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Atletica

La Torre carica la squadra: ”In campo con coraggio”

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Colombo/FIDAL

“È un Mondiale complesso”.

Non usa giri di parole, Antonio La Torre. Il DT delle Squadre Nazionali azzurre è cosciente delle difficoltà che hanno contraddistinto la viglia iridata della squadra azzurra.

“Ci siamo arrivati con qualche acciacco di troppo – prosegue, alludendo ai tanti azzurri protagonisti a Tokyo meno di un anno fa, e oggi ai box -.

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Senza mettere le mani avanti, atleti come De Grasse, Gardiner, Warholm, hanno avuto le stesse difficoltà: segno che non è facile passare indenni rispetto al rischio di infortuni, e senza dimenticare che nessuno lo fa mai apposta, a farsi male… A livello generale, tornando a parlare di noi, ciò che mi aspetto da molti dei ragazzi è vedere se le posizioni che hanno raggiunto nel ranking mondiale, alcune molto intriganti, si trasformeranno in risultati in gara”.

Accanto al DT, due degli uomini simbolo dell’atletica azzurra, Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi: “Voglio ringraziarli, perché in virtù di quel che hanno fatto lo scorso anno, avrebbero potuto benissimo prendersi un anno sabbatico. E invece sono qui entrambi, pur con i problemi che hanno caratterizzato il loro percorso.

Sono due condottieri, che mi auguro riescano ad ispirare, con il loro coraggio, la squadra ed i tanti giovani che ne fanno parte: vedremo quindi se la Sabbatini potrà raggiungere la finale dei 1500 metri, o se Dallavalle confermerà tutto ciò che di buono si dice di lui ormai da più parti nel mondo. A livello di numeri, siamo 60, ma avremmo potuto essere 82, considerato quanti hanno maturato il diritto di vestire la maglia azzurra”.

La Torre punta forte su alcuni suoi uomini: “Stano ha la faccia arrabbiata dei giorni migliori, e continua a ripetersi di essere arrivato secondo a Tokyo, quasi a volersi dare stimoli ulteriori nella caccia ad una posizione di rilievo al Mondiale”. Puntare agli Europei di Monaco invece che ai Mondiali di Eugene, non è un atteggiamento provinciale, si chiede dalla platea?

La Torre non ci sta: “Non c’è mai stato un Mondiale ed un Europeo nello stesso anno, e con l’Olimpiade di Tokyo, tre grandi eventi di questa portata in dodici mesi. Se i gemelli Zoghlami, per citare loro, fanno una scelta di questo tipo, io non me la sento di contestare un tecnico esperto come Gaspare Polizzi. Il faro, l’obiettivo finale, resta Parigi 2024 (e l’Europeo di Roma dello stesso anno): chi ha scelto Monaco per me ha fatto una scelta razionale. La Maratona? Gli infortuni ci hanno limitato. In questo caso, direi che non si tratta di scelte”.

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