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Nadia Battocletti riparte alla grande!

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fidal

Nella serata di Monaco,  che non assegna misura a Marco Fassinotti nell’alto (tre errori a 2,18), è stupenda la prova di Pietro Arese nei 1500, quarto a un soffio dal podio con un crono di 3:35.00 che per un mezzofondista italiano mancava dal 1996. Buon quinto posto per Larissa Iapichino nel lungo con 6,62 (-0.9).

Settima piazza per Nadia Battocletti nella finale diretta dei 5000 (15:10.90). Doppia finale nei 200 metri: Filippo Tortu vince la sua semifinale in 20.29 (-0.1) e porta a casa la qualificazione per il turno decisivo di domani, imitato al femminile da Dalia Kaddari con 23.06 (0.0). Fuori Fausto Desalu con 20.48 (0.0) e Diego Pettorossi con 20.75 (+0.4), Irene Siragusa esce di scena con 23.46 (+0.3). Nell’eptathlon, chiude all’undicesimo posto Sveva Gerevini, con il primato personale di 6028.

5000 – Settima, Nadia Battocletti. Un piazzamento da considerare come un punto di ripartenza in una stagione condizionata dall’infortunio alla tibia. Oltre tremila metri con le avversarie più forti, l’ipotesi di un inseguimento (da quarta) verso il podio, poi la flessione. Ma si ricomincia da Monaco per disegnare un futuro roseo. L’Olympiastadion impazzisce per l’idolo di casa Konstanze Klosterhalfen (14:50.47) che nell’ultimo giro stacca la turca Yasemin Can (14:56.91), argento dopo l’oro dei 10.000. Il bronzo parla britannico con Eilish McColgan (14:59.34).

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1500 METRI – Un portento. Un concentrato di personalità e stile, una corsa leggera ed efficace, una rimonta che stava per concretizzarsi e che lo avrebbe spedito sul podio d’Europa, una medaglia che sfugge per soli dodici centesimi. Ma all’Olympiastadion è la serata segna il definitivo salto di qualità di Pietro Arese, già finalista ai Mondiali indoor in marzo (ottavo) e oggi quarto nei 1500 della rassegna continentale, con un tempo che in Italia non si ricordava dal 1996, ovvero dall’epoca di Gennaro Di Napoli. Il 3:35.00 (PB di oltre due secondi rispetto al suo precedente 3:37.23, quarto italiano di sempre) è frutto di una condotta coraggiosa, a tratti spregiudicata, senza il timore di giocarsela nelle posizioni di testa e con la freddezza di chi ha talento per davvero.

A due giri dal termine comincia a riportarsi nel gruppo buono, sale al quarto posto, poi al terzo a cinquecento metri dall’arrivo, prima di essere ripreso da un paio di rivali al contrattacco. Quando va in difficoltà lo spagnolo Mario Garcia, negli ottanta metri finali, l’impressione è che il torinese possa riuscire a risucchiarlo per indossare un bronzo che sarebbe stato sorprendente, e invece per completare la rimonta mancano soltanto dodici centesimi, quelli che dividono l’iberico (3:34.88) dall’azzurro, nella gara dell’oro di Jakob Ingebrigtsen (3:32.76) e dell’argento del britannico Jake Heyward (3:34.44). Voce del verbo accorciare le distanze con i top d’Europa. Applausi, Pietro.

LUNGO – La stabilità di prestazioni intorno ai sei metri e sessanta viene ribadita anche a Monaco di Baviera: sulla pedana bavarese il 6,62 (-0.9) graffiato al quinto turno vale un buon quinto posto per Larissa Iapichino, che già alla quarta prova aveva saltato 6,60 (-0.8). Di impossibile, di fatto, c’erano l’oro e l’argento, contesi da Ivana Vuleta e Malaika Mihambo, con preferenza per la serba (7,06) che infligge la sconfitta casalinga alla campionessa di tutto (7,03). L’asticella-medaglie è fissata a 6,80 dalla britannica Jazmin Sawyers, il quarto posto è di proprietà dell’ucraina Maryna Bekh-Romanchuk (6,76). 

200 METRI UOMINI – Più forte della pioggia, che ritarda la sua semifinale di quasi venti minuti e che continua a imperversare mentre è poggiato sui blocchi. L’impatto di Filippo Tortu con questo Europeo è di qualità: con il crono di 20.29 (-0.1) in condizioni sfavorevoli vince la propria semifinale e firma il terzo tempo complessivo del turno, qualificandosi per la prima finale dei 200 della sua carriera. Il 24enne brianzolo disegna una curva di buona caratura e poi emerge nella fase lanciata, lasciandosi di nuovo alle spalle ‘quel’ Nethaneel Mitchell-Blake, lo stesso britannico con cui duellò a Tokyo nell’epica rimonta che consegnò l’oro alla staffetta azzurra. “La finale era l’obiettivo e sono soddisfatto di averlo centrato, seppure soltanto leggermente.

Non credo di aver fatto una bella gara, non ho corso come volevo, domani per una medaglia servirà molto di più: non dovrò sbagliare nulla. Posso migliorare in tutto, a iniziare dalla partenza: soprattutto i primi 120 metri sono da perfezionare. Credo che Hughes sia il favorito, insieme ad Afrifah, ma mi piace pensare che si parta tutti dallo stesso punto”. Mitchell-Blake passa con 20.34 ma sono altri due connazionali a far meglio, e ad imporsi nelle rispettive semifinali, ovvero Zharnel Hughes (20.19/0.0) e Charles Dobson (20.21/+0.4).

Avanza, seppur con il tempo di ripescaggio, dopo aver scherzato un po’ troppo nel finale, il leader europeo nonché oro mondiale U20 Blessing Afrifah (Israele, 20.34/0.0). Saluta invece il francese Meba Zeze (20.47/+0.4) che arrivava con credenziali interessanti, abbandona i 200 anche Fausto Desalu, meno a fuoco rispetto alla batteria della mattinata, out con 20.48 (0.0). “Mi dispiace perché il lanciato era discreto, ma era il frutto di una accelerazione non troppo veloce – la sua analisi – il fatto di essere in ottava corsia, senza avere nessuno di fianco, non mi ha aiutato. Peccato, la finale era alla portata”. A conti fatti, ultimo tempo di recupero il 20.38 dello spagnolo Pol Retamal, con il campione in carica Ramil Guliyev qualificato direttamente grazie a 20.44 (+0.4). Eliminato anche Diego Pettorossi con 20.75 (+0.4).

200 METRI DONNE – La stoccata di Dalia Kaddari. Dalla porta dei ripescaggi, la 21enne sarda guadagna la finale più importante della sua giovane carriera, dopo averne corsa una ai Mondiali con la staffetta 4×100. Stavolta il merito è tutto suo, per effetto del suo 23.06 (0.0), terzo posto nella sua semifinale, dominata dalla campionessa in carica Dina Asher-Smith (22.53). Un tempo che nella finale di domani potrà migliorare per prendersi un piazzamento di prestigio. L’impresa non riesce invece a Irene Siragusa che si ferma in semifinale con 23.46 (+0.3).

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