La morte di Davide Rebellin (QUI link) lascia un vuoto profondo nel ciclismo italiano. Il ciclista 51 enne è morto ieri dopo essere stato travolto da un camion a Montebello Vicentino lungo la statale regionale 11.
Nonostante resti il dubbio se il camionista si sia accorto o meno di aver travolto il ciclista, le condizioni delle bicicletta di Rebellin lasciano pochi dubbi al riguardo.
“La scomparsa di Davide ci ferisce profondamente per ben due motivi. Prima di tutto perché una tragica notizia vede coinvolto ancora una volta un ciclista.
Pur non conoscendo ancora bene le dinamiche dell’incidente, è evidente che ancora molto bisogna fare in questo Paese riguardo la cultura del rispetto.
Ci tengo a sottolineare che il nostro sport vive sulla strada, soprattutto in occasione degli allenamenti. E’ da tempo che la Federazione sollecita le Istituzioni ad intervenire con provvedimenti adeguati.
Poi perché tocca un componente della nostra grande famiglia, che ci ha entusiasmato con le sue imprese e che ha corso nel gruppo fino ad un mese fa. La bicicletta era la sua vita, anche adesso che aveva deciso di smettere, ed è un destino beffardo quello che l’ha travolto.
Il mio pensiero va, in questo momento, ai suoi cari, ai quali rivolgo un commosso abbraccio a nome mio personale, di tutto il CF, e della grande famiglia del ciclismo.” così scrive su Facebook il Presidente FIC Cordiano Dagnoni.
Davide Rebellin, 51 anni (era nato il 9 agosto 1971), aveva ufficializzato il suo addio alle corse neanche un mese fa, in occasione della Veneto Classic.
Azzurro n.174 ai Mondiali di ciclismo, ha fatto il suo esordio nella rassegna iridata nel 1996 a Lugano. Nelle categorie cadette, sempre in Maglia azzurra, aveva lasciato il segno vincendo il titolo iridato da junior nella 70 km, nel 1989.
È entrato nella storia del ciclismo italiano e mondiale con il fantastico tris di vittorie nel 2004 nello spazio di otto giorni: Amstel Gold Race, Freccia Vallone (poi conquistata altre due volte) e Liegi.
Per diversi anni è stato il n.1 del ciclismo italiano anche se non ha mai vinto un mondiale. Ha concluso la sua carriera con 70 vittorie tra i pro e 6 giorni in maglia rosa.
Tantissimi i messaggi di vicinanza alla famiglia di Rebellin e numerosi i ricordi e le belle parole riguardo ad un ciclista che è stato fondamentale per questo sport in Italia.
“Sono turbata e rattristata dalla notizia della tragica scomparsa di Davide Rebellin, ciclista italiano che tante emozioni ha regalato agli amanti dello sport nella sua lunga carriera da professionista, conclusasi lo scorso 16 ottobre a 51 anni. Condoglianze alla famiglia.” ha scritto Giorgia Meloni su Twitter.
Non è mancato poi il messaggio di vicinanza del governatore del Veneto, Luca Zaia, sempre tramite social.
“È troppo difficile accettare tutto questo, prima Michele, adesso tu Davide. Ma in mezzo tante, troppe altre tragedie che con eccessiva indifferenza vengono fatte passare come normalità. Ciao Campione di sport e di Umiltà” scrive Daniele Bennati su Twitter, andando a sottolineare l’importanza di tutelare i ciclisti che si allenano sulle strade e che rischiano costantemente le vita: non sono incidenti che dovrebbero accadere, se ne parla ancora troppo poco e c’è ancora troppa indifferenza.