È vero, mancano ancora due partite alla fine della regular season dell’Aquila Basket ed i Playoff non sono ancora diventati un obbiettivo impossibile da raggiungere. Tuttavia, è arrivato il momento di iniziare a tirare le somme di questa stagione strana e a tratti alienante.
I palazzetti chiusi, inutile negare, hanno fatto perdere al basket quel calore tipico di questo sport, obbligando i fan a seguire le partite da casa, senza avere possibilità di interagire con i propri beniamini.
La stagione, nonostante il cambio di molti giocatori, ha rispecchiato quella precedente: alti e bassi continui, momenti positivi, momenti di blackout e una certa mancanza nel saper mantenere la stessa intensità in ogni partita.
Nonostante i buoni risultati (poi calati) in EuroCup, a gennaio coach Brienza è stato sostituito da Lele Molin. Ed un cambio negli aquilotti c’è effettivamente stato: nonostante alcuni momenti di difficoltà, i giocatori trentini hanno saputo ritrovare disciplina e organizzazione. Certo, si è comunque lontani dalle partite combattute con le unghie e con i denti a cui ci eravamo abituati con coach Maurizio Buscaglia, ma si può dire che il miglioramento è stato evidente.
Passare dal rischio retrocessione alla zona playoff nel giro di una manciata di partite non è da tutti ma sicuramente è una rimonta neanche troppo sconosciuta ai fan di vecchia data dell’Aquila.
Le prossime partite saranno contro Brindisi e Bologna: Trento dovrà davvero faticare per ottenere l’accesso alla parte più elettrizzante della Serie A. Non è un sogno impossibile, ma deve esserci sicuramente un cambio nella mentalità e nella presenza in campo di alcuni giocatori.
Vada come vada, questa stagione 2020/21 è ormai quasi finita ed è giusto cominciare a cercare nuove idee per costruire solide basi per il prossimo anno. Sarebbe indubbiamente bello veder rimanere un centro formidabile come JaCorey Williams, ma sarà il mercato poi a mettere l’ultima parola, visto che sembra avrà solo l’imbarazzo della scelta tra le varie offerte.
In ogni caso, bisogna sperare che tutta la situazione creata da Covid-19 lo scorso anno vada pian piano scomparendo: l’assenza di pubblico non fa bene né allo sport in generale, né ai professionisti che si trovano in campo in un palazzo vuoto e con solo delle sagome di cartone o dei teli a coprire i posti sulle gradinate. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo da oltre un anno, già il fatto di essere riusciti a finire la stagione senza troppi rinvii dati dall’epidemia di Covid vuol dire molto.