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Equitazione

PETA chiede la rimozione degli Sport Equestri dalle Olimpiadi

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La figuraccia fatta da Annika Schleu e Kim Raisner nel Pentathlon moderno alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ha creato l’occasione perfetta che le associazioni animaliste sicuramente aspettavano da tempo.

La People for the Ethical Treatment of Animals (PETA) ha colto la palla al balzo ed ha recentemente richiesto al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) la rimozione degli Sport Equestri dalle Olimpiadi.

Ovviamente, questa richiesta era davvero prevedibile, specialmente dopo che un fattaccio del genere alle Olimpiadi è diventato virale. Purtroppo, è stato come servire su un piatto d’argento l’occasione perfetta per scatenare un vero e proprio polverone attorno agli Sport Equestri.

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C’è da sottolineare però una cosa molto importante: la prova di Equitazione nel Pentathlon moderno (ora in via di rimozione) non è assolutamente come le prove nelle discipline olimpiche quali Dressage, Salto Ostacoli e Completo. Nella prova del Pentathlon manca completamente il legame tra cavallo e cavaliere, legame estremamente solido invece nelle discipline classiche. Per chi non lo sapesse, nel Pentathlon, cavallo e cavaliere avevano modo di conoscersi solo poco prima della gara.
Questo ovviamente non accade nelle discipline di sola Equitazione: lì si parla di anni di lavoro giornaliero, di basi solide e di una profonda conoscenza reciproca tra cavallo e cavaliere.

Prima di Parigi 2024 ci attendono lunghi dibattiti al riguardo e bisogna sperare che il CIO resti dalla parte degli Sport Equestri. Perché di Sport di tratta! È più che giusto rimuovere la prova di Equitazione dal Pentathlon, ma è altrettanto giusto per atleti umani e cavalli atleti che le discipline classiche rimangano tra gli sport delle Olimpiadi.

PETA ha aggiunto che nel Completo un cavallo è stato addormentato, mentre nel Salto Ostacoli un cavallo ha concluso con del sangue dal naso la propria prova. Tuttavia, un conto sono gli incidenti che accadono anche negli sport di sole persone, un altro è vedere atleti finire a fatica un percorso oppure incitare la propria allieva a picchiare il cavallo cercando di prenderlo a pugni come è successo nel caso di Annika Schleu e Kim Raisner.

La vera equitazione è basata su rispetto e conoscenza, nulla a che vedere con quel barbaro fattaccio che abbiamo visto tutti nel Pentathlon a Tokyo (nulla togliere alla disciplina, dove alcuni atleti hanno anche fatto buone prove nel Salto Ostacoli, ma associarla al Salto Ostacoli classico è davvero una mancanza di rispetto).

Sarebbe utile che le associazioni animaliste come PETA e simili iniziassero a rendersi conto della cura alle spalle di questi animali e della vita che fanno i cavalli sportivi: certo, vengono sottoposti a notevoli sforzi ma sono anche estremamente accuditi, seguiti e gestiti da un team amorevole che punta solo al meglio per ogni cavallo.
Vedere per credere.

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