Due giovani finalisti olimpici nella puntata di questa settimana del talk di Atletica TV. Nadia Battocletti (Fiamme Azzurre, classe 2000, settima nei 5.000) e Andrea Dallavalle (Fiamme Gialle, classe 1999, nono nel triplo) portano gli spettatori dietro le quinte del loro 2021 a cinque cerchi e prendono la rincorsa per il 2022.
“Ora so che è sbagliato porsi dei limiti e che è necessario andare a scoprirli. Non ho più paura delle mie capacità”. La trentina riassume così una stagione in cui ha falciato a ripetizione il proprio primato personale nei 5.000 fino al 14:46.29 della finale di Tokyo, quando si è migliorata di 10 secondi rispetto alla batteria. Ma la testa è già sulle amate campestri.
“Debutterò il 14 novembre ad Atapuerca, in Spagna, e gareggerò di nuovo il 21 a Italica (vicino Siviglia ndr) per poi concentrarmi sulla rifinitura per gli Europei di Dublino del 12 dicembre. Il cross è uno dei due grandi obiettivi del 2022 insieme ai Mondiali su pista di Eugene”. Il record italiano di Roberta Brunet? “È a pochi secondi, ed è incredibile perché l’anno scorso mi sembrava lontanissimo. Il 2020 è stato un anno difficile, segnato da un infortunio, poi nel 2021 sono passata da 15:46 a 14:46, esattamente un minuto di differenza che mi ha permesso di affrontare in gara le stesse atlete che prima guardavo in televisione. Sono cresciuta fisicamente ma soprattutto mentalmente. Fin da piccola il mio esempio è stato Hicham El Guerrouj ma ora ammiro anche Sifan Hassan, a Tokyo l’olandese ha avuto grande coraggio affrontando tre distanze”.
Dallavalle – fresco della laurea triennale in economia aziendale ottenuta ieri con una tesi su ‘La valutazione delle società calcistiche europee dopo la nascita della Superlega’ – riflette sui nuovi orizzonti spalancati dalla finale olimpica e dal 17,35 di Grosseto 2021. “Sono il primatista italiano Under 23, ed è un guaio perchè se voglio fare un altro record mi tocca puntare a quello assoluto. Il 17,60 di Fabrizio Donato è monumentale, mi sprona a superare i miei limiti. Gareggiare sulla pedana olimpica è stata l’emozione più grande della mia vita, insieme a Emmanuel Ihemeje e Tobia Bocchi abbiamo scritto una prima volta del triplo italiano. La sera della vittoria dell’Italia nella 4×100 ho avuto la fortuna di essere allo stadio: anche se eravamo pochi, lo stadio è diventato una bolgia azzurra, abbiamo cantato per ore. Per me l’atleta numero uno – per la mentalità vincente – è sicuramente Gimbo Tamberi, ma ho sempre ammirato anche Barshim per il talento”.
La puntata ospita anche le risposte dei due azzurri ai quesiti arrivati dai social e il commento di Fabrizio Mori sugli atleti dell’anno della European Athletics: “Karsten Warholm ha aperto un nuovo libro nella storia dei 400 ostacoli, mandando in archivio nomi quali Moses, Young, Sanchez, Diagana. Se troverà gli stimoli può migliorare ancora, per esempio puntando a fare13 passi fino al traguardo. Femke Bol la aspettavamo a grandi risultati e vedo ancora grossi margini di miglioramento. Sibilio sta lavorando molto bene, gli auguro un 2022 importante”.