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Tokyo, 4×100 in finale con record italiano

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Due record italiani (il 37.95 della staffetta 4×100 uomini, e il 42.84 della 4×100 donne), ed un quinto posto nel getto del peso (colto da Zane Weir con il personale portato a 21,41) illuminano la mattinata azzurra ai Giochi Olimpici di Tokyo. Il quartetto veloce maschile composto da Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu finisce terzo nella batteria, vola in finale e sigla il primato nazionale assoluto, superando il 38.11 realizzato il 4 ottobre 2019 ai Mondiali di Doha. Il crono (quarto tempo di ammissione alla finale) è anche la miglior prestazione europea 2021, e la quinta continentale di sempre. Record italiano anche per la 4×100 donne (Irene Siragusa, Gloria Hooper, Anna Bongiorni, Vittoria Fontana): il 42.84 ottenuto nella notte italiana supera il 42.90 realizzato a Doha sempre il 4 ottobre 2019 ma suona come una beffa, perché condanna l’Italia, per soli tre centesimi, al nono posto. Bravissimo Zane Weir: ancora un primato personale per lui (21,41, dopo il 21,25 della qualificazione) e soprattutto il quinto posto assoluto, nella gara vinta dallo statunitense Crouser (record olimpico con 23,30). Fuori dagli otto, nella finale del triplo dominata dal portoghese Pedro Pablo Pichardo(17,98, vento nullo), sia Andrea Dallavalle (nono con 16,85, +1.0) che Emmanuel Ihemeje (undicesimo, 16,52, +0.2). Eliminate nelle qualificazioni dell’alto Elena Vallortigara (1,93) e Alessia Trost (1,90). Nella terza e ultima finale in programma, oro al giamaicano Hansle Parchment in 13.04 (battuto il grande favorito, lo statunitense Holloway, argento in 13.09). 

L’Italia c’è. La 4×100 maschile azzurra è nella finale olimpica, 21 anni dopo Sydney, con un 37.95 che è record nazionale (superato il 38.11 realizzato ai Mondiali di Doha il 4 ottobre di due anni fa), miglior prestazione europea 2021, quinta continentale di tutti i tempi, e soprattutto quarto tempo complessivo del round. Con il boost (sostanziale ed emotivo) di avere nel team il campione olimpico nuovo di zecca, il quartetto composto dall’esordiente Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu, si comporta benissimo, terminando al terzo posto in un arrivo serrato con Cina e Canada. I cinesi sono primi in 37.92, i canadesi (trascinati dalla rimonta di un formidabile De Grasse) secondi con lo stesso tempo (due soli millesimi di margine), gli azzurri terzi, immediatamente a ridosso. La sorpresa è l’eliminazione degli Stati Uniti, schierati praticamente con la formazione titolare (Bromell, Kerley, Baker, Gillespie) ma irriconoscibili, sesti nella batteria in 38.10. A precedere l’Italia nella lista complessiva del turno, oltre a Cina e Canada, anche la Giamaica, vincitrice della prima batteria in 37.85, il miglior risultato assoluto. La corsa degli azzurri lascia immaginare dei margini di miglioramento, perché i cambi vengono realizzati in assoluta sicurezza, e Marcell Jacobs cerca soprattutto di farsi prendere dall’ottimo Patta (che esordio!) e di non… tamponare Desalu. L’ultima consegna del testimone con Filippo Tortu brilla per rapidità del cambio di mano, e gli azzurri si involano verso il traguardo battagliando con i cinesi. Da dietro ritorna un grande De Grasse, che finisce per inserirsi nella battaglia proprio nei metri conclusivi. In pista, pur nell’equilibrio generale (potrebbe succedere di tutto) si vola. L’ultimo tempo di qualificazione è il 38.08 del Ghana. Tutti di nuovo in campo domani, alle 15:50 italiane (le 22:50 locali). Sempre in tema di sprint, e considerato che qui si parla di Marcell Jacobs, vale la pena sottolineare che il presidente del CONI Malagò ha ufficializzato, al termine della mattinata di Tokyo, che l’azzurro sarà il portabandiera dell’Italia alla cerimonia di chiusura dei Giochi. Il primo dei numerosi riconoscimenti che adesso certamente arriveranno per lo sprinter bresciano. 

Zane Weir quinto nel peso con il personale di 21,41

Ancora una gara stellare ai Giochi di Tokyo. Il getto del peso consegna risultati straordinari, grazie soprattutto a Ryan Crouser, lo statunitense primatista del mondo e già d’oro cinque anni fa a Rio, il cui 23,30 ottenuto stamane (a soli 7 centimetri dal limite iridato) segna il primato olimpico della specialità. Con lui sul podio gli stessi protagonisti di Rio: il connazionale Joe Kovacs (argento con 22,65) e il neozelandese Tom Walsh, bronzo con 22,47. Il brasiliano Darlan Romani, quarto con 21,88, a Rio era stato quinto. L’unica novità, a conti fatti, è un grande Zane Weir, capace ancora una volta del primato personale, un 21,41 che gli consegna un eccellente quinto posto. L’azzurro di origine sudafricana, già capace di migliorarsi in qualificazione con 21,25, nella finale realizza una serie eccellente, con un altro lancio a 21,40, ed uno a 20,85. Il 21,41 di Tokyo è la terza prestazione italiana di sempre, che consolida il sorprasso nei confronti del 21,23 del coach Paolo Dal Soglio già avvenuto dopo il primo round. 

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I progressi fatti registrare da questo 25enne sono palpabili, e regalano alla squadra un nuovo piazzamento tra gli otto (è il sesto, quando mancano di fatto ancora tre giorni di gare). 

4X100 donne, Italia da record ma fuori dalla finale

Non basta il record italiano per agganciare la finale olimpica. Le magnifiche ragazze della staffetta 4×100 italiana (Irene Siragusa, Gloria Hooper, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana) corrono in 42.84, sei centesimi meglio del limite nazionale stabilito a Doha il 4 ottobre del 2019, ma finiscono al sesto posto nella prima delle due batterie, e soprattutto al nono nel computo complessivo, fuori dal giro qualificazione. La corsa delle azzurre è lineare e priva di particolari sbavature. Sui propri limiti praticamente tutte e quattro, e con cambi nella norma. Solo che molte delle avversarie fanno meraviglie: vincono le britanniche in 41.55 (record nazionale), davanti a Stati Uniti (41.90) e Giamaica (42.15). Da quel punto in poi, scatta la battaglia per le due posizioni potenzialmente in grado di garantire la promozione con i tempi di recupero. La Francia è nettamente quarta in 42.68, mentre immediatamente a ridosso Olanda e Italia se la vedono nei 10 metri conclusivi; alla fine, le orange sono avanti per soli tre centesimi, un’inezia, sufficiente però per lasciare le azzurre fuori dalle otto. Come accade spesso quando le cose devono andare male, infatti, nella seconda batteria si va più piano che nella prima: la Germania vince in 42.00, davanti a Svizzera (42.05) e Cina (42.82). La Polonia, quarta in 43.09, fa peggio anche delle azzurre, che quindi sono le prime delle escluse, proprio per quei tre centesimi pagati all’Olanda (e con due centesimi in più rispetto alla Cina, ottavo tempo). Una beffa, con Anna Bongiorni che nel dopo gara denuncia anche un contatto sospetto con il Giappone. 

Triplo uomini, finale senza azzurri tra i primi otto

L’oro del triplo finisce tra le mani di Pedro Pichardo. Il portoghese tiene fede al pronostico atterrando dalle parti dei 18 metri, esattamente a 17,98, ottenendo il primato nazionale e salendo sul gradino più alto del podio di Olimpia. Con lui, a dividersi le tre piazze più pregiate, Yaming Zhu (Cina, 17,57) e Fabrice Zango (Burkina Faso, 17,47). In otto volano oltre i 17 metri, ma tra loro, purtroppo, non ci sono azzurri. Sia Andrea Dallavalle che Emmanuel Ihemeje terminano fuori dagli otto. Il piacentino è nono con 16,85 (1.0), mentre il bergamasco è undicesimo con 16,52 (0.2). Un peccato, perché entrambi non avrebbero sfigurato nel contesto, riuscendo magari ad aggiungere centimetri preziosi negli ulteriori tre salti a disposizione.  

Alto donne, out Trost e Vallortigara

L’Olimpiade giapponese non sorride alle saltatrici in alto azzurre. Elena Vallortigara ed Alessia Trost non superano le qualificazioni, fermandosi rispettivamente a 1,93 e 1,90. A conti fatti, le due azzurre restano lontane dalla zona promozione, in particolare la Trost, a cui sono purtroppo necessari anche tre tentativi per valicare l’1,90. Anche il percorso della Vallortigara è accidentato: un errore a 1,90, e due a 1,93, prima di arrendersi all’1,95 che le avrebbe dato la qualificazione. Su questa quota, anche un paio di salti ben riusciti, con l’asticella, però, finita inesorabilmente a terra. In quattordici centrano l’obiettivo della finale, le favorite sono tutte a bordo.

Maxi sorpresa nei 110hs: Holloway è battuto

Esito imprevisto nella terza e ultima finale della giornata, i 110hs, andati al 31enne giamaicano Hansle Parchement in 13.04 (-0.5). Battuto il grande favorito della vigilia, lo statunitense Grant Holloway, il campione del mondo di Doha, argento in 13.09. Bronzo all’altro giamaicano Ronald Levy, in ritardo rispetto all’americano di appena un centesimo (13.10). 

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