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Sicurezza in montagna: i consigli di Luca Campagna

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Quest’inverno la neve è arrivata abbondante, era tanto tempo che non si vedeva così copiosa. Una neve perfetta dalla consistenza farinosa ed asciutta che ha coperto valli e montagne come una soffice coperta bianca, rendendo spettacolare il paesaggio invernale specialmente alle quote più alte.

Neve e paesaggio ideale che invoglia a fare escursioni con sci o ciaspole e altre attività sportive che un bel innevamento permette.

In questa stagione dai negozi sportivi giungono notizie che a causa della pandemia con le sue restrizioni, per lo svolgimento del classico sci alpino è stata venduta una gran quantità di attrezzature da scialpinismo, da fondo e ciaspole a persone che generalmente frequentavano i caroselli delle nostre stazioni sciistiche o anche a persone pronte ad avvicinarsi a queste attività sportive.

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La domanda che ci poniamo è la seguente: “Che approccio hanno i neo frequentatori della montagna in una stagione invernale così ricca di neve, che può comportare notevoli rischi se vengono sottovalutate alcune condizioni?”.

Giriamo alcuni quesiti a Luca Campagna alpinista esploratore, autore di un libro, quasi un atlante, ricco di narrazioni e immagini che ben lo rappresentano: “Nella battaglia pensa a me – Azione e pensieri tra le rocce, le sabbie e i ghiacci del mondo”.

Appassionato di viaggi, ha maturato negli anni molte esperienze alpinistiche; dalla Yosemite Valley in California alle quote estreme degli “8000” Himalayani in Tibet, Pakinstan e Nepal senza mai fare uso dell’ossigeno supplementare, nonché alcune attraversate artiche con gli sci.

Quale differenze ci sono tra scialpinisti e ciaspolatori?

“Gli scialpinisti (non neofiti) normalmente hanno più esperienza dell’ambiente invernale montano quando valutano e scelgono l’itinerario, pericolo valanghe, esposizione pendii e pericoli oggettivi in generale. Questo perché tanti hanno frequentato corsi di scialpinismo organizzati da SAT/CAI oppure in generale provengono da una frequentazione dell’ambiente montano in modo più graduale e consapevole.

Gli sci d’alpinismo sono sempre stati più performanti sia in salita che naturalmente in discesa, dove la velocità può a volte trarre d’impiccio da situazioni pericolose (sfuggire da una slavina), mentre le ciaspole sono state inventate per muoversi in ambienti più che altro pianeggianti, altopiani o zone al limite del bosco (Alaska, Norvegia, paesi scandinavi o negli avvicinamenti in spedizioni invernali, dove erano utilizzate fin dai tempi remoti).

Infatti anche qui in Trentino inizialmente le ciaspole erano usate per passeggiate sulla neve fresca, poi col tempo impiegate per raggiungere le cime più alte delle nostre Alpi. Chi si avvicina alle vette con le ciaspole ha in mente l’ambiente estivo della montagna, fatto di strade forestali o di sentieri ben segnati e agibili. Quest’anno molto nevoso si rischia di non si riconoscere più il tracciato (es. il sentiero delle gallerie del Pasubio che d’estate è una semplice escursione, invece d’inverno diventa estremamente pericoloso, infatti alcune persone sono precipitate nei dirupi perdendo la via, oppure come avvenuto pochi giorni fa sui monti Sibillini quattro escursionisti sono morti sotto la valanga avendo perso completamente le tracce del sentiero nascosto dal manto nevoso)”.

Allora quali consigli utili per l’escursionista?

“Per chi frequenta la montagna in inverno volendo affrontare certe difficoltà, esistono diverse opzioni: frequentare un corso gestito da SAT/CAI o farsi accompagnare da una guida, oppure per i percorsi più semplici affidarsi ai consigli degli esperti. Comunque dare sempre uno sguardo al bollettino delle valanghe”.

Come mai tra le vittime delle valanghe ci sono tanti esperti alpinisti?
“La voglia di fare un’uscita è tanta, ma la valutazione del rischio da valanga in alcune condizioni non è per nulla semplice, anche per gli esperti. In questo caso la rinuncia è la salvezza, ma non tutti sanno desistere. Ci sono poi itinerari che qualunque siano le condizioni di pericolo valanghe sono accessibili, sicuri e sempre percorribili, quindi quando il rischio è elevato e si hanno dubbi basta limitarsi a questi percorsi senza dover inventarsi grandi imprese o cime, da posticipare in condizioni di maggiore sicurezza”.

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