Il calcio di oggi è in continua evoluzione e così sono anche in costante mutamento i diversi ruoli di chi gravita attorno ad uno degli sport più amati in Italia.
Lo hanno sottolineato nell’incontro “Professione calcio” al Festival dello Sport tre dei protagonisti del calcio tricolore come Giovanni Carnevali, a.d. e direttore generale del Sassuolo, Matteo Pedinotti, capo comunicazione dell’ Inter e Walter Sabatini uno dei più noti direttori tecnici in Italia. Fra i nodi cruciali proprio il rapporto fra i tifosi e i club che va oltre i media tradizionali e si lega alla frenesia comunicativa dei social.
Il giornalista Nino Minoliti della Gazzetta dello Sport ha coinvolto i tre ospiti chiamati ad esplorare ognuno il proprio diverso ruolo nel mondo del calcio di oggi a partire da Giovanni Carnevali, a.d. e direttore generale del Sassuolo. Nelle parole di Carnevali la sua stima per la famiglia Squinzi proprietaria del club emiliano: “Ora il club è nelle mani dei figli di Giorgio Squinzi, scomparso due anni fa, di cui – ha detto Carnevali – voglio sottolineare la lungimiranza e l’amore per la quadra e per la sua città”. Carnevali si trova ad operare in un ambiente ideale: “Al Sassuolo posso lavorare ad un progetto che non si rivolge solo al presente ma guarda anche al futuro e ne getta le basi. Lo stadio Mapei, di proprietà del club, è un punto di partenza fondamentale per il Sassuolo che punta anche al calcio femminile, oggi siamo primi in Seria A, e a quello giovanile”.
Diverso il ruolo di Walter Sabatini che dopo essere stato calciatore e allenatore ha scelto la strada di direttore sportivo che lo ha portato in società come Palermo, Roma e Inter. Proprio al Palermo sono legati i suoi ricordi più belli: “Io e Zamparini – ha confessato Sabatini – eravamo perfetti perché litigavamo sempre ma insieme abbiamo portato il Palermo in finale di Coppa Italia e a sfiorare la zona Champions. Anche se lui mi ha mandato via mi manca molto così come mi manca quella città”. Oggi il ruolo di direttore sportivo non è più centrale come un tempo ma resta comunque importante per le sorti di una società di pallone: “Oltre all’esperienza – ha detto Sabatini – ci vuole anche un pizzico di fortuna nella scelta dei giocatori. Io ho sempre cercato il calciatore in grado di abbagliarmi e molte volte ho azzeccato quelli giusti che poi sono diventati anche dei campioni”.
Matteo Pedinotti, capo comunicazione dell’ Inter, ha tratteggiato i contorni del suo lavoro in un club che ha una dimensione globale: “Il ruolo dell’ufficio stampa di un club è cambiato tantissimo negli ultimi anni – ha evidenziato Pedinotti – oltre che con i media tradizionali, punto di riferimento ancor oggi comunque imprescindibile per chi fa il mio lavoro, ci troviamo a confrontarci con i social media sui quali bisogna sempre trovare una forma di comunicazione innovativa e seguire ritmi vorticosi per restare al passo con i tempi e rivolgersi soprattutto ai giovani” Quei giovani che come ha sottolineato Giovanni Carnevali: “Oggi possono trovare occasioni nelle società di calcio perché rispetto al passato ci sono molti più ruoli da ricoprire e più specializzazioni all’interno della macchina di un club. Quello che resta, invece, immutato rispetto al passato, deve essere la passione e l’entusiasmo per il mondo del pallone”.