Tita ha presentato alcune delle sue imbarcazioni più importanti, come la sua “49er” con cui ha gareggiato alle Olimpiadi di Rio nel 2016, una barca con la particolarità di non stare in piedi nell’acqua senza un equipaggio che la governa e la “H17” con cui ha vinto le Olimpiadi di Tokyo 2020, un’imbarcazione che richiede una grande sincronizzazione dell’equipaggio per mantenere la barca in volo.
Tita ha accennato anche all’evoluzione della tecnologia a favore della salute e della sicurezza in barca a vela. Lo studio della protezione dell’atleta è uno dei filoni che vengono maggiormente sviluppati dalle nuove tecnologie e da aziende come Dainese, una realtà fondata nel 1972 e che negli anni ha sviluppato molta innovazione partendo dal mondo moto, ma evolvendosi nel tempo in altre discipline come lo sci, la mtb, l’equitazione e la vela, con soluzioni protettive pensate per la Coppa America.
Dainese si ispira da sempre alla natura, prendendo spunto dalle sue forme e dalla conformazione di alcuni animali che si auto proteggono.
Marco Pastore, direttore responsabile Racing Dainese, ha spiegato come lo sviluppo di tutte le tecnologie portate sul mercato da Dainese siano partite dai piloti e ha presentato alcuni degli strumenti di protezione e la loro evoluzione negli anni, fino allo sviluppo di concept per il futuro in ambito di sicurezza.
L’esperienza di Ruggero Tita è stata ripresa da Paolo Gregori, direttore ProM Facility, che ha illustrato la collaborazione del centro prototipi di Trentino Sviluppo nella progettazione di alcune componenti montate sulle imbarcazioni di Tita.
L’attività di ProM è basata sulla prototipazione, la progettazione in modo integrato tra meccanica, meccatronica e software. Ciro Malacarne dell’Area Tecnica ha illustrato alcuni casi applicativi che hanno a che fare con la medicina, lo sport e il corpo umano come “macchina meccatronica”.
A questo proposito, Andrea Zignoli dell’Università di Trento ha presentato la progettazione e la produzione di un modello anatomico realistico di un ginocchio umano per la ricerca in biomeccanica.