Alfredo Webber (nella foto di Roni Andres) ha dipinto il suo capolavoro. Al Muro di Pizarra, nella zona del Monte Colt, il 52enne di Vigo di Ton ha effettuato una freesolo mozzafiato sulla via “Panem et Circenses”, gradata 8c.
A rendere ancora più speciale questo traguardo, il fatto che Webber, cresciuto tra Castel Thun e i boschi sopra Vigo, non è mai stato un professionista dell’arrampicata. Cinque giorni in settimana, infatti, lavora come operaio in cava.
«Questa scalata era il sogno di una vita. Per me ha un valore immenso, ancora più grande di quando qualche anno fa avevo conquistato un 9a, perché quella volta ero legato– racconta Webber –. Sono riuscito a salire su un muro di calcare perfetto, una lavagna. Nonostante le perplessità di molti arrampicatori, nel 2018 ho chiodato la via con pazienza e un po’ alla volta, siccome sono un testardo, ho trovato i movimenti che andavano bene per me. Devo dire che è stato un bel rebus».
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Sempre nel 2018 lo scalatore noneso classe ‘69 è riuscito a salire per la prima volta con la corda. Il primo passo verso una conquista incredibile.
«È una via troppo bella, anche solo per il piacere di scalarla, la qualità della roccia è perfetta – rivela –. Piano piano è nata l’idea di provare senza corde. Quando ho palesato le mie intenzioni a mia moglie, mi ha detto di prepararmi le valigie. Non è stata comunque una cosa improvvisata, ogni movimento era stato studiato nei minimi dettagli e avevo provato più di una volta a salire da solo. L’unica incognita, eventualmente, era rappresentata dal fatto che potesse sdentarsi un appoggio o una presa».
Prima di partire, nelle cuffie, le melodie di “Dentro gli occhi” di Roberto Vecchioni e di “Cuore e vento” dei Tazenda con i Modà, due canzoni capaci di infondere tranquillità. E poi su, presa dopo presa, appoggio dopo appoggio, fino alla cima.
Così Alfredo ha realizzato il suo sogno. «Ho voluto fare questa salita esclusivamente per motivi personali, non ho sponsor e non devo portare risultati – commenta –. Ci tengo comunque a ringraziare la ditta di scarpette Scarpa. E voglio dedicare questa salita alla mia famiglia, a mia moglie Monica e mio figlio Lian, e anche alla mia mamma e al mio papà che non ci sono più».
Alfredo Webber ha iniziato ad arrampicare a 17 anni. La sua è una storia fatta di tenacia e grande forza di volontà, caratterizzata dalla capacità di andare oltre le difficoltà e le battute di arresto che negli anni lo hanno costretto a interrompere la sua attività di arrampicatore.
La sua vita – insieme a una panoramica su un Comune, quello di Ton, e una valle intera, la Val di Non, forse mai visti da una prospettiva di questo tipo – viene ripercorsa anche nel cortometraggio “Volontà di Pietra”. Sequenza dopo sequenza si scopre un personaggio umile e determinato, capace di cadere e rialzarsi, sempre entusiasta e animato da un sincero slancio verso lo sport e da un amore profondo per la sua terra.
Il filmato è stato presentato anche al Trento Film Festival. «In quell’occasione, dal mio punto di vista, il cortometraggio non è stato valutato correttamente – sono le sue parole –. Diciamo che con questa salita mi sono tolto anche un sassolino dalla scarpa».
Oltre ad aver dimostrato che con impegno, caparbietà e passione, si possono dipingere capolavori.