Atletica
Diamond League: Vallortigara quinta in finale
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2 anni fail
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RedazioneVALLORTIGARA – È il suo miglior salto nel (non facile) post-Mondiale. Elena Vallortigara acciuffa il quinto posto nella finale che assegna il diamante centrando 1,91 nell’unico tentativo a questa quota, dopo due errori a 1,88. Niente da fare, invece, a 1,94. La sua prova era iniziata con una ‘x’ a 1,84, misura oltrepassata alla seconda.
“Era importante ritornare a saltare sopra 1,90 – le parole della vicentina dei Carabinieri seguita da coach Stefano Giardi – Sono un po’ più contenta rispetto alle ultime gare. Il pubblico è stato spaziale, mi ha aiutato a tirar fuori quelle poche energie che sono rimaste a fine stagione. Mi sento di essere arrivata in fondo, ma almeno a differenza di Bruxelles sono riuscita a portare avanti l’idea che avevo in testa”. L’ucraina Yaroslava Mahuchikh vola a 2,03 e saluta a 2,06 con tre errori.
FOLORUNSO – Il duello dei 400hs tra Femke Bol (Olanda) e Dalilah Muhammad (Stati Uniti) si risolve negli ultimi due ostacoli: la maggiore brillantezza premia l’olandese (53.03), mentre l’ex primatista del mondo viene inghiottita al quarto posto (53.83), superata dalla panamense Gianna Woodruff (53.72) e dalla giamaicana Janieve Russell (53.77) dopo essere rimasta praticamente in linea con la vincitrice nelle prime otto barriere. Ayomide Folorunso (Fiamme Oro), in prima corsia con il riferimento esterno dell’ucraina Anna Ryzhykova, chiude in 55.86 all’ottavo posto.
DESALU – Anche stasera la prima corsia non è agevole per Fausto Desalu (Fiamme Gialle). Il campione olimpico della staffetta dà l’arrivederci al 2023 con l’ottavo posto in Diamond League nei 200 metri, correndo in 20.79, con vento in faccia (-0.6), nella gara del super 19.52 di Noah Lyles (Usa) che rifila almeno mezzo secondo a tutti gli altri: bravo comunque il canadese Aaron Brown (20.02) che poco prima era stato terzo sui 100. Stesso tempo per il dominicano Alexander Ogando. Quarto Erriyon Knighton, quinto l’altro Usa Kenny Bednarek, entrambi a 20.20.
BELLÒ – Nona piazza per Elena Bellò con un crono assolutamente decoroso (2:00.24) e una gara condotta nel cuore del gruppo, nella finale degli 800 metri. Stasera mancano gli ultimi duecento metri alla mezzofondista delle Fiamme Azzurre, quelli che invece lanciano la keniana Mary Moraa verso la gloria (1:57.63), piegando la giamaicana Natoya Goule (1:57.85). Un nastro nero sul body della britannica Keely Hodgkison, oggi senza lo spunto di Mondiali ed Europei: è il suo omaggio alla memoria della Regina Elisabetta.
SPRINT – Senza storia, o meno di quanto si potesse immaginare: i 100 femminili ribadiscono la superiorità della cinque volte campionessa del mondo Shelly-Ann Fraser-Pryce, fulminea nel suo 10.65 con vento contrario (-0.8) a tre centesimi dalla sua ‘world lead’ di Montecarlo. Indietro l’altra giamaicana Shericka Jackson (10.81), terza l’ivoriana Marie-Josée Ta Lou (10.91). I 100 maschili sono il territorio di conquista per la freccia a stelle e strisce Trayvon Bromell, unico sotto i dieci secondi (9.94/-0.3), un metro abbondante di vantaggio sul giamaicano Yohan Blake (10.05) e sul canadese Aaron Brown (10.06).
Ottimo quinto il cingalese che sta sbocciando ad altissimi livelli a Castelporziano (Roma), Yupun Abeykoon (Nissolino Sport), capace di 10.14, per la gioia del suo tecnico Claudio Licciardello. Nei 200 metri al femminile, un’ora e venti minuti dopo aver corso la distanza più veloce, riprende a danzare Shericka Jackson: stavolta è imbattibile con il suo 21.80 (-0.9), oltre mezzo secondo sulla statunitense Gabby Thomas (22.38).
Doppietta dominicana nei 400 al femminile: è inarrestabile Marileidy Paulino, alla migliore prestazione mondiale dell’anno con 48.99. Distanziata la connazionale Fiordaliza Cofil (49.93). Tra gli uomini, la gioia è per Kirani James che conquista il diamante undici anni dopo la prima volta (oltre al 2011 ci riuscì anche nel 2015): 44.26 per il grenadino che mette in fila gli americani Bryce Deadmon (44.47) e Vernon Norwood (44.66). Nella gara ‘B’, quella che non assegnava il trofeo, quarta piazza per Davide Re (Fiamme Gialle) con 45.59, nella serie dominata dal sudafricano primatista del mondo Wayde Van Niekerk (44.39).
MEZZOFONDO – Jakob Ingebrigtsen non si spegne più. Sognando già la tripletta d’oro ai Mondiali di Budapest 2023 (1500, 5000, 10.000) il norvegese campione del mondo dei 5000 non si lascia sfuggire la vittoria nei 1500: a Zurigo graffia il miglior crono mondiale della stagione con 3:29.02 e scappa via al keniano Timothy Cheruiyot (3:30.27).
Al top anche gli 800: superba la rimonta del keniano oro olimpico e mondiale Emmanuel Korir che sigla il tempo più veloce al mondo del 2022 (1:43.26) sbarazzandosi del canadese Marco Arop (1:43.38) che aveva lanciato la volata lunga. Kenya a segno anche tra le donne nei 1500, grazie alla classe dell’altro oro olimpico e mondiale Faith Kipyegon che si limita a 4:00.44 per guadagnare il suo terzo titolo, davanti alla sempre più solida irlandese Ciara Mageean (4:01.68).
Etiopia nei 3000 siepi al femminile: detta legge Werkuha Getachew (9:03.57) su Winfred Yavi (Bahrain, 9:04.47). Marocco, e non potrebbe essere altrimenti, per le siepi al maschile. Troppa la differenza di valori attuali tra il padrone della specialità Soufiane El Bakkali (8:07.67) e tutta la concorrenza. Nulla possono l’etiope Getnet Wale (8:08.56) e il keniano Abraham Kibiwot (8:08.61).
OSTACOLI – È imperiale il brasiliano Alison Dos Santos, punto esclamativo su una stagione-capolavoro dopo l’oro mondiale di Eugene, a colpi di 46.98 nei 400hs. Senza Warholm, fa il vuoto sull’americano Khallifah Rosser (47.76). Tutto secondo copione negli ostacoli alti: al Weltklasse non si era mai corso così forte nei 100hs, mai meglio del 12.29 (-0.3) della nigeriana primatista del mondo Tobi Amusan. Anche al maschile festeggia il campione mondiale della specialità (110hs): è l’americano Grant Holloway (13.02/-1.0) ad arginare la rimonta del giamaicano Rasheed Broadbell (13.06).
SALTI – Il diamante sta arrivando a Roma. A portarlo è Andy Diaz (Libertas Unicusano Livorno), cubano, romano d’adozione, allenato da Fabrizio Donato a Castelporziano nel quartier generale delle Fiamme Gialle. Il fenomenale triplista (che su RaiSport conferma: “Vorrei ottenere la cittadinanza italiana e gareggiare in maglia azzurra”) raggiunge orizzonti che non aveva ancora esplorato, con un hop-step-jump da primato personale (+2 centimetri), un grandioso 17,70 (-0.8) che gli consente di battere l’ex cubano Pedro Pichardo, il campione di tutto (olimpico, mondiale, europeo), atterrato a 17,63 (-0.4), e l’altro cubano Jordan Diaz (17,60/-1.6).
Al femminile, la venezuelana Yulimar Rojas è come al solito strabiliante, al successo con 15,28 (-0.2), ma è vicina ai quindici metri anche l’ucraina Maryna Bekh-Romanchuk (14,96/+0.3). Può capitare che perda una volta, non può diventare abitudine: e infatti, dopo aver interrotto la striscia di successi a Bruxelles, Armand Duplantis torna a indossare il mantello di Superman e agguanta il record del meeting con 6,07, un centimetro meglio di un anno fa.
Oltre alla star svedese, nell’asta va sottolineato anche il 5,86 di Sondre Guttormsen, primato di Norvegia eguagliato. Bussa alle porte dei sette metri Ivana Vuleta: la serba troneggia con 6,97 (-0.7) nel lungo, soltanto quarta la tedesca Malaika Mihambo (6,52/-0.1). Al maschile, non tradisce il greco Miltiadis Tentoglou, 8,33 al quinto (+0.3), 8,42 al sesto (0.0) per chiudere la pratica definitivamente, ai danni dell’uomo col cappellino, lo statunitense Marquis Dendy (8,18/+0.5).
LANCI – La discobola statunitense Valarie Allman compensa in parte l’amarezza per la sconfitta mondiale: suo il primo posto con 67,77, di misura sulla pluri-campionessa d’Europa Sandra Perkovic (Croazia, 67,31). Senza esagerare, svetta al maschile lo sloveno Kristjan Ceh (67,10). Il giavellotto parla indiano con l’88,44 del campione olimpico Neeraj Chopra, un metro e mezzo in più del ceco Jakub Vadlejch (86,94). Tra le donne, la spallata più lunga è quella della statunitense Kara Winger (64,98), anche meglio della campionessa del mondo Kelsey-Lee Barber (63,72).
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