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Paola Mora (presidente CONI Trentino): “quello che stiamo vivendo è un periodo che tempra il carattere”
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4 anni fail
In occasione della serata inaugurale di Voce24news, la nuova web tv trentina, che ha avuto luogo giovedì 10 settembre presso l’Hotel Sporting Trento, abbiamo avuto il piacere e l’occasione di scambiare qualche parola con Paola Mora, presidente del CONI Trentino.
Oltre ad aver toccato alcuni argomenti durante il Talk Show “Ciao bellezza Trentina! Che splendida vacanza, così naturale e coinvolgente“, abbiamo poi posto a Paola Mora anche alcune domande riguardo allo sport (Trentino e non solo) post lockdown.
Come vede la situazione dello sport dopo il lockdown? Che effetti ha avuto questo lockdown sui giovani e sui meno giovani? Ricordiamo che nel 2019 si era notato un aumento di abbandoni nella fascia d’età 18-35, c’è il rischio che si abbassi ulteriormente l’età minima di chi lascia lo sport?
“Il problema dell’abbandono precoce è un problema serio. Noi abbiamo fatto uno studio l’anno scorso somministrando dei questionari a tutte le scuole superiori per studenti dai 16 ai 18 anni e purtroppo l’abbandono è un problema reale. Inoltre, mentre prima l’abbandono poteva essere dato da vari fattori, adesso quello che manca è proprio la motivazione. Dobbiamo cercare di riproporre ai giovani uno sport più vicino alla loro dimensione, non tutti sono agonisti e per questo non serve che tutti facciano le gare.
Dobbiamo riuscire a creare uno sport senza lo stress e l’ansia dei punteggi delle vittorie. Secondo il questionario era emerso che a molti piacerebbe fare anche agonismo, ma non l’agonismo che c’è adesso dove bisogna eccellere stressandosi, ma l’agonismo che porta migliorarsi, a stare in gruppo, a relazionarsi con gli altri e a fare sport per il solo piacere dello sport. Questo è senza dubbio uno dei punti sui quali dobbiamo intervenire.”
Ci sono ancora i progetti come ad esempio “Scuola e Sport”?
“Ci sono ancora tutti, li stiamo facendo tutti, stiamo proprio facendo anche una programmazione differenziata sia per l’alfabetizzazione motoria sia per Scuola&Sport. Poi abbiamo il Progetto Talenti, 100 classi in montagna e molti altri. Il problema è riuscire ad intercettare le esigenze dei giovani.”
E quest’anno tutto si complica con le palestre non disponibili o non adeguate…
“Esatto, ci sono anche tante paure che sono legittime, però si cerca di fare del proprio meglio”.
Quanto può influire a livello psicologico il pensiero o il timore che un compagno di squadra o dello staff sia positivo?
“Senz’altro influisce dal punto di vista psicologico perché se fai una cosa con un retropensiero di paura, non la fai mai con la giusta concentrazione e non hai poi non solo il risultato ad essere diverso, ma va infatti a mancare anche quella gratificazione personale che ti dà il fare sport. Anche l’allenamento, il gesto atletico, le gare che sono state fatte fare adesso… ci sono tante limitazioni.
Questo è un periodo che mette alla prova, è un periodo di rinunce, un periodo che proprio tempra il carattere. E lo sport, essendo una delle attività che fan parte della nostra società, risente di tutte quelle che sono le limitazioni stabilite. Limitazioni, queste, che purtroppo avremo per ancora un po’ di tempo.“
Questo continuare a cambiare le limitazioni e le norme sulla sicurezza, non è che a lungo andare va a sfiancare soprattutto i più giovani che sono spesso e volentieri anche i meno disciplinati? Quando si tornerà ad una parvenza di normalità?
“A questo dobbiamo abituarci. Capisco anche chi scrive delle norme, che quello che si scrive alla sera può cambiare al mattino, ma non possiamo assolutamente tornare come a marzo, dobbiamo essere flessibili e considerare questo come un periodo che durerà ancora ma che prima o poi finirà. Dobbiamo essere pazienti e resilienti: in noi sportivi la resilienza dovrebbe essere un ‘must’, sia fisica che mentale. Qui in Trentino siamo fortunati perché abbiamo tanto spazio e tante possibilità di fare sport all’aria aperta, cosa che invece chi vive nelle grandi città può solo sognare.
Per gli sport e tutte le attività, outdoor e indoor, prima di tornare alla normalità a cui eravamo abituati, dovrà comunque passare ancora del tempo.”
Parola d’ordine: pazienza. Si tornerà prima o poi ad una sorta di normalità, ma resta comunque da fare in modo che, nel frattempo, i ragazzi non abbandonino gli sport soprattutto in un momento delicato come quello in cui stiamo vivendo.
E se la “guerra” tra genitori e figli che invece di uscire vogliono stare in casa incollati al PC o alla televisione era particolarmente dura prima del lockdown, è facilmente immaginabile come, nel periodo di chiusura, la motivazione di troppi ragazzi sia svanita lasciando spazio alla pigrizia.
Ci troviamo davanti ad una guerra silenziosa, certo, ma dobbiamo avere fiducia in tutto ciò che verrà e nel supporto dei nostri cari.
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