutti insieme. Io credo che anche voi facciate parte della squadra. Tengo anche a precisare che non ho mai offeso nessuno e non me la sono presa con nessuna testata in particolare, mi sono sempre rivolto a tutti quanti”.

Torniamo al campo Presidente. La scelta di D’Anna è stata definita condivisa da tutti. Cosa si aspetta dal suo arrivo?

“Le decisioni prese sono state fatte ovviamente per il bene della società e dei ragazzi, che devono mettersi in gioco. Eravamo a un punto in cui magari tanti non si vedevano più dentro perché come è giusto che sia ogni mister ha le sue idee e fa le sue scelte. Credo quindi che la possibilità di rimettersi in gioco sia una grande occasione e in queste 4 giornate tutti possono dimostrare qualcosa e possono realizzare un qualcosa di importante. Alla fine parliamo di giocatori per la quale il calcio non è un semplice gioco, è un lavoro. In queste partite devono guadagnarsi il posto e con la propria forza dare tutto quello che hanno. Abbiamo optato per Lorenzo D’Anna perché è una persona con un carattere duro, forte e rigido. Lo conosco e in tanti me lo hanno consigliato e mi hanno parlato bene di lui, sa caricare i ragazzi essendo stato un grande capitano del Chievo per molto tempo. Quando ha allenato la prima squadra del Chievo ha fatto 3 vittorie su 3 e ha salvato la squadra in Serie A, chissà che anche qui a Trento riesca a fare 4 su 4 e portarci alla salvezza”.

Si dice che 4 giornate siano poche e che per un allenatore sia difficile arrivare così in corsa. Cosa ne pensa?

“Intanto potrebbero essere 4, come 6, 8, 10 o 12. Dipende se vai ai playout o se vai ai playoff, ma siccome dobbiamo tenere i piedi per terra non aggiungo altro. Ovviamente non lo abbiamo chiamato domenica mattina per chiedergli di venire e lui ha accettato, siamo una società seria e ci siamo anche dovuti preparare visto il periodo di difficoltà che stavamo attraversando. Abbiamo visto se c’era la possibilità di aggiustare le cose e siamo stati seri da questo punto di vista ad andare il più lunghi possibile ma quando succede come sabato che dopo 5-6 minuti subisce 2 gol capisci che forse il motore è ormai spento e se è così c’è evidente necessità di dare una scossa. Bisogna essere corretti e prendere le decisioni giuste per la società. Eravamo quindi già pronti nel caso fosse andata male sabato e così è successo”.

Le metto sul tavole due ipotesi, partendo ovviamente da quella positiva: il Trento si salva, l’anno prossimo…?

“L’obiettivo è ovviamente quello di costruire quei tasselli che ci mancano e di sostituire quelli che sono da cambiare, come normale che sia. La società è sempre stata compatta durante la stagione, così come lo è stata nella scelta del nuovo allenatore. Siamo convinti che il Trento sia una società solida, seria e forte. Le sinergie ci sostengono sempre, sanno la nostra mentalità e sanno che tutto quello che si raccoglie e a disposizione della società. Quello che vogliamo fare è quindi costruire anno su anno un percorso di crescita per portare gioia al territorio e, come ho sempre detto, avere l’ambizione di fare quello che hanno fatto e stanno facendo i nostri cugini del Sudtirol – a cui auguro la Serie B -. E’ bello per noi avere una squadra come loro che rappresenta la regione. Ci aiutano a tracciare una linea su come costruire una squadra e speriamo un giorno, magari prima di quanto ci hanno messo loro, di eguagliare gli stessi risultati. Ciò su cui noi possiamo contare davvero è l’adrenalina e il tifo dei nostri numerosi sostenitori, che ci aiutano e ci incitano in ogni circostanza”.

L’altro scenario è ovviamente quello negativo: se il Trento dovesse retrocedere in Serie D, cosa si devono aspettare i tifosi gialloblù?

“Questo è un pensiero negativo, a cui io non ci penso nemmeno. Inizierò a pensarci quando sarà arrivato quel famoso giorno in cui sprofonderemo“.

Si ringrazia il Presidente del Trento Calcio Mauro Giacca per la disponibilità e per l’intervista.

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