Il pesista azzurro Nick Ponzio è nono nella finale dei Mondiali di Eugene con 20,81. Eliminata nella semifinale dei 100 l’altra italiana in gara oggi, Zaynab Dosso (11.28, +0.4).
Tripletta USA nel peso (Crouser 22,94), tripletta Giamaica nei 100 (oro Fraser-Pryce, 10.67, +0.8), doppietta USA nei 110hs (Holloway 13.03, +1.2).
Domani sera (per l’Italia, nella notte tra lunedì e martedì, alle 2.45) la finale dell’alto uomini con Gianmarco Tamberi, quella dei 3000 siepi con Ahmed Abdelwahed, e gli esordi di Filippo Tortu, Fausto Desalu e Dalia Kaddari nei 200 metri, e Daisy Osakue nel lancio del disco.
Peso uomini – Finale – Un centimetro nega a Nick Ponzio la piccola gioia dell’accesso tra i primi otto nel contesto di una gara stratosferica. Il 20,81 dell’azzurro, risultato, peraltro, inferiore al 21,35 ottenuto in qualificazione, viene superato al terzo turno dal 20,82 del neozelandese Jacko Gill.
Ponzio purtroppo non riesce a mettere insieme, in nessuna delle tre prove, tutte le tessere del suo lancio. Piccolo giallo in occasione del terzo tentativo: un contatto con il fermapiede giudicato irregolare porta il giudice ad annullare la prova, ma poi, dopo le proteste, il lancio viene dapprima misurato, poi considerato valido. Il 20,76 che se ne ricava non è comunque sufficiente a rimettere Ponzio in gioco per gli ultimi tre lanci, condannandolo al nono posto finale.
Gli statunitensi portano a casa l’ennesimo successo e la seconda tripletta dei campionati, dopo l’1-2-3 dei 100 metri. Ryan Crouser (22,94) fa suo il titolo iridato, interrompendo la maledizione che lo voleva sempre battuto ai Mondiali, anche se Joe Kovacs, campione a Doha tre anni fa e qui argento (22,89) lo costringe alla rincorsa dopo il sorpasso del quinto turno; il bronzo finisce al collo di Josh Awotunde (22,29).
Tripletta Giamaica nei 100 donne, doppietta (quasi tripletta) USA nei 110hs – Due finali palpitanti in successione sulla pista dell’Hayward Field. Si comincia con gli ostacoli alti, e con lo squadrone USA che perde prima per squalifica (contestata) Devon Allen, con un tempo di reazione di un solo millesimo (!) di secondo inferiore al limite fissato per le false partenze (0.099), e poi piazza l’uno-due con Grant Holloway (13.03, +1.2) e Trey Cunningham (13.08).
Bronzo allo spagnolo Asier Martinez (13.17). Neanche il tempo di pensare, ed arriva il momento della finale dei 100 metri donne. La tripletta è un capo che va di moda quest’anno, e non lo portano solo gli Stati Uniti. La Giamaica se ne impossessa con le sue formidabili velociste: Shelly-Ann Fraser-Pryce mantiene le promesse e vince in 10.67 (+0.8), superando Shericka Jackson (10.73) e la campionessa olimpica di Tokyo Elaine Thompson-Herah (10.81).
La britannica Dina Asher-Smith, pur autrice di un formidabile 10.83, è quarta, fuori dal podio. Per la 35enne Fraser-Pryce, pocket-rocket ormai per chiunque segua l’atletica, è la decima medaglia d’oro mondiale tra individuale e staffetta, il quinto titolo iridato nei 100 metri, in un palmarès nel quale brillano anche gli ori olimpici individuali di Pechino 2008 e Londra 2012.
100 metri donne – semifinale – Zaynab Dosso conclude il suo viaggio mondiale, come ampiamente prevedibile, nelle semifinali iridate. Il suo 11.28 (+0.4), due centesimi in più rispetto al crono della batteria, vale il settimo posto parziale, in una prova letteralmente dominata da Shelly-Ann Fraser-Pryce, prima sul traguardo in 10.93 (con una corsa simile più ad un allungo che ad una semifinale iridata). La Dosso può guardare con fiducia al futuro, anche a quello prossimo, ai Campionati Europei di Monaco, dove andrà a caccia di un posto in finale.