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Atletica

Monaco, sette azzurri in finale

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Decathlon – Asta – Dester scollina ancora al secondo posto, valicando la vetta dell’asta, una delle più insidiose di questa lunga corsa a tappe, grazie ad una prova, l’ennesima, di forza e carattere. Due volta al di là dell’asticella al terzo tentativo, sia a 4,80 sia a 4,90, avvicinando il primato personale di 4,95 e soprattutto, respingendo gli inseguitori che già pregustavano il sorpasso, il crollo dell’azzurro.

E invece, Dario Dester è ancora al secondo posto, quando restano da affrontare il giavellotto (l’insidia più grande) e i 1500 metri. La classifica però si è notevolmente accorciata: tra il nostro, inchiodato alla seconda piazza, e il sesto posto del norvegese Skotheim, ci sono meno di cento punti.Uibo (5,30 nell’asta) adesso è terzo, e segue Dester a 64 punti di ritardo; ma a sognare la rimonta sono almeno in quattro. Serve l’impresa. O forse, questa lo è già.

Lancio del martello donne – Qualificazione
 – Sara Fantini, ovvero quando le gare durano meno del riscaldamento. Standing ovation per la parmense, che si qualifica al primo lancio con un 73,40 che supera la quota di ammissione diretta (72,50) di novanta centimetri.

Quel tanto che basta per raccogliere la borsa con gli indumenti ed uscire dal campo, alla ricerca di preziose energie in vista della finale di domani sera (ore 21:05). In pedana esecuzione di tranquillità e stabilità tecnica disarmanti. Tutto come nelle migliori previsioni. Meglio della Fantini, nel primo gruppo, fa solo l’azera Hanna Skydan, che coglie lo stagionale con un notevole 74,57.

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400m donne – Semifinali – Alice Mangione si difende come può, ed il suo 52.02 (quindicesimo crono assoluto), pur non bastando per la finale, non è da disprezzare, in quanto peggiore di un solo decimo rispetto alla batteria di ieri. In finale sarà spettacolo, con tre polacche (Kaczmarek guida con 50.40) e tre olandesi (attenzione alla Bol, alla prima delle sue numerose fatiche).

400m uomini – Semifinali – Bocciati gli azzurri Davide Re ed Edoardo Scotti, bravi (soprattutto Re) ieri in batteria, ma purtroppo lontani oggi da quanto fatto nel primo round. La prova di Edo Scotti, impegnato nella seconda semifinale, è abbastanza incolore. In ritardo fin dal via, accumula un gap sempre più netto, fino al conclusivo 46.49 (settimo posto).

Più vibrante, almeno nella prima parte, la corsa di Re, scivolato però nelle retrovie sulla retta finale, in quello che era il punto di forza della sua gara (quinto posto in 46.02, il belga Dylan Borlee è secondo, qualificato, con un abbordabile 45.67). Complessivamente gli italiani sono diciassettesimo e ventunesimo, posizioni che non rendono merito al loro valore, ma che sono inappellabili.

3000m siepi – Batterie – Adesso è chiaro. Via il velo, c’è poco da nascondere. Gli azzurri Ahmed Abdelwahed e Osama Zoghlami, primo e secondo nelle graduatorie continentali 2022, sono tra i favoriti nella caccia al titolo europeo dei 3000 siepi. Con loro, al via ci sarà anche il gemello di Osama, Ala Zoghlami, che completa un magnifico tris di maglie italiane in quella che sarà, venerdì sera alle 21, una gara che si preannuncia di grande impatto emotivo.

Batterie che non lasciano spazio a nessun dubbio. Quella di Osama Zoghlami, nella prima, è una chiara prova di superiorità. A due giri e mezzo dal traguardo, il palermitano scegli di salutare la compagnia, e si invola verso il traguardo. Scava un solco che aumenta via via con il passare dei minuti, e permane fino al traguardo (8:30.67). Ala Zoghlami, il gemello di Osama, non riesce ad accodarsi al fratello nel momento del break, e finisce sesto – primo degli esclusi dal passaggio diretto – nella volata finale (8:32.81, decimo crono del round). Ma sarà poi (giustamente) premiato da ripescaggio. Nella seconda batteria, il romano Ahmed Abdelwahed resta sornione nel gruppo per buona parte della corsa, e quando, a tre giri dal traguardo, il britannico Phil Norman lancia l’azione, si accoda con estrema facilità, contribuendo a creare il plotoncino dei qualificati. Sul rettilineo conclusivo, scambio di saluti con il norvegese Boutera, e vittoria in 8:30.92.

“Sì, si può sognare, possiamo essere protagonisti – racconta Abdelwahed – oggi con il passare dei giri mi sono sentito sempre meglio, senza tensioni. La sto vivendo benissimo, non ricevo pressione dal fatto di essere indicato come favorito, voglio solo divertirmi in pista e dare il massimo”. “Ho deciso di fare quel cambio perché la testa della gara si stava facendo affollata e c’era il rischio di cadere – le parole di Osama Zoghlami – ma nessuno mi ha seguito, segno che sanno chi sono, quel che valgo. Finalmente una finale, dopo le delusioni degli anni passati. Sento di valere una medaglia, ma so anche che nulla è scontato, lotterò con tutto me stesso per riuscire a prendermela”. “Ho corso male, non merito la finale – la dura autocritica di Ala Zoghlami – perché so quanto valgo, conosco i sacrifici che ho fatto. Ora mi butterò nella mischia per dimostrare di meritare di più”.

Decathlon – Disco – Ci voleva uno scatto d’orgoglio, il segno che arrivano i progressi anche là dove si sono sempre vissute difficoltà. E così è stato. Dario Dester si supera nel disco, aggiungendo quasi un metro e mezzo al suo personale. Il 43.04 dell’ultima prova all’Olympiastadion (serie: 40,95, nullo, 43,04) è superiore di un metro e trentanove al 41,65 del precedente limite, e, soprattutto, consolida il secondo posto del cremonese nella gara europea.

Un piazzamento fantastico, che fa strabuzzare gli occhi agli appassionati d’atletica, con quel tricolore nelle primissime posizioni della graduatoria che suona meravigliosamente “strano”. Dopo sette gare al comando c’è sempre lo svizzero Ehammer (6230 punti, ma solo 34,92 nel disco, la sua bestia nera), davanti all’azzurro, distanziato adesso di 258 lunghezze (5972). Seguono il tedesco Kazmirek e il norvegese Skotheim, appaiati a 5847, cioè a 125 punti di ritardo da Dester. Arrivano adesso le ultime tre gare, una sorta di Tre cime di Lavaredo, facendo un paragone ciclistico, per Dester. Asta, giavellotto, 1500 metri. C’è un sogno da costruire.

Lungo donne – qualificazione – Un salto e via, con la sicurezza delle protagoniste. Bravissima Larissa. La fiorentina strappa applausi per una qualificazione superata fin dal primo salto, grazie ad un notevole 6,63 (-1.1) ottenuto in apertura del turno. La misura non vale la Q maiuscola della qualificazione diretta (6,75) ma basta per collocarsi dalle parti delle migliori, al quarto posto assoluto. Il salto della Iapichino si racconta in poche parole. Lo stacco è eccellente, a distanza praticamente perfetta dal limite (un centimetro e mezzo di margine) e l’esecuzione buona in ogni sua parte, fino al 6,63 conclusivo. Il vento contrario non condiziona l’azzurra, che evita – giustamente – di tornare in pedana per i due salti successivi, risparmiando preziose energie (anche mentali) in vista della finale. In testa, come ampiamente prevedibile, Malaika Mihambo, il cui 6,99 (-0.6) fa felice il pubblico dell’Olympiastadion.

Dietro la tedesca, l’ucraina Bekh-Romanchuk (6,87), e poi le serbe Gardasevic (personale portato a 6,83) e Vuleta (6,67) a precedere l’azzurra. Segue un folto gruppo di avversarie di primo piano (la britannica Sawyers, la svedese a seguire distanziate di pochi centimetri, a certificare l’equilibrio annunciato alla vigilia. Appuntamento per tutte in finale, giovedì alle 20:58. “Sono felice – le parole dell’azzurra – anche perché in realtà non è stato un bel salto. Dopo Eugene, dove avevo chiuso con un po’ di amatro in bocca, sono tornata a sentire quell’ansia positiva, quella voglia di fare, che mi porta ad esprimermi al meglio. Obiettivo? Dare il meglio di me”.

1500 metri donne – Batterie – Due delle tre azzurre dei 1500 portano il tricolore nella finale europea. Sono Gaia Sabbatini e Ludovica Cavalli, brave a piazzarsi nelle rispettive batterie e guadagnare l’accesso al turno per le medaglie. La Sabbatini, in seconda batteria, pur impigliata nei sempre pericolosi passaggi per linee interne delle gare tattiche, libera il motore nella retta d’arrivo , piazzandosi sesta in 4:04.19, secondo crono di ripescaggio (successo per la polacca Sofia Ennaoui, miglior tempo del round con 4:02.79). La Cavalli, al contrario, passa con la Q maiuscola nella prima batteria, scegliendo in ogni momento della corsa il punto migliore per piazzarsi. L’emblema della sua bella prova è lo sprint (tale è stato) dai 1200 ai 1300 metri, sul rettilineo opposto, per evitare un sorpasso che le avrebbe precluso ogni possibilità di uscita sul rettilineo conclusivo.

Vinta quella parte, Cavalli si accoda agevolmente alla battistrada, la pluridecorata britannica Laura Muir, concludendo in un buon 4:06.59, non lontano dal personale di 4:05.79. Eliminata Federica Del Buono, nona nella prima batteria in 4:08.14 (ventesimo tempo assoluto): per lei, fatale la distanza dalla testa della corsa alla campana dell’utlimo giro. Finale in programma venerdì sera, alle 20:45. “Sapevo che correre dietro la Muir mi avrebbe portato in finale – racconta la Cavalli – e così è stato, è un sogno che si avvera. Se penso che lo scorso anno faticavo per passare il turno tra le Under 23, ora sto toccando il cielo con un dito”. “Volevo arrivare tra le prime quattro – le parole della Sabbatini – ma poi ho capito che si sarebbe passati con 4:05, e mi sono accontentata di tenere la posizione. Stanca per la tensione nervosa, ma non conta, l’importante era entrare in finale”.

110hs – Batterie – Una promozione e una qualificazione per gli ostacolisti azzurri. Passa Hassane Fofana, secondo in batteria in 13.72 (-0.2), out Lorenzo Simonelli (13.95, +0.6), condizionato da un contatto con l’ultima barriera. Fofana lotta bene, è al comando, sulla stessa linea del tedesco Traber per almeno otto intervalli, e perde alla fine di tre centesimi, ma con margine di sicurezza sul quinto posto per la promozione diretta.

Poco da fare, al contrario, per uno sfortunato Simonelli. Il romano si difende nel gruppo almeno fino all’ottavo ostacolo, ma nelle ultime due frazioni, complice anche un lieve contatto con un avversario, perde il ritmo, abbattendo pesantemente il decimo. Il 13.95 (+0.6) che ne consegue non può bastare per il passaggio del turno, rimasto cinque centesimi più in là, al 13.90 del portoghese De Oliveira. Per Fofana (quarto tempo del round preliminare) la semifinale è in programma domani, alle ore 20:30.

Decathlon – 110hs – Due false partenze, e la conseguente squalifica del tedesco Arthur Abele, mettono in crisi i decathleti della terza batteria, la migliore delle tre in programma, proprio quella con Dario Dester. L’azzurro però è bravo a non perdere la concentrazione e ad agguantare (in particolare nei metri conclusivi, dopo essere stato rallentato da un contatto con la terza barriera) un buon 14.44 (vento nullo). Il quinto posto complessivo nella prova (918 punti) si trasforma in una conferma della seconda piazza nella classifica generale, alle spalle dello svizzero Ehammer, superlativo anche nei 110hs (13.75).

L’elvetico guida con 423 punti di margine sull’italiano (5668 contro 5245), ma Dester conserva un piccolo margine sulla terza piazza (occupata dall’estone Oiglane, 5133, dunque a 112 punti) e soprattutto sul tedesco Klaus, cliente pericolosissimo (è il campione del mondo di Doha), quarto con 5101. Centoquarantaquattro punti di distacco. Il sogno continua, anche se per Dester arrivano adesso le prove più difficili. Quelle che daranno davvero la misura della sua crescita.

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