Alla fine è proprio vero. Fausto Gresini, campione delle motociclistico negli anni 80/90 e attualmente team-manager, non ce l’ha fatta.
Il Covid, contro cui lottava da oltre un mese, se l’è portato via lasciando a bocca aperta tutti gli appassionati, perché Fausto era uno benvoluto. La notizia, poi smentita dal figlio, ha cominciato a circolare già nella tarda serata di ieri, ma il comunicato stampa emesso dal Team Gresini Racing di questa mattina non ha lasciato dubbi o speranze sulla fine del campione. Fausto non c’è più.
Nato a Imola nel febbraio del 1961 è stato protagonista nella classe 125cc dal 1982, data del suo esordio al GP delle Nazioni, fino al 1994 guidando MBA, Garelli, Aprilia e Honda. Ha disputato 132 gare, vincendone 21 e portando a casa ben 47 podi, diventando per due volte Campione del Mondo (1985 e 1987) e per tre volte vicecampione.
Le sfide a cui ha dato vita Fausto, con Nieto piuttosto che Cadalora o Capirossi sono innumerevoli, ma quest’ultimo deve qualcosa del proprio titolo mondiale proprio a Fausto, che nel finale di campionato 1990 aiutò Loris a portare a casa l’ambito trofeo con le Honda del team Pileri.
Dopo una folgorante carriera sulle piste del mondo ha dato vita al Gresini Racing Team, una struttura capace di portare ai vertici mondiali piloti come, Toni Elias, Jorge Martin, Sete Gibernau, Colin Edwards, Marco Melandri e i compianti Marco Simoncelli e Daijiro Kato. Già, perché la vita di Fausto non è stata solo costellata di successi e trofei, ma anche di tragedie.
Infatti gli incidenti mortali di Kato in Giappone e e di Simoncelli in Malesia, avevano segnato l’animo del campione e manager della Honda che ricordava sempre i sacrifici che ci sono dietro alle quinte. Adesso Fausto riposa con i suoi pupilli e lascia le più belle immagini del motociclismo italiano, del secolo scorso, stampate nella memoria dei tifosi che gli hanno sempre voluto bene.