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Atletica

Eugene, Sara Fantini ai piedi del podio mondiale

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È in corso la terza giornata dei Mondiali di Eugene. Una straordinaria Sara Fantini termina al quarto posto (73,18) la finale del lancio del martello: è il miglior risultato di sempre per un’azzurra dei lanci ai Campionati del Mondo.

Eliminati i quattrocentisti Edoardo Scotti (46.46),  Davide Re (46.49) e Alice Mangione (52.72). Assegnato il titolo dei 10000 metri: oro al primatista del mondo e campione iridato di Doha 2019, l’ugandese Joshua Cheptegei, al termine di una volata lunga quasi un giro (27:27.43). Nella sessione della notte italiana, finale per Nick Ponzio nel peso e semifinale per Zaynab Dosso nei 100.

Martello donne – Finale – Una meravigliosa Sara Fantini chiude al quarto posto il viaggio nella finale mondiale di Eugene. Un risultato enorme per l’emiliana, il cui martello atterra a 73,18, distante, sì, dal bronzo della statunitense Janee Kassanavoid (terza con 74,86), ma a pieno titolo, e nella parte più luminosa, nel firmamento iridato della specialità.

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Titolo all’altra statunitense Brooke Andersen (78,96 all’ultimo dei sei lanci di gara), con l’argento al collo della canadese Camryn Rogers (75,52). Per l’allieva di Marinella Vaccari, letteralmente esplosa quest’anno grazie ad una stabilità oltre i 70 metri ormai ferrea, ed il record italiano spostato (più volte) fino a 75,77 (a Madrid, il 18 giugno scorso), si tratta di una sorta di consacrazione internazionale, a 25 anni ancora da compiere (accadrà nel settembre di quest’anno).

E con la prospettiva, non va dimenticato, di vivere ancora giorni da protagonista tra meno di un mese a Monaco, in occasione dei Campionati Europei.

La gara della Fantini, davvero emozionante, merita di essere raccontata. L’azzurra apre bene, con un primo lancio misurato a 71,45. Fino al secondo round è sul podio, bronzo virtuale con 73,18 (seguito poi da un 70,80 alla terza prova).

La canadese Rogers, passata in testa con 75,52, la fa scendere di una posizione. Dopo il “taglio” delle ultime quattro in classifica, si parte con gli ultimi tre lanci. Il primo, inferiore ai 70 metri, viene annullato dall’azzurra, il secondo, atterrato a 71,05, non cambia l’ordine complessivo.

L’unico cambiamento avviene in testa, dove la statunitense Brooke Andersen piazza il 77,56 che vale l’oro. Resta un solo lancio per agguantare un podio da sogno, ma l’emiliana, già sicura del quarto posto, non va oltre i 71,04. La Andersen allung ancora, centrando una superlativo 78,96 nell’ultimo lancio di gara, con l’oro in cassaforte.

“E’ stato bellissimo, sono veramente contenta di come sono andate le cose – racconta, con emozione, la Fantini nel dopo gara – . Certo, siccome l’appetito vien mangiando, ad un certo punto ho fatto un pensierino alla medaglia di bronzo, ci ho creduto fino in fondo, ma va bene così.

Sono felice del modo in cui ho gestito sia la qualificazione che la finale. La svolta? Nella testa, ne sono convinta, la testa aiuta a superare i limiti del corpo. E ora non vedo l’ora di affrontare gli Europei, con la miglior misura d’iscrizione”.

Nella storia azzurra del Martello ai Mondiali, Sara Fantini porta il tricolore tra le prime otto per la quinta volta. L’ultima a riuscirci, come già detto al termine della qualificazione, fu Silvia Salis a Daegu, nel 2011, mentre il precedente miglior piazzamento era il settimo posto di Clarissa Claretti a Osaka 2007.

Nel bilancio di settore, vale la pena notare come il quarto posto di Sara Fantini sia il miglior risultato di una lanciatrice azzurra nella storia dei Campionati del Mondo (in precedenza, il quinto posto di Zahra Bani nel giavellotto a Helsinki 2005).

400 metri uomini – Batterie – Poco da fare per Davide Re ed Edoardo Scotti, finiti lontano dalla zona utile per l’ammissione alle semifinali. Il primatista italiano scende per primo in pista, ed è subito chiaro che il suo 46.49 non basti per la promozione.

Avvio tranquillo, e seconda parte a tutta, come da marchio di fabbrica, senza però recuperare più di un avversario. Copione opposto per Edoardo Scotti, che si spegne progressivamente nel finale, per chiudere in 46.46.  Un solo squillo al di sotto dei 45 secondi, prodotto a sorpresa da Bayapo Ndori (Botswana), capolista del round con 44.87.

Tutti i migliori (Van Niekerk 45.18; James 45.29; Norman 45.37) si accodano con rettilinei finali corsi in decontrazione assoluta. Nel dopo gara, sia Re che Scotti hanno raccontato della propria positività al Covid, patita – senza particolari conseguenze, e risolta alcuni giorni fa – durante il raduno pre-mondiale di Florence.

400 donne – Batterie – Un passaggio a vuoto, difficile definirlo diversamente. Alice Mangione, autrice di una stagione fin qui molto interessante sul giro di pista (con il personale portato a 51.47), chiude con un anonimo 52.77, purtroppo ben lontano dall’abbordabile 52.18 utile per passare il turno e guadagnare la semifinale. Miglior tempo del round, il 50.18 della giamaicana McPherson. Ma è spettacolare la prova di Shaunae Miller-Uibo, 51.10 di puro jogging mattutino. 

La legge di Joshua, dieci chilometri da dominatore – L’oro dei 10000 metri finisce al collo di Joshua Cheptegei, il campione del mondo di Doha 2019 e primatista del mondo della distanza, che riscatta la sconfitta di dodici mesi fa Tokyo dominando praticamente dal primo all’ultimo metro la prova odierna.

Battuto, e addirittura fuori dal podio, l’etiope Selemon Barega, il campione olimpico di Tokyo, finito quinto dopo aver provato, nell’ultimo giro, e ovviamente senza successo, a superare Cheptegei sul rettilineo opposto a quello d’arrivo. Un duello pazzesco, a 250 metri dal traguardo, che di fatto ha determinato la classifica finale. Argento al keniano Stanely Mburu, e bronzo all’altro ugandese Jacob Kiplimo.

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