Il debutto della Juve (stagione 2021-2022) allo Stadium è da film horror. Nel salotto torinese i bianconeri perdono (0-1) contro l’Empoli, neopromosso in serie A.
E’ una settimana travagliata, segnata dall’abbandono di Cristiano Ronaldo, che lascia dopo 3 stagioni la Vecchia Signora. La decisione di CR7 di tornare al Manchester United, dopo “un tira e molla” estenuante, è la scelta finale che destabilizza l’ambiente e lo spogliatoio.
-IL CONTESTO
L’errore macroscopico della proprietà è di non essere riuscita a costruire attorno al portoghese una squadra di livello, carente in personalità e qualità. Tralasciando le croniche criticità in mezzo al campo, nelle ultime stagioni la Juve è una squadra piena zeppa di esterni alti, pletora di trequartisti e una sola punta di ruolo (negli anni passati Higuain, oggi Morata). I competitors possiedono in rosa almeno 3 attaccanti, centravanti o seconda punta.
Cristiano Ronaldo, nonostante l’apporto indiscusso in fase realizzativa, non si è calato nella realtà juventina e forse nemmeno nel calcio italiano. Il suo ego, la carriera, la sua grandezza offuscano i giudizi e le apparenze.
Il rapporto tra CR7 e il coach di Livorno non è idilliaco (lo sanno anche i muri degli spogliatoi alla Continassa). Al di là delle incomprensioni tattiche e caratteriali, il solco è evidente nelle dichiarazioni cifrate di Massimiliano Allegri.
La storia della permanenza di Cristiano a Torino meriterebbe un approfondimento, ma oggi “l’ordine del giorno” è la squadra, il club, l’allenatore.
-LA SFIDA
Massimiliano Allegri è tornato. Acclamato nell’arena in veste di “salvatore della patria”, il tecnico toscano strappa un contratto quadriennale e il peso della leadership dopo la cacciata.
Nel match contro la squadra empolese, Max mescola le carte: le spariglia calando sul green una formazione discutibile.
Schierare il brasiliano Danilo in mezzo al campo, considerare l’americano McKennie un giocatore d’attacco e presentare nel mezzo Bentancur, cui sembra pesare la giubba che indossa, sono scelte incomprensibili che lasciano perplessa la tifoseria.
Che un jolly difensivo possa fungere da playmaker (già provato da Andrea Pirlo in condizioni emergenziali) e un centrocampista d’assalto sostituire la destrezza dell’attaccante appaiono esperimenti da partitella in allenamento.
È sembrato un undici sperimentale, da calcio d’agosto, un’amichevole con vista campionato. Nei 90 minuti si vedono errori tattici e tecnici, giocatori imbarazzanti anche sul piano fisico e atletico, una ciuma imprecisa, allungata e sfilacciata.
La squadra di Aurelio Andreazzoli, invece, è ben messa in campo, gioca una gara ordinata, gagliarda e di carattere. In mezzo al campo l’Empoli è padrona senza timori reverenziali. Le ripartenze sono ficcanti, assortite e rigorose. Giù il cappello davanti a questo Empoli.
Lacrime per l’addio di CR7, pioggia di fischi sulla Juve di Allegri.
Emanuele Perego www.emanueleperego.it www.perego1963.it