Nella storia i giochi con la palla che si sono sviluppati nell’antica Cina, in Grecia, nell’antica Roma, nella Francia medioevale, nell’Italia del Rinascimento sino alla verde Inghilterra non prevedevano la figura neutrale dell’arbitro.
La prima partita internazionale del gioco del calcio riconosciuta dagli organismi, fu tra le rappresentative nazionali di Scozia e Inghilterra giocata nel sobborgo di Glasgow sul tappeto verde di Hamilton Crescent. All’epoca non veniva nominato il Commissario Tecnico e la conduzione era affidata a una delegazione.
Correva il 30 novembre del 1872 e dinnanzi a 4.000 spettatori le squadre si fronteggiarono sotto la guida dell’arbitro scozzese William Keay, tesoriere del Queen’s Park, calciatore e stimato dirigente.
Al di là della Manica il calcio era considerato uno sport per gentleman supportato dal rinomato fair-play anglosassone.
Le partite si giocavano nelle “pubblic school” e i capitani delle due squadre conciliavano le regole di base (la durata della contesa, il numero di giocatori, le proporzioni del campo da gioco).
Agli albori del football ogni squadra nominava un uomo di fiducia denominato “umpire”. I rappresentanti dei club sceglievano il designato che doveva dirigere la sfida con imparzialità attenendosi scrupolosamente alle direttive stabilite.
Nei primordiali tornei di Sua Maestà venivano nominati un arbitro e due umpires. Il direttore di gara sedeva in tribuna (o a bordo campo) ma fu presto spedito all’interno del green e segnalava con le grida o un fazzoletto bianco le infrazioni dei giocatori.
In fase successiva gli umpires presidiavano le corsie esterne diventando di fatto i moderni guardalinee.
Lo storico Arthur Swan ritiene che l’inventore del fischietto fu William Harrington Atack, arbitro di rugby della Nuova Zelanda.
Nel 1891 l’International Football Association Board (IFAB) scelse il “referee” o direttore di gara, l’unica figura ammessa sul rettangolo conferendo, nel contempo, il potere decisionale.
La divisa dell’arbitro doveva essere riconoscibile in mezzo ai giocatori. Il singolare abbigliamento muta nel corso degli anni. Immortalati nelle foto d’epoca li vediamo con giacca di velluto, pantaloni alla zuava, camicia bianca e cravatta, talvolta con la coppola o cappello.
In tempi più recenti l’invenzione dei cartellini (gialli e rossi) è riconducibile all’ex arbitro inglese Ken Aston, rappresentante della commissione arbitrale della FIFA e prende ispirazione dai colori del semaforo stradale per segnalare la gravità delle azioni.
La novità disciplinare con i risvolti cromatici fu introdotta per il Campionato del Mondo del 1970 disputato in Messico.
Arbitri e calcio: debutto della “giacchetta nera”, la storia, il fischietto e cartellini.
Foto (fonte): National Football Museum www.nationalfootballmuseum.com
Emanuele Perego www.emanueleperego.it www.perego1963.it