Atletica
Olimpiadi, i 5 ori (più uno) dell’Atletica Italiana
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3 anni fail
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Redazionedi Marco Sicari
Un’edizione da record. I Giochi Olimpici di Tokyo segnano un risultato storico per l’Italia dell’atletica, che a Tokyo ha fatto registrare numeri da capogiro. Le cinque medaglie ottenute, tutte d’oro (grazie a Gianmarco Tamberi nell’alto, Marcell Jacobs nei 100 metri, Massimo Stano e Antonella Palmisano nei 20km di marcia, e con la staffetta 4×100 maschile composta da Lorenzo Patta, Marcell Jacobs – due ori nella stessa edizione come Ugo Frigerio ad Anversa 1920 – Eseosa Desalu e Filippo Tortu), sono il punto di partenza, perché mettono gli azzurri al secondo posto assoluto nel medagliere, alle spalle dei soli Stati Uniti.
E rappresentano anche la vetta storica in fatto di primi posti: meglio si era fatto solo nelle edizioni dimezzate dal boicottaggio di Mosca 1980 e Los Angeles 1984, quando l’Italia salì sul gradino più alto del podio per tre volte (con Maurizio Damilano, Pietro Mennea e Sara Simeoni nell’allora capitale dell’Unione Sovietica, e con Alberto Cova, Alessandro Andrei e Gabriella Dorio sotto il sole della California).
Più ori a Tokyo che da Seul a Rio
Due dati per meglio inquadrare la questione: dal 1988 ad oggi avevamo raccolto meno medaglie d’oro (quattro) che nella sola rassegna giapponese, e una nostra donna torna a fregiarsi dell’oro olimpico 37 anni dopo l’ultima, la già citata Dorio a Los Angeles. Antonella Palmisano, peraltro, è soltanto la quarta donna nella storia dell’atletica italiana a riuscirci (la prima nella marcia), dopo Ondina Valla (1936), Simeoni, e Dorio.
Lo “zero” nella colonna delle medaglie fatto registrare a Rio de Janeiro 2016 viene clamorosamente cancellato, rilanciando il track & field a ruolo di locomotiva dello sport del nostro Paese (la metà esatta degli ori di Tokyo 2020 sono dell’atletica). Sul campo, a conti fatti, sono dieci i finalisti (classificati tra i primi otto): le cinque medaglie d’oro, più Zane Weir (quinto nel getto del peso), Nadia Battocletti (settima nei 5000 metri), la staffetta 4×400 maschile (settima, con il quartetto composto da Davide Re, Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Alessandro Sibilio), Filippo Randazzo (ottavo nel salto in lungo) e ancora Alessandro Sibilio (ottavo nei 400hs, per lui doppia finale, compresa la staffetta). I 50 punti ottenuti (dodicesimo posto nella classifica) sono il terzo risultato di sempre, dopo i 97 di Los Angeles 1984, e i 54 di Berlino 1936.
Undici primati italiani assoluti
Ben undici i primati italiani assoluti collezionati a Tokyo: i tre di Marcell Jacobs nei 100 (9.94 in batteria, 9.84 in semifinale, e 9.80 in finale, gli ultimi due anche record europei); i due della staffetta 4×100 maschile (37.95 in batteria, 37.50 in finale); i due della staffetta 4×400 maschile (2:58.91 in batteria, 2:58.81 in finale); quello della staffetta 4×100 donne (42.84, con Irene Siragusa, Gloria Hooper, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana); il 12.75 di Luminosa Bogliolo nei 100hs; il 63,66 di Daisy Osakue nel disco (eguagliato il limite di Agnese Maffeis); il 3:13.51 della staffetta 4×400 mista (con Edoardo Scotti, Alice Mangione, Rebecca Borga e Vladimir Aceti).
E poi, tre migliori prestazioni nazionali under 23, due delle quali ottenute da Nadia Battocletti nei 5000 metri (14:46.29 in finale, 14:55.83 in batteria), oltre al 47.93 dei 400hs messo a segno da Alessandro Sibilio. Andando nel dettaglio analitico, nove atleti azzurri hanno ottenuto il primato personale (Jacobs tre volte, Weir e Battocletti due), e altri otto lo stagionale, esclusi quelli all’esordio (Re per due volte).
La sesta medaglia
Nel complesso, una spedizione azzurra positiva oltre ogni dubbio, in cui i risultati al di sotto delle attese (che pur ci sono stati, come ovvio) si contano sulle dita di una mano. I 76 atleti volati in Giappone hanno più che onorato il compito, sollevando un’ondata di ammirazione che, senza timore di scivolare nella retorica, ha fatto innamorare l’Italia intera e riscosso apprezzamento globale. L’entusiasmo, il diluvio social, le copertine dei giornali, gli ascolti fatti registrare in TV (il 37,8% con 5,5 milioni di telespettatori nelle due ore della domenica di Tamberi e Jacobs, con picco di quasi sette milioni e 46% durante i minuti del doppio oro; il 40,7% nei 16 minuti del successo della staffetta 4×100) rappresentano una sesta, virtuale, medaglia d’oro. Ed il punto di partenza di una fase nuova per l’Atletica Italiana.
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