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La 48° marcialonga ai nastri di partenza. A Predazzo si studiano gli ultimi dettagli

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Che l’avvento del 2021 porti con sé una boccata di aria nuova non ci è dato saperlo, ma di certo quantomeno la speranza è bene averla ed anche in Marcialonga la pensano così. Nella sede di Predazzo si lavora alacremente per farsi trovare pronti alla 48.a edizione del 31 gennaio, e festeggiare così il cinquantesimo anniversario dalla prima edizione della maratona sugli sci da fondo che si svolgerà in pieno rispetto delle disposizioni attuali.

Il presidente Angelo Corradini e la sua troupe di esperti collaboratori stanno vagliando ogni ipotesi e predisponendo tutti i protocolli necessari per far si che la Marcialonga si possa svolgere nonostante alcuni ovvi cambiamenti dovuti al contenimento del virus.

Gara a porte chiuse ma diretta TV su SKY Sport, percorso che sfrutterà quasi per intero la ciclopedonale delle Valli di Fiemme e Fassa evitando laddove possibile le zone urbane, luoghi che negli anni passati hanno costituito il maggior afflusso di spettatori, e binari ancor più distanziati per garantire la massima sicurezza agli atleti.

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Tutto questo comporta un dispendio di energie fisiche e mentali non indifferente, ma che in fondo non scoraggia lo staff Marcialonga, anzi – al contrario – invoglia ancor più a dimostrare di essere più forti di ogni avversità.

La neve non sembra essere un problema e il percorso lo si può considerare pressoché ultimato, fatta eccezione per qualche breve tratto che verrà battuto nei prossimi giorni. Nelle ultime ore, oltre all’innevamento programmato delle scorse settimane, si è aggiunta un’abbondante nevicata che ha ricoperto la pista che da Moena porta a Cavalese passando per il giro di boa a Canazei, ed altre precipitazioni sono attese nei prossimi giorni, il che fa ben sperare tutti quegli appassionati desiderosi di sciare in un ambiente che solo le Dolomiti sanno regalare con la Marcialonga.

La partenza di gara cambierà nella forma ma non nella sostanza. Innanzitutto il distanziamento fra atleti sarà dettato dalla distanza dei binari e dalla lunghezza degli sci. Tutti accederanno in zona partenza con gli sci ai piedi e con mascherina indossata. Il primo gruppo con i “pro” partirà nella modalità mass start, le donne alle 7.50, i maschi alle 8. Poi gruppo per gruppo, tutti usciranno da appositi ring e si incanaleranno nella griglia di partenza. Il via sarà individuale, per scaglioni e con rilevamento del ‘real time’.

Cambieranno anche i trasporti. I partecipanti potranno raggiungere Moena con le proprie auto oppure con i pullman che partiranno però solo da Cavalese (stazione autocorriere), previa prenotazione e senza fermate intermedie.

Sarà un anniversario particolare, certo, ma non meno entusiasmante – assicurano in Marcialonga – lasciando trasparire un cauto ottimismo che di questi tempi è sufficiente per rasserenare l’ambiente. Tra gli eventi di contorno è confermata la Marcialonga Story, appuntamento ‘revival’ non competitivo che intende rievocare i fasti di un tempo, con abbigliamento e attrezzatura vintage risalente al periodo ante 1976, e percorso che da Lago di Tesero condurrà i partecipanti fino ai trampolini del salto di Predazzo.

Non mancherà nemmeno la Marcialonga Young, gara in tecnica classica – in pieno stile Marcialonga – dedicata alle categorie Ragazzi, Allievi, Aspiranti e Junior che metterà a confronto i giovani fondisti sulle nevi che dal Centro del Fondo di Lago di Tesero portano a Cavalese, dove i grandi campioni dello sci di fondo hanno trovato la loro affermazione nel firmamento fondistico internazionale.

Insomma, sarà l’occasione per celebrare al meglio, nel pieno rispetto dei protocolli anti-Covid, i 50 anni di una manifestazione entrata di diritto nell’elite delle ‘long distance’ dello sci di fondo. Mezzo secolo di storia che ha cavalcato un’era fatta di cambiamenti e sviluppi tecnologici, partendo proprio dalla sciata che in principio fu esclusivamente in tecnica classica, passando poi al nuovo e rivoluzionario passo skating o pattinato – altresì tecnica libera – fino a fare ritorno alle origini.

Nel mezzo una miriade di campioni che si sono susseguiti sul traguardo di Cavalese, partendo da Franco Nones, prima medaglia olimpica italiana nello sci di fondo, passando per Maurilio De Zolt e Giorgio Vanzetta solo per citarne alcuni, e al femminile la pluricampionessa Maria Canins Bonaldi, detentrice di dieci titoli consecutivi, Gabriella Paruzzi e Cristina Paluselli, ultima italiana a salire sul gradino più alto del podio della granfondo.

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