Il Monza si sfila dalla corsa alla promozione in serie A. Nel doppio confronto con il Cittadella (semifinale playoff) la squadra brianzola abdica l’appuntamento con la storia.
La sconfitta esterna (3-0) e la vittoria casalinga (2-0) rappresentano i numeri della delusione. Dopo la brutta prestazione in Veneto i biancorossi sfiorano l’impresa. All’appello manca un solo goal (per il miglior piazzamento nella regular season), che avrebbe consentito l’accesso alla finale contro il Venezia.
Una squadra (neopromossa), costruita per vincere il torneo cadetto, è giunta, invece, al terzo posto dopo 38 partite (alle spalle di Empoli e Salernitana promosse nella massima serie) e costretta a giocarsi l’ultimo posto disponibile attraverso i playoff.
In estate, l’input della dirigenza fissava senza ombre l’obiettivo stagionale, ossia la promozione in Serie A, un’ambizione supportata da una campagna di rafforzamento a suon di milioni di euro.
L’amministratore delegato Adriano Galliani e Silvio Berlusconi hanno allestito una rosa forte e competitiva con l’intento di assaltare la cadetteria.
Cristian Brocchi, tecnico dei biancorossi dall’autunno del 2018 (subentrando alla bandiera monzese Marco Zaffaroni che riportò il club di Monzello in serie C), è finito nell’occhio del ciclone. Per dirla tutta, la scintilla tra il coach milanese e la tifoseria locale (dal palato fine) non è mai scoccata.
Vi sono stati avvenimenti sportivi e fastidiosa ruggine che hanno incrinato il rapporto: nello specifico i supporter “dei bagaj” attribuiscono all’attuale mister la responsabilità della rovinosa sconfitta in finale di Coppa Italia (serie C) di Viterbo (a tempo scaduto) e l’eliminazione dai playoff 2019 contro l’Imolese (per mano dell’attuale tecnico dell’Empoli Alessio Dionisi).
La difficoltà di assemblare, durante questa stagione, una squadra ampiamente rinnovata è l’alibi oggettivo di Cristian Brocchi. L’organico a disposizione, qualitativamente sopra la media della categoria, diventa il discriminante nella valutazione dell’annata sportiva. Il gioco espresso della ciurma, legato alle invenzioni individuali più che da un simposio organizzato, è critica disincantata e in buona parte condivisibile.
Riportiamo le parole di Adriano Galliani nell’intervista pubblicata da Monica Colombo su “Il Corriere della Sera”: “Provo grande amarezza perché per un solo gol abbiamo fallito l’obiettivo. Certo non dico che se avessimo vinto 3-0 saremmo saliti automaticamente in A, poi avremmo dovuto giocarci la finale con il Venezia, però avremmo di certo affrontato la sfida con grande entusiasmo. Resta la soddisfazione di aver procurato al Monza, con il terzo posto solitario nella regular season, il miglior piazzamento della storia del club. Anche nel 1979 la squadra si classificò nella medesima posizione, ma con il Pescara con cui perse poi lo spareggio”.
Infine aggiunge: “ A mezzanotte (dopo il match con il Cittadella) nessuno ha avuto il coraggio di chiamarmi, tranne Mario Balotelli (6 reti in 13 partite). Mi ha chiesto: -Boss come stai? Stai su con il morale-. E’ uno dei pochissimi giocatori che ho avuto in tutti questi anni a darmi del tu”.
Monza, la campagna acquisti milionaria e il sogno infranto.
Emanuele Perego www.emanueleperego.it www.perego1963.it