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Pattinaggio

Pechino 2022 e la polemica su Zhu Yi: essere cinesi va bene solo quando si vince?

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Il paragone che verrà ricordato di queste Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 è sicuramente quello tra due atlete cinesi: Gu Eileen e Zhu Yi.

Ma chi sono queste due giovani atlete?

Gu Eileen (conosciuta anche con il nome di Gu Ailing) è una 18-enne classe 2003 nata negli USA da padre statunitense e madre cinese. Fino a giugno 2019 gareggia per gli USA, poi cambia nazionalità e decide di gareggiare per la Cina. La motivazione? Avrebbe lasciato il segno in una nazione che non ha, almeno per il momento, molti grandi modelli per gli sport invernali.
Ai Giochi Olimpici Giovanili di Losanna 2020 la giovane sciatrice guadagna due ori nel big air e nell’halfpipe, e un argento nello slopestyle. In queste Olimpiadi invernali di Pechino 2022, per la precisione martedì scorso, ha vinto l’oro olimpico nella disciplina del big air.
Modella, atleta, simbolo per la gioventù: i suoi successi sportivi l’hanno portata ad essere osannata sui social e dai media cinesi.

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Zhu Yi (originariamente Beverly Zhu) è una 19-enne del 2002 nata negli USA da genitori cinesi. La sua disciplina è il pattinaggio di figura ed ha gareggiato nel segmento finale in due campionati ISU, piazzandosi 13^ ai Campionati dei Quattro Continenti 2020 e 22^ ai Campionati Mondiali Junior 2020.
Purtroppo, però, queste Olimpiadi per lei non sono andate bene: tra cadute ed errori, questa edizione è stata da dimenticare.

Se mettiamo le due atlete a confronto, abbiamo una Gu Eileen letteralmente osannata dal popolo cinese in quanto vincitrice, e dall’altra una Zhu Yi totalmente massacrata (su Weibo è stata coperta di insulti ed il video in cui cade ha avuto oltre 200 milioni di visualizzazioni).

Eppure, tra le due non c’è molta differenza: entrambe americane, hanno scelto di gareggiare per la Cina (anche se c’è da dire che al momento la Cina permette la doppia nazionalità fino ai 18 anni e Gu Eileen ancora non ha scelto quale prendere mentre Zhu Yi ha scelto da tempo la Cina); entrambe hanno adattato il proprio nome, entrambe parlano mandarino (chi meglio e chi peggio), entrambe hanno passato la vita a fare sacrifici, a combattere e a sudarsi ogni riconoscimento. Entrambe sono atlete, professioniste.

Lo sport è fatto di alti e bassi: a volte si vince, a volte si perde. A volte si fa bene, a volte si cade. Nulla è certo in nessun momento.

Tuttavia, dopo aver assistito a questa tremenda vicenda, una cosa certa in realtà c’è: a quanto pare va bene “essere cinesi” solo quando si vince, quando si eccelle. E chi sbaglia, secondo il giovane popolo cinese, merita insulti e vergogna. Questa mancanza di rispetto è un fatto vergognoso, una macchia che sicuramente verrà ricordata nel tempo. Perché il rispetto per la persona non deve mai mancare: sia che si tratti di un oro olimpico, sia di qualcuno che è arrivato nelle ultime posizioni.

Che dire, ora più che mai è chiaro che, quando si tratta della Cina, le Olimpiadi parlano di sport ma soprattutto di politica.

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