Atletica
Immenso Crippa: oro europeo dei 10.000!
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2 anni fail
Da
RedazioneLo prende, lo prende, l’ha preso! Immenso Yeman Crippa agliEuropei di Monaco di Baviera: l’azzurro trionfa nei 10.000 metri con un’epica rimonta finale sul norvegese Zerei Kbrom Mezngi che aveva iniziato l’ultimo giro con ampio margine sul trentino. Dopo il bronzo nei 5000 metri, è una medaglia d’oro pazzesca per il 25enne mezzofondista allenato da Massimo Pegoretti, al successo in 27:46.13, complice il cambio secco ai meno 300 metri, per lasciare sul posto il temibile francese Jimmy Gressier che lo marcava a vista e completare un insperato recupero sul norvegese in testa (27:46.94 il tempo dell’argento).
Bronzo Francia, non con Gressier, bensì con Yann Schrub (27:47.13) che precede il più quotato compagno (27:49.84) e un bravissimo Pietro Riva, al quinto posto con il primato personale di 27:50.51. L’Italia torna padrona dei 10.000 metri a distanza di 32 anni dall’oro di Totò Antibo a Spalato 1990, vittoria che seguiva quelle dell’attuale presidente federale Stefano Mei (Stoccarda 1986) e di Alberto Cova (Atene 1982).
LA GARA – Jimmy Gressier non aspetta. Il francese si mette subito in testa a tirare (2:40.16 il primo mille, 5:24.87 dopo duemila metri), Crippa è più coperto, sempre intorno alla sesta-settima posizione. È poco prima di metà gara che l’azzurro si porta per la prima volta al comando del gruppo, rintuzzato dal turco Aras Kaya. Crippa riprende il timone quando mancano otto giri e prosegue da front-runner, marcato da Gressier, fino a quando restano da correre 1300 metri.
È lì che mette la testa avanti e allunga il norvegese Mezngi. In ottima posizione anche Pietro Riva, incollato a Yeman nella lotta per il podio. Nell’ultimo giro Crippa è con Gressier, cambia marcia ai -300 e se ne va, per volare verso una rimonta che ricorderemo per anni. Diversa da quella che Cova consegnò alla storia nei 10.000 dei Mondiali di Helsinki 1983, ma pur sempre da favola, e vincente.
CRIPPA: “FINALMENTE NEL CLUB DELL’ORO” – “Finalmente posso dire che faccio parte anch’io del club delle medaglie d’oro! – esulta Crippa, che quattro anni fa era stato di bronzo nei 10.000 – È il mio primo titolo europeo a livello assoluto, che vale tantissimi altri successi giovanili messi insieme. Al traguardo per me è stata una liberazione, avevo tanta voglia di prendere questa medaglia che poi è arrivata.
Forse ho ritardato un po’ nel lanciarmi all’inseguimento del norvegese Mezngi, ho guardato troppo il francese Gressier e mi stava facendo perdere di vista chi era al comando: di questo mi devo tirare le orecchie. Le gambe c’erano, ho visto che bastava un minimo sforzo per recuperare e nel rettilineo finale, con tutto il tifo, mi sono gasato. Spero che sia solo un punto di partenza: se non partecipare ai Mondiali vuol dire vincere due medaglie qui, allora farei un’altra volta questo scambio. E sono super contento che adesso c’è anche il mio nome, insieme a grandi campioni come Cova, Mei e Antibo, tra gli ori d’Europa dei 10.000 metri”.
YEMAN, CHE STAGIONE! – Un fastidio al piede destro gli aveva negato la partecipazione ai Mondiali di Eugene. Arrabbiato, amareggiato, ha subito spostato l’obiettivo sugli Europei dell’Olympiastadion, e i risultati gli hanno dato ragione. Prima il bronzo dei 5000 (13:24.83), poi la gloria del titolo continentale, sulla distanza in cui era stato ottavo ai Mondiali di Doha tre anni fa con il record italiano (27:10.76), prima perla di una collezione che negli anni si sarebbe arricchita con i record su pista dei 3000 (7:37.90) e dei 5000 (13:02.26).
La doppia medaglia in Baviera consacra una stagione che si era aperta con lo spettacolare primato nazionale della mezza maratona a Napoli in febbraio, prima volta di un italiano sotto il muro dell’ora (59:26), e che era proseguita, ancora su strada, con l’onore del primato europeo nei 5 km a Herzogenaurach, primo segnale che la Germania avrebbe portato bene in questo 2022. Poi, come detto, l’infortunio, lo stop, la voglia di tornare più in forma di prima, lavorando in altura a St. Moritz. E il (doppio) capolavoro di Monaco che, insieme alle medaglie dei siepisti, rilancia il mezzofondo azzurro verso il ruolo che gli spetta.
RIVA: “UN RISULTATO INASPETTATO” – “Un risultato per me inaspettato, stavo molto bene ma c’era una concorrenza agguerrita – le parole di Pietro Riva – Ho capito subito di poter dire la mia, perché tutti sono partiti forte e mi sono detto ‘guarda come si cuociono e poi li raccolgo uno a uno’. Sono stato bravo a muovermi, rimanendo all’interno e rilassato.
La mia vera gara è iniziata dopo sette chilometri e devo tanto al mio coach Stefano Baldini, che mi sta trasmettendo quello che era. E poi i miei compagni di squadra in azzurro, come Barontini e Arese, hanno dimostrato che non si deve avere paura degli altri. Ho condiviso un bel mese di preparazione a St. Moritz con Yeman Crippa, in qualche allenamento arrivavo con lui e in altri mi bastonava, ma è stato molto produttivo. È un amico e sono ancora più contento che abbia vinto”.
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