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Atletica

Losanna: Bruni torna a 4,60, quinto Tamberi

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Per Roberta Bruni (Carabinieri) un altro quarto posto in Diamond League dopo quello di Montecarlo (secondo miglior risultato in Diamond League eguagliato), che le garantisce la qualificazione alle finali di Zurigo. Per la primatista italiana un buon 4,60, che rappresenta la quinta prestazione in carriera.

Inizio incerto (4,35 al secondo tentativo), poi subito centro a 4,50, e la miglior misura di 4,60 al secondo assalto, anche con discreta luce nella fase di valicamento, prima dei tre errori a 4,70. La vittoria va alla slovena Tina Sutej con 4,70, stessa quota dell’australiana Nina Kennedy, terza la fresca campionessa europea Wilma Murto, grazie al 4,60 realizzato al primo tentativo rispetto all’azzurra.

“Esco veramente contenta – le parole di Roberta Bruni – soprattutto per la misura. Ho innalzato la mia media stagionale, era quello che volevo. Ma anche per come ho portato avanti una gara di questo livello, se si pensa che ero terza fino all’ultimo salto, prima di essere superata da chi ha vinto il bronzo mondiale. Questa stagione mi sta regalando tanta gioia e voglio continuare così”.

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Non la miglior serata per Gianmarco Tamberi, alla prima gara dopo il secondo titolo europeo all’aperto conquistato a Monaco. L’anconetano delle Fiamme Oro ha superato 2,15 e 2,20 senza problemi, prima di arenarsi sulla misura di 2,24, con un quinto posto che lo qualifica per le finali di Zurigo, dove lo scorso anno si laureò vincitore del circuito, all’indomani dell’oro olimpico di Tokyo.

E non vola neppure l’altro oro olimpico Mutaz Barshim, che perde dall’irriducibile ucraino Andriy Protsenko per un peccato veniale a 2,20 (2,24 la miglior misura per entrambi). “Mi dispiace non essere riuscito a regalare grandi misure – dichiara Tamberi – anche se in realtà nessuno ce l’ha fatta stasera. Quando si raggiunge un obiettivo importante, come quello del titolo europeo, tornare è sempre complicato ma quell’oro mi dà tanta sicurezza per l’anno che verrà, dopo una stagione così dura.

Contava soprattutto fare abbastanza punti per la finale, e quando ho visto che ero sicuro di entrare ho avuto difficoltà a rimanere bene in gara. Tra pochi giorni ci sarà un momento fondamentale della mia vita, il matrimonio del 1° settembre con Chiara, ma a Zurigo voglio arrivare in un’altra condizione fisica e mentale”.

Poco brillante anche Osama Zoghlami, alla prima uscita dopo il bronzo agli Europei: il siciliano è decimo in 8:25.63 nei 3000 siepi dominati dal marocchino Soufiane El Bakkali (8:02.45), davanti all’etiope Amare (8:12.07) e al keniano Bett (8:12.08).

Per il mezzofondista dell’Aeronautica una gara di retroguardia in una prova condotta a ritmi molto elevati dai pacemaker, con un paio di posizioni guadagnate nell’ultimo chilometro. “Ci ho voluto provare – commenta l’azzurro – anche se dopo il bronzo europeo nei giorni scorsi ho messo insieme pochi allenamenti. Mi sono detto di buttarmi nella mischia, ero lì fino a metà gara.

Non mi aspettavo un tempo così alto, ma in ogni caso la stagione è chiusa al meglio con la medaglia di Monaco”. Settimo Nick Ponzio (Athletic Club 96 Alperia) nel peso, 20,94 al quarto lancio: “Non male, ma avrei voluto fare di più. È una stagione lunga, in cui comunque sono riuscito a cogliere risultati, però ho ancora un po’ di gare e vorrei finirla con qualcosa di speciale”. Davanti si scatena Joe Kovacs (subito al comando con 22,41 e poi 22,65) che infligge una delle rare sconfitte degli ultimi anni a Ryan Crouser (22,05), terzo il neozelandese Jacko Gill (21,70), per una sera migliore del più titolato connazionale Walsh (quinto).

E’ la serata dell’ennesima lezione impartita da Jakob Ingebrigtsen, in un 1500 metri ben lanciato dal pacemaker francese Akbache, e chiuso dall’imprendibile norvegese, due volte doppio oro continentale su 1500 e 5000, con il miglior crono mondiale dell’anno di 3:29.05 (a sette decimi dal suo record europeo), davanti al keniano Abel Kipsang (3:29.93) e all’ottimo australiano Stewart McSweyn (3:30.18).

Un altro protagonista del Mondiale, Noah Lyles, brucia sui 200 metri un ottimo Michael Norman, autore di un gara fantastica nel primo cento, ma raggiunto e superato dal campione del mondo che chiude in 19.56 (+1.3), con Norman vicino al personale (19.76) e il trinidegno Richards terzo in 19.95. Stavolta “solo” 20.13 per il 18enne Erriyon Knighton, sesto. Brilla anche la stella femminile dei campionati d’Europa Femke Bol, al record del meeting (già suo) migliorato di otto centesimi in 52.95.

L’olandese ha piegato la resistenza di chi aveva sparato troppo nei primi 250 metri (Tkachuk e Muhammad), e chiude in bellezza con due damigelle giamaicane a seguire, Janieve Russell in 53.92 e Andrenette Knight in 54.33. E’ record del meeting anche per l’olimpionica dei 100 ostacoli Jasmine Camacho-Quinn (12.34/-0.9), che riscatta la delusione di Eugene precedendo, con gli ultimi venti metri determinanti per il successo, l’iridata e primatista mondiale Tobi Amusan (12.45), e la statunitense Tia Jones, all’ennesimo primato personale di quest’anno (12.47).

Il bi-campione del mondo dei 110 ostacoli Grant Holloway (13.11) perde ancora dal giamaicano Rasheed Broadbell (12.99, primato personale) stavolta nettamente, raggiunto e superato sul traguardo anche dall’argento di Eugene Trey Cunningham (13.10), evidenziando il cliché di diverse recenti esibizioni (Mondiali esclusi). Super start, poi ultimi venti metri in affanno. Per Broadbell seconda miglior prestazione dell’anno eguagliata, terzo nel 2022 a scendere sotto i tredici secondi.

Sorpresa nei 100 femminili, per la sconfitta di Shericka Jackson, battuta dalla statunitense Aleia Hobbs in 10.87 (0.0), un centesimo sulla giamaicana, due sull’ivoriana Marie-Josée Ta Lou (10.89). Squalificata per falsa partenza la bi-campionessa olimpica Elaine Thompson-Herah, forfait dell’ultima ora per Shelly-Ann Fraser-Pryce.

Successo sulla linea d’arrivo della burundiana Francine Niyonsaba nei 3000 in 8:26.80 (primato del meeting), un solo centesimo sulla statunitense Alicia Monson (8:26.81 dopo aver condotto per gran parte della gara e con un eccellente transito di 5:42.30 al secondo chilometro), terza la keniana Beatrice Chebet in 8:27.14. Solo quarta Sifan Hassan (8:28.28), che ha rischiato di cadere inciampando nel cordolo a metà gara. Sette atlete sotto il vecchio record del meeting, sei sotto gli 8:30.

Yulimar Rojas atterra a 15,31 (-0.2) e vince il triplo donne con una misura eccellente, davanti alla giamaicana Shanieka Ricketts (14,64) e alla campionessa d’Europa Maryna Bekh-Romanchuk (14,31). Nella gara maschile Andy Diaz, cubano che si allena in Italia, con 17,67 (-0.6) batte il connazionale e campione del mondo indoor Lazaro Martinez, al personale outdoor con 17,50 (-0.3) e il cubano naturalizzato spagnolo Jordan Diaz, autore di una serie tutta in crescendo fino all’ultimo balzo di 17,44 (0.0).

Giavellotto al campione olimpico Neeraj Chopra, al solito con il miglior lancio al primo turno (89,08), che precede il ceco Vadlejch (85,88) e lo statunitense Thompson (83,72). Senza la superstar Shaunae Miller-Uibo, i 400 vanno alla dominicana argento mondiale Marileidy Paulino (49.87), seconda il bronzo di Eugene Sada Williams (49.94), terza l’altra dominicana Fiordaliza Cofil, al personale in 50.18.

Nelle gare non Diamond League, 47.68 nei 400 ostacoli dello statunitense Khallifah Rosser davanti al francese medagliato europeo Wilfried Happio (48.66), splendido 800 con doppio primato personale della francese argento di Monaco Renelle Lamote in 1:57.84 davanti alla statunitense Allie Wilson (1:58.09) e alla britannica Jemma Reekie (1:59.00), Svizzera-sprint davanti al pubblico di casa con la 4×100 prima al traguardo in 42.95.

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