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Tokyo, 4×400 (ancora) record e settimo posto

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L’Olimpiade in pista si chiude con un’altra prestazione maiuscola degli azzurri (domani chiusura dei Giochi con la maratona maschile a Sapporo). Arriva ancora un record italiano per la staffetta del miglio azzurra, già capace ieri di frantumare lo storico limite che resisteva dal 1986. Davide Re, Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Alessandro Sibilio corrono in 2:58.81, dieci centesimi in meno rispetto al crono della batteria (con posizioni invertite nel quartetto tra Re e Sibilio), ma ciò non basta per scalare posizioni in classifica e andare oltre il settimo posto finale. La gara è di livello straordinario, come ovvio che sia in un’Olimpiade: vincono gli Stati Uniti (Cherry, Norman, Deadmon, Benjamin) in 2:55.70, davanti all’Olanda (record nazionale portato a 2:57.18) e al Botswana di Isaac Makwala (2:57.27, record africano). Il Belgio, con 2:57.88 firma il primato nazionale, ma è giù dal podio, e c’è anche un pizzico di rammarico per un errore vistoso degli italiani, che costa probabilmente 4-5 decimi (sul rettilineo finale, Scotti prova a passare all’interno gli avversari diretti, ma essendo partito da ottavo, si ritrova Alessandro Sibilio sul lato opposto, finendo per fare un incredibile slalom per consegnare il testimone). Nel finale, Sibilio corre di rimonta, ma negli ultimi metri, quando è chiaro che l’obiettivo è impossibile, chiude il gas, arrivando in folle e perdendo ancora qualcosina.

In realtà la prestazione degli azzurri è maiuscola, e va sottolineata, anche perché tutti si sono ritrovati in finale con diverse prove corse durante tutto il periodo dei Giochi (per Sibilio, la finale della staffetta del miglio è la quinta corsa olimpica). “Viviamo emozioni contrastanti – le parole di Davide Re – perché da un lato siamo felici di aver corso per due volte sotto i 2:59, ma dall’altro siamo rammaricati, e non per non aver ottenuto il podio, perché per farcela si doveva correre intorno a 2:57, ma perché la medaglia l’abbiamo sognata a lungo”. “Un errore ci sta – il commento di Vladimir Aceti – non possiamo condannarci per questo”. Edoardo Scotti, analizza il momento cruciale: “Ho provato a fare la giocata della vita, ma non è andata. Vedendo i tre avversari davanti a me allargarsi, ho provato a passare all’interno, senza però riuscire a mettermi davanti. Una importante esperienza per il futuro”. Chiude Sibilio: “Il rammarico c’è, ma forse perché ne abbiamo parlato troppo: prendiamoci il settimo posto e basta, il podio oggi era irraggiungibile. “

Le altre finali della serata

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Un’impresa mai vista prima, quella di Sifan Hassan. Vincendo i 10000 metri con uno strepitoso 29:55.32, l’olandese coglie il secondo oro ai Giochi di Tokyo, ed il terzo podio nella manifestazione; in precedenza, erano infatti arrivati l’oro sui 5000 (lunedì), ed il bronzo sui 1500 (ieri), tutti arricchiti da prestazioni di livello assoluto (14:36.79 e 3:55.86). La Hassan ha provato una tripletta che avrebbe fatto epoca, mancandola, a conti fatti, davvero di un’inezia. Questa sera, dietro di lei, spazio sul podio per Kalkidan Gezahegne (Bahrain) in 29:56.18 e Letesenbet Gidey (Etiopia), 29:01.72.

Criticato nelle scorse settimane per una scelta che pareva azzardata, Jakob Ingebrigtsen dimostra sul campo, vincendo i 1500 metri, di avere avuto ragione. Il 3:28.32 conclusivo (record olimpico) è frutto di due fattori: una gestione accorta della tattica di gara, e il ritmo imposto dal keniano Timothy Cheruiyot (argento in 3:29.01). La selezione è frutto del lavoro del secondo classificato, battuto nella retta conclusiva dal norvegese. Terza piazza del podio per il britannico Josh Kerr, 3:29.05, arrivato a tanto così dal sorpasso per il secondo posto.

Maxi sorpresa nel lancio del giavellotto maschile: l’oro va addirittura in India, al collo di Neeraj Chopra, 23enne campione asiatico e in passato (nel 2016) campione del mondo Juniores della specialità. Il suo lancio a 87,58 sancisce una superiorità abbastanza netta, solo parzialmente scalfita dai cechi Jakub Vadlejch (secondo con 86,67) e Vitezslav Vesely (bronzo, 85,44). Fuori dagli otto il tedesco Johannes Vetter, il dominatore della specialità nel 2021 (stagionale di 96,29) e qui fermo a 82,52.

L’alto donne premia la russa Mariya Lasitskene, unica in grado di superare quota 2,04. L’argento va all’emergente Nicola McDermott, con record dell’Oceania fissato a 2,02, ed il bronzo finisce alla favorita della vigilia, l’ucraina Yaroslava Mahuchikh, 2,00. La Lasistskene è brava a ribaltare la situazione dopo il 2,00 realizzato dalla McDermott al primo tentativo. La russa sale in successione a 2,02 (alla prima) e 2,04 (alla seconda), mentre Mahuchikh spende un tentativo a 2,02 e due a 2,04, senza mai riuscire. McDermott si inserisce nel match superando i 2,02 al secondo salto.

Il gran finale della staffetta del miglio al femminile dice USA. Rinforzate dalle ostacoliste McLaughlin e Muhammad, Allison Felix e l’oro degli 800 metri Athing Mu fanno un sol boccone delle avversarie, mai realmente in grado di contrastarle. Oro in 3:16.85, con la Polonia all’argento (3:20.53, record nazionale) e la Giamaica, terza (3:21.24) a beffare il Canada, giù dal podio con sei decimi di ritardo (3:21.84).  

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