La Coppa del Mondo tra le sue mani, protese verso il cielo. Lassù in alto, a librarsi verso l’infinito insieme a un sogno che si confonde con la realtà e diventa magìa. C’è l’essenza del trionfo in quel momento di catarsi collettiva che vale ancora un brivido d’orgoglio. Una gestualità speciale nella sua emozionante semplicità, un attimo rubato all’eternità che vive per sempre nel cuore degli italiani. Diapositiva inconfondibile datata 11 luglio 1982, stadio Santiago Bernabeu: Italia campione del Mondo, e lui, capitan Zoff, che alza al cielo il trofeo che incorona la Nazionale di calcio sul trono iridato.
È l’apice della carriera del Dino Nazionale, il successo che sublima una carriera da Mito, suggellando successi in serie e un percorso da numero uno, proprio come quello indossato in campo per anni, cifra impegnativa ma coerente con lo spessore del calciatore e dell’uomo, l’eloquente marchio di fabbrica del leader: umile, silenzioso e decisivo.
Zoff celebra oggi un grande traguardo di vita, festeggiando 80 anni. È stato giocatore, allenatore e Presidente, ha giocato a pallone e onorato il calcio, facendone la sua vita. Lo ha permeato dei valori con cui è cresciuto, lontano dai clamori, il pragmatismo come metro di riferimento e la forza di volontà come stella polare.
Il suo cammino è iniziato a Udine nel 1961, quando difendendo la porta bianconera, fece il suo esordio in Serie A. Due anni dopo passò al Mantova, nel 1967 si trasferì al Napoli, difendendo la porta della squadra partenopea per 143 incontri, prima di essere ceduto alla Juventus. In bianconero 11 stagioni, dal ’72 all’83, senza saltare neanche una delle 330 gare di campionato, con un palmares da brividi: 6 scudetti, 2 Coppe Italia, una Coppa delle Coppe e una Coppa UEFA, diventando anche un punto fermo della Nazionale.
In maglia Azzurra ha giocato 112 gare, vincendo l’Europeo del 1968 e, da capitano, il Mondiale del 1982, stabilendo il primato di presenze. Complessivamente ha disputato più di 800 gare in carriera, di cui 476 con la maglia della Juventus.
La sua seconda vita calcistica, da allenatore, lo ha visto qualificare – nel 1988 – la selezione olimpica ai Giochi di Seul 1988 prima di guidare Juventus (1988-90), Lazio (1990-94, 1996-97, 2001) e Fiorentina (2005). Dal 1998 al 2000 è stato commissario tecnico della Nazionale italiana, conquistando il secondo posto agli Europei del 2000 in Belgio e Olanda. Dal 1994 al 1998 ha ricoperto anche la carica di Presidente della Lazio.
Zoff è l’unico giocatore italiano ad aver ottenuto sia il titolo di campione europeo, proprio nel 1968, e sia, da capitano, quello di campione del mondo. Detentore del record mondiale d’imbattibilità per squadre nazionali, non avendo subito reti consecutivamente per 1.142 minuti, è il primo giocatore azzurro ad aver superato la soglia delle 100 presenze, raggiungendo al termine della sua avventura quota 112 partite. Nel 2017, insieme ai suoi compagni ‘Mondiali’, è stato insignito del Collare d’Oro al Merito Sportivo, la massima onorificenza agonistica, il suggello
Tanti record, molta gloria, un solo paradigma: la passione per un mondo diventato il suo inconfondile tratto distintivo. Tanti auguri, Dino.