La scintilla di entusiasmo e carica che brilla negli occhi di Trent Lockett racconta meglio di quanto possano fare mille parole dello stato d’animo del 32enne statunitense, pronto a vivere da protagonista la sua seconda avventura in bianconero: a sei anni dalla stagione in cui con la maglia della Dolomiti Energia Trentino Lockett raggiunse una storica semifinale di EuroCup, Trent riparte a caccia di sorrisi e soddisfazioni in una lunga stagione tra campionato e coppa. Di nuovo con il bianconero addosso.
LUIGI LONGHI (Presidente DOLOMITI ENERGIA BASKET TRENTINO): «Trent è qui da qualche settimana, ma siamo contenti di dargli ufficialmente il bentornato all’Aquila Basket: è un ottimo giocatore, un amico, una persona che qui a Trento ha lasciato un grande ricordo nella stagione in bianconero del 2015-16.
Riportare alla Dolomiti Energia Trent è stata un’operazione fortemente voluta da coach Molin e dal direttore sportivo Rudy Gaddo, che hanno tenuto conto dell’impatto tecnico ma anche umano del giocatore: abbiamo bisogno di persone che incarnino i nostri valori e che ci rappresentino, e Lockett è uno di questi».
TRENT LOCKETT (Guardia-ala DOLOMITI ENERGIA BASKET TRENTINO): «Ero entusiasta di tornare a Trento, ma devo dire che l’impatto con l’ambiente bianconero è stato travolgente: ho trovato un’organizzazione che in questi sei anni ha fatto grandi passi in avanti da tutti i punti di vista, come testimoniano anche la nuova sede e lo Store dove ci troviamo ora.
Il Trent Lockett del 2016? Era un giocatore e un uomo diverso da quello di oggi: non sono cambiate l’energia e la mentalità che provo a mettere in campo in tutti gli allenamenti e le partite, ma oggi ho più fiducia in me stesso e sono più maturo, dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Allora ero solamente al secondo anno da professionista in Europa, oggi ho molta più esperienza e conoscenza di me stesso e della pallacanestro europea.
In Aquila quell’anno abbiamo scritto una pagina di storia con il raggiungimento della semifinale di EuroCup. Il ricordo più bello? Credo il successo al Forum contro Milano che ci aprì le porte alla semifinale di coppa, ma ci furono tanti altri momenti indelebili. La squadra di quest’anno però mi ha sorpreso, piacevolmente: stiamo mettendo le fondamenta in questi giorni, imparando a conoscerci, ma vedo un gruppo che lavora con grande attenzione e voglia di crescere giorno dopo giorno.
Alcuni compagni li conoscevo dalla passata esperienza a Trento, con Darion Atkins ho giocato lo scorso anno a Chemnitz in Germania: possiamo essere una squadra davvero dura da battere. Fisicamente mi sento molto bene, sono vicino alla perfetta forma. Il numero 52? In ricordo di mia madre, nata nel 1952: in questo modo è come se giocassi anche per lei».