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Festival dello Sport: Montano e Dallapè protagonisti in piazza Duomo

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@ Marco Simonini - Archivio Ufficio Stampa PA

“Bolt e i suoi fratelli” è un testo che racconta le storie di un cronista alla ricerca di giovani campioni sportivi ai primi passi.

“Ho visto gareggiare Bolt in Giamaica nel 2002 – racconta Paolo Marabini – ai campionati del mondo di atletica leggera, da giovanissimo. Vinse nei 200 metri con uno splendido record del mondo. 

Rimasi stupefatto per le sue doti, allora non aveva ancora 16 anni. Nel libro racconto i luoghi e le persone, ma anche lo spettacolo di quell’evento. L’anno prima invece incontro Montano e subito ho capito che sarebbe stato un grande campione. Nel 2001 era poco conosciuto, ma in breve tempo tutto cambiò”.

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“La mia vita sportiva non è iniziata prestissimo – sottolinea Aldo Montano – nel 2001 non c’era una grande organizzazione nel nostro mondo. La svolta ci fu con l’arrivo di un nuovo allenatore, che riuscì a darci una grande carica dal 2001 al 2004. Furono vittorie programmate e molto attese. 

Sono bastati pochi mesi e tutto cambiò rapidamente. Con un grande tecnico anche l’atleta migliora nettamente. Oggi il mondo della scherma è cambiato completamente, con la tecnologia che ha aiutato l’arbitro e tutto diventa molto più preciso”.

Montano si racconta tra gli applausi del pubblico, ricordando anche quella vacanza a Cuba interrotta, dopo un evento sportivo, per una nuova convocazione agli Europei. Ma poi non dimentica di citare il presidente della Repubblica Ciampi presente ad una sua gara. 

E molte altre storie, con aneddoti legati anche alle olimpiadi e agli allenamenti molto duri. “In 20 anni di carriera – ribadisce Montano – ho avuto molti alti e bassi e spesso sono ripartito da zero. Mi sono sempre trovato un modo diverso: una volta trasferendomi in Russia, un’altra in Cina. Sono arrivato a 43 anni alla mia ultima olimpiade e vi assicuro che non è stato facile”. 

Marabini nel suo libro, fra le molte storie, racconta anche la grande avventura di un giovanissimo Simone Moro, diventato poi alpinista internazionale. Non mancano poi i racconti di ciclismo e di tanti altri sport. “L’olimpiade – conclude Montano – è un evento unico nella vita e non sempre si riesce ad arrivare pronti per quella gara storica. 

Il talento deve essere coltivato, per questo diventa fondamentale il ruolo dell’allenatore. Ai ragazzi dico di metterci l’anima per raggiungere un obiettivo: volate alto e cercate di sognare sempre in grande”.

L’ultimo libro di Maric, “Se respiro posso”, è un percorso profondo, il racconto della sua vita che sembra racchiuderne molteplici. La laurea in medicina, poi la specializzazione, il master, il dottorato, quindici anni di ricerca identificativa forense e infine la cattedra all’università.

Ma oltre al medico c’è lo sportivo, il campione di apnea con diversi record. Oggi c’è la sua attività di coach, punto di riferimento per i più noti e forti atleti italiani di diverse discipline. “È un libro molto diverso – conferma Mike Maric – volevo dare una svolta alla mia vita. Ho voluto raccontarmi per le mie vicissitudini, ma anche perchè mi chiamo come il re dei quiz in tv, riuscivo anche ad imitarlo. 

In questo lungo racconto, volevo dare un senso di speranza a chi legge, perchè nella mia vita ho superato molti ostacoli. La mia filosofia è: vai a prenderti quello che pensi di meritarti”.

”È proprio vero – aggiunge Francesca Dallapè – noi dobbiamo essere i primi a credere in noi stessi. Il libro di Maric è emozionante. Nella mia carriera sono riuscita a cambiare il mio modo di pensare, quando sono andata a cercare davvero dentro di me. Sono sempre stata emotiva e sbagliavo le competizioni. Così, mi sono avvicinata ad una psicologa sportiva e ho cambiato il mio approccio all’allenamento, alle gare, ma anche il rapporto con le persone vicine. Consiglio davvero ai giovani di fare sport, perchè è un vero allenamento di vita. 

Nutrizione, riposo e respiro sono sempre stati fondamentali nella mia carriera. Nello sport non ci sono scorciatoie. Mi manca molto la fatica dell’allenamento, ma oggi le fatiche sono altre. Lo sportivo vive in una bolla, un mondo parallelo, ma sei tutelato dal tuo gruppo. Quando smetti, arriva la crisi e allora devi in qualche modo reinventarti. Un grazie particolare deve andare sicuramente ai gruppi sportivi, che aiutano molti giovani”.

“Questo libro – spiega infine Maric – arriva proprio quando mio padre scopre una grave malattia. Cadere è normale anche per i campioni, ma poi bisogna riuscire ad auto-motivarsi quando ti trovi solo, quando sei in difficoltà. Nei campioni c’è grande amore per la vita e passione smisurata; per loro, bisogni e sogni fanno spesso rima e poi hanno tanta costanza. Queste sono le caratteristiche dei grandi sportivi. La fatica per me era un piacere, mi sono impegnato molto, studiando e allenandomi. Senza fatica non può esserci successo. Io amo la mentalità degli atleti perchè hanno una grande visione”.

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