Atletica
Eugene ai saluti, la 4×400 chiude al settimo posto
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2 anni fail
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RedazioneL’Italia chiude il Mondiale americano con il settimo posto della staffetta 4×400: Anna Polinari, Ayomide Folorunso, Virginia Troiani e Alice Mangione corrono in 3:26.45, il crono della terza prestazione italiana assoluta di sempre. Mai un quartetto del miglio così in alto ai Mondiali.
Due primati del mondo nella giornata conclusiva: lo svedese Armand “Mondo” Duplantis sale nell’asta a 6,21, scavalcando di un centimetro il precedente limite, da lui stesso ottenuto nel marzo di quest’anno al Belgrado; la nigeriana Tobi Amusan stupisce nei 100hs, correndo in semifinale in 12.12 (+0.9), otto centesimi meglio di quanto fatto dalla statunitense Kendra Harrison nel luglio 2016. In finale, ancora un crono stupefacente per la nigeriana, oro in 12.06, tempo però realizzato con vento oltre il limite (+2.5).
4×400 donne – Finale – Il Mondiale italiano si chiude con il sesto posto delle ragazze della staffetta del miglio (Anna Polinari, Ayomide Folorunso, Virginia Troiani, Alice Mangione), il miglior piazzamento di sempre in un Mondiale in questa specialità. Il loro 3:26.45 non è lontano dal record italiano assoluto, il 3:25.16 realizzato ai Giochi di Rio, collocandosi al terzo posto nella lista italiana di sempre.
Un risultato di valore tecnico notevole, impreziosito da tempi parziali di valore (Polinari 52.46, Folorunso 50.77, Troiani 52.37, Mangione 50.85). L’oro va agli Stati Uniti in 3:17.79, ottava prestazione mondiale di sempre, con uno strabiliante split di 47.91 attribuito a Sydney McLaughlin. Argento alla Giamaica (3:20.74), bronzo alla Gran Bretagna (3:22.64).
Amusan da primato del mondo… – Il pomeriggio si apre con una notizia sensazionale: il record del mondo del 100hs firmato in semifinale dalla nigeriana Tobi Amusan (quarta sia ai Giochi di Tokyo, sia nel Mondiale di Doha 2019), capace di terminare, anche rialzata, la sua corsa in un clamoroso 12.12 (vento +0.9), ben otto centesimi in meno rispetto al 12.20 realizzato dalla statunitense Kendra Harrison a Londra il 22 luglio 2016.
E proprio la Harrison è seconda sul traguardo in 12.27, tempo di assoluto rilievo, ma insufficiente a contrastare la scatenata Amusan. In finale, la Amusan si ripete, anzi, va decisamente oltre, tagliando il traguardo in un irreale 12.06, ma il vento oltre la norma la lascia (si fa per dire) solo con la gioia del titolo mondiale. Alle sue spalle, si piazzano la giamaicana Britany Anderson (12.23, argento), e la campionessa olimpica Jasmine Camacho-Quinn (Portorico, stesso tempo della Anderson, ma battuta per cinque millesimi di secondo).
…e Mondo Duplantis non è da meno – Poteva mancare il record del mondo di Duplantis alla perfetta sceneggiatura del Mondiale americano? Ovviamente no. E infatti lo svedese, appena terminata l’ultima gara di corsa (la staffetta 4×400 donne) si arrampica fino ai 6,21, un centimetro oltre il limite stabilito al coperto della Stark Arena di Belgrado il 20 marzo scorso.
È il tripudio generale, per questo ragazzo dalle origini (e dal quotidiano) statunitensi, che dispensa primati con la regolarità a suo tempo inaugurata dal maestro Sergey Bubka. L’argento va al collo di Chris Nilsen (USA, 5,94), con il brozno assegnato al filippino Ernest Obiena (stessa misura di Nilsen).
Tra i pochi campioni olimpici a ripetersi un anno dopo vincendo il mondiale, spicca il profilo della tedesca Malaika Mihambo, oro con un balzo a 7,12 (+1.0), ed un altro valido a 7,09. Prima però che la tedesca planasse sui suoi standard abituali, un brivido: due nulli in avvio ed un terzo salto a 6,98 che rimette a posto le cose, prima di assestare la mira oltre l’ideale linea dei 7 metri.
Argento alla nigeriana Ese Brume (7,02), e bronzo alla brasiliana (sorpresa) Leticia Oro Melo, con il personale portato a 6,89. Kevin Mayer porta finalmente il sorriso in casa Francia. Il primatista del mondo porta a casa il secondo titolo iridato della carriera, primo alloro transalpino della manifestazione, con un notevole 8816 punti, sfruttando anche l’infortunio patito ieri dal campione olimpico della specialità, il canadese Damian Warner.
Questi tempi e misure del neo campione iridato: 10.62; 7,54; 14,98; 2,05; 49.40; 13.92; 49.44; 5,40; 70,31; 4:41.44. Argento all’altro canadese in gara, Pierce Lepage (8701), bronzo allo statunitense Zachary Zimiek (8676).
Dopo la delusione – si fa per dire – patita nei 1500 metri, persi per mano del britannico Wightman, la riscossa di Jakob Ingebrigtsen arriva nei 5000 metri, nei quali coglie l’oro con 13:09.24 ed un ultimo giro da 54 secondi. Argento al 21enne keniano Jacob Krop e bronzo al 20enne ugandese di stanza in Italia Oscar Chelimo.
Chi pensava – moltissimi, in verità – che Athing Mu potesse disporre delle avversarie della finale degli 800 metri a proprio piacimento, avrà avuto di che ricredersi, dopo averne visto lo svolgimento. Perché l’americana ha sì vinto, ma ha dovuto sudare le famose sette camicie per avere ragione della britannica Keely Hodgkinson.
Alla fine, tra le due, solo otto centesimi di secondo (1:56.30 per la Mu, miglior prestazione mondiale 2022, 1:56.38 per Hodgkinson) ed un rettilineo finale interminabile, con la Mu, colpevole di aver lasciato l’interno “aperto”, ad impegnarsi quasi allo spasimo per tagliare per prima il traguardo. Bronzo alla keniana Mary Moraa, 1:56:71; nota: le prime cinque corrono in meno di 1:58 (!).
Oro della staffetta 4×400 maschile agli Stati Uniti (Godwin, Norman, Deadmon, Allison) in 2:56.17. Michael Norman fa segnare un eccellente 43.64, Bryce Deadmon 43.82. Giamaica (2:58.58) e Belgio (2:58.72) si dividono le restanti piazze del podio.
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