Da Harvard a Trento, passando per la Finlandia e per le due tappe italiane di Cremona e Fortitudo Bologna: Wesley Saunders è pronto a recitare un ruolo da protagonista in campo e fuori. L’esterno classe ’93, che con il nostro Paese ha un legame inscindibile e che ormai non è lontano da riuscire a in italiano, darà un contributo importante alla causa con la sua versatilità e la sua intensità su ogni centimetro di campo.
LUIGI LONGHI (Presidente DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): “Domenica iniziamo il campionato, e lo facciamo affrontando subito i campioni d’Italia in carica in quella che sarà una bella battaglia sportiva. La Virtus si è rinforzata sotto tutti i punti di vista ed è guidata in panchina da un allenatore del massimo livello europeo se non mondiale. Abbiamo bisogno anche del calore e della vicinanza del nostro pubblico, alla BLM Group Arena torneremo a vivere, in un ambiente che garantisce la massima sicurezza, il divertimento e le emozioni della grande pallacanestro. Per quanto riguarda Wes, che presentiamo oggi alla stampa, credo ci sia poco da aggiungere a quello che ci ha fatto vedere da avversario in Italia in questi anni: è un ragazzo su cui facciamo grande affidamento e che porta esperienza e leadership ad un gruppo molto giovane”.
WESLEY SAUNDERS (Guardia DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): “Trento per me è una città e un contesto familiare, che ho conosciuto già nei miei primissimi anni in Italia: qui ho giocato la mia prima partita ufficiale con Cremona, e nei due anni alla Vanoli siamo sempre venuti in ritiro sulle montagne trentine. Queste prime settimane dal mio punto di vista sono state molto belle, è sempre interessante scoprire persone nuove ed inserirsi in un nuovo gruppo di lavoro: in squadra andiamo tutti molto d’accordo, c’è una bella atmosfera, e stiamo lavorando molto duramente. La Supercoppa? Per noi è stata soprattutto un’opportunità per giocare assieme e continuare a conoscerci e scoprirci, al completo avevamo lavorato troppo poco per fare un bilancio di quelle primissime partite ufficiali. Harvard? I quattro anni che ho passato studiando e giocando a basket lì sono stati speciali, un’esperienza che mi ha formato tantissimo come uomo e come atleta: ero lontano da casa, io sono di Los Angeles mentre Harvard è a Boston, anche fuori dalle aule universitarie ho imparato tantissimo e scoperto nuove cose e nuove persone. E poi mi sono laureato in sociologia, una materia che mi ha molto aiutato nella mia carriera da giocatore di basket, nello saper fare parte di un gruppo e conoscerne le dinamiche”.