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Calcio

Andrea Zatelli, dai campi del Trentino alla panchina del Milan

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I primi calci a un pallone nel campo sotto casa, con la maglia del Calisio indosso e un pensiero fisso sempre in testa: il Milan.

Andrea Zatelli, nato a Trento il 9 ottobre del 1996, in piena estate ha finalmente coronato il suo sogno, firmando il contratto con la sua squadre del cuore, il Milan.

Il calcio è sempre stata la passione di Andrea, tant’è che fin da quando aveva 5 anni calcava i campi del Trentino e, in particolare, quello del Calisio, dove ha mosso i suoi primi passi. Dai pulcini in poi, però, il passaggio al Villazzano fino all’esordio in prima squadra nella stagione 2013/2014 e l’anno successivo sempre con la squadra collinara, diventata però Vipo Trento.

Dopo la maturità conseguita al liceo scientifico Galileo Galilei di Trento nel 2015, il trasferimento a Milano per frequentare l’Università di Scienze motorie, sport e salute. Qui, per Andrea, il calcio giocato si ferma e comincia quello “dalla parte della scrivania”. Inizia, quindi, la vita da allenatore.
Dopo la laurea triennale conseguita con 110 e lode, Andrea si iscrive alla magistrale sempre a Milano, dove attualmente sta terminando gli studi in Scienza, tecnica e didattica dello sport.

E’ proprio durante il primo anno di magistrale che compie il primo passo verso il suo sogno, quello di lavorare nel Milan.

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Dopo una lunga selezione, il 29 agosto del 2019 inizia, grazie anche all’Università, uno stage proprio nella squadra rossonera, dove viene incaricato prima di fare l’allenatore in seconda e il preparatore motorio per l’Under 10 femminile e, da gennaio 2020, il preparatore atletico per l’Under 17 Nazionale sempre femminile.

L’11 febbraio 2020 Andrea ottiene il riconoscimento come allenatore Uefa C, che permette di allenare tutte le categorie giovanili fino agli allievi nazionali, ma il regalo più grande arriva poco dopo: il 20 luglio Andrea firma nella sede del Milan il suo primo vero contratto e, finalmente, raggiunge il suo obiettivo ed entra ufficialmente a far parte della famiglia rossonera in veste di allenatore dell’Under 11 femminile.

Abbiamo sentito Andrea che ci ha un po’ spiegato come sono stati questi anni.

Quando hai iniziato l’Università i tuoi piani erano questi? Fare l’allenatore?
“In realtà ancora prima di andare all’Università e quindi subito dopo la maturità avevo in mente solo una cosa per il mio futuro: lavorare un giorno per il Milan. Ho fatto il test sia a Verona che a Milano consapevole che la mia prima scelta sarebbe stata il capoluogo lombardo e, una volta passato in entrambe le sedi non ci ho pensato due volte e ho deciso di traferirmi a Milano. Dal momento in cui sono entrato all’Università il mio pensiero è sempre stato quello di lavorare per il Milan.

Qual è stato il percorso che ti ha portato fino al Milan?
“Durante il primo anno di Scienze motorie, seppur le mie idee fossero ben chiare, ho preferito concentrarmi solamente sugli studi, cercando di avere il miglior approccio con l’Università senza avere altri pensieri. Dal secondo anno, verso la fine del secondo semestre, ho avuto l’occasione di collaborare per la prima volta con delle società dilettantistiche. Entrambe erano alla ricerca di un allenatore per il finale di stagione e sono riuscito a fare gli ultimissimi mesi. Seppur breve come esperienza, mi è piaciuta moltissimo ed è per questo che una volta finito il periodo con loro ho iniziato a cercare altre possibilità simili vicino a casa e dando un’occhiata qua e la sono riuscito a entrare a far parte del Cimiano Calcio, una società famosa a Milano per via del fatto che è riconosciuta come centro tecnico del Milan. Come primo incarico mi sono stati affidati i Piccoli Amici classe 2011 e ho così iniziato ad allenarli per tutto il terzo anno di Università. Diciamo che questo è stato una sorta di primo contatto con il mondo Milan. Finita la triennale ho iniziato subito la magistrale ed ero ancora tesserato con il Cimiano, che per il secondo anno mi avevano affidato i Pulcini A 2010 e la gestione della categoria. Ero quindi anche il referente di tutte le squadre Pulcini. Durante l’anno, poi, mi sono candidato per uno stage al Milan e dopo aver passato diverse selezioni e anche alcuni colloqui il 29 agosto ho firmato il contratto da stagista che è durato fino al 30 giugno scorso. Il 20 luglio, invece, ho firmato il mio primo vero contratto con il Milan, diventando l’allenatore della categoria Esordienti femminile Under 11.”

E’ stata una tua scelta precisa quella di allenare il Milan femminile o è stata un’opportunità?
“Diciamo che al momento del colloquio mi è stato proposto di iniziare un percorso nel settore giovanile femminile e preso dalla curiosità ho accettato con molto entusiasmo. Da lì mi si è presentata la possibilità di entrare a fare parte prima dello Staff delle Pulcine Under 10 e poi di diventare l’allenatore delle Esordienti Under 11 e di questo ne sono estremamente soddisfatto.”

Cosa ti ha sorpreso di più una volta entrato ufficialmente nel Milan?
“Devo dire che essendo milanista dalla nascita, ogni volta che prendo il borsone del Milan, indosso la loro divisa d’allenamento, vedo che chi si allena è con quella maglia, mi fa un effetto incredibile. E’ una sensazione fantastica.
Dal punto di vista professionale poi è tutto meraviglioso, il club in sé, la struttura, l’aspetto organizzativo, la gestione di tutti i minimi aspetti, insomma è incredibile vedere quanta disponibilità e quanta organizzazione ci metta ogni singola persona. Non finirò mai di stupirmi.”

Vieni da una regione piccola dove il calcio non è ai livelli delle altre regioni né tantomeno della Lombardia, come ti stai trovando all’interno di un mondo così diverso da quello in cui sei nato?
“Già solamente a livello di città parliamo di un mondo opposto, senza nemmeno parlare di regione. Milano è immensa e dal punto di vista calcistico ha una quantità di squadre e un livello di competizione talmente elevato che non ha eguali probabilmente in Italia figuriamoci in Trentino. Questo discorso vale anche e soprattutto per i campionati dilettantistici dove la differenza è già parecchio evidente. Se poi devo citare il Milan è ovvio che parliamo di un club incredibile, con una storia straordinaria. Entrando a farne parte si capisce ancora di più la sua grandezza e si inizia a capire quanto una società di calcio sia effettivamente un’azienda, quanta gente lavora e dedica tutta sé stessa. Si riesce a comprendere quanto il campo sia una parte importante, si, ma dietro la quale c’è una struttura talmente enorme che è difficile anche solo immaginarla.
Io qui mi trovo benissimo, a Milano e al Milan. Era quello che sognavo”

In questo momento alleni la categoria Esordienti Under 11 femminile, ma guardando al futuro, qual è la tua ambizione?
“Onestamente il mio obiettivo era arrivare al Milan e ora che ci sono riuscito mi godo il momento perchè il mio target principale è stato raggiunto. Se devo però pensare al lungo periodo è ovvio che mi piacerebbe fare carriera qui nel Milan, sarebbe sicuramente la cosa migliore per me. Devo dire che dopo queste prime esperienze mi sto cercando di focalizzare sulle giovanili, perchè al momento mi appassionano di più e mi danno maggior soddisfazione, poi però non si sa mai col tempo.
A livello personale inoltre, dopo aver conseguito il patentino Uefa C, vorrei anche conseguire quello di Uefa D, che mi permetterebbe così di arricchire il mio bagaglio formativo. Al momento però, l’unica cosa certa è che voglio allenare. Mi è piaciuto fare da preparatore e tutt’ora mi appassiona, però allenare mi da una soddisfazione impareggiabile.”

Molte persone, ancora, faticano a comprendere il calcio femminile. Per te allenare queste ragazze cosa significa? Cosa hai notato in questi primi mesi?
“Tutti i dubbi che hanno le persone spesso dipendono dal fatto che non essendo dentro questo mondo faticano a comprendere determinati aspetti. Io stesso, iniziando ad allenarle, ho capito quanta qualità ci sia tra le ragazze ma non solo, ho visto e vedo costantemente quanto impegno mettano, quanta dedizione e quanta voglia abbiano ogni singolo giorno. Hanno un atteggiamento esemplare e sono sempre pronte a migliorarsi, vogliono costantemente apprendere per diventare più forti e vedere tutto questo mi fa capire quanto sia giusto e sia importante investire sempre di più in questo mondo, affidando compiti a persone competenti in modo da garantire sempre maggior riconoscimento.
Personalmente poi non posso che essere estremamente soddisfatto delle ragazze che alleno. Sono davvero felice di questa opportunità e vederle allenare mi da una soddisfazione enorme che mi spinge sempre a dare di più. Loro vogliono sempre migliorarsi e questa loro voglia è contagiosa e porta anche me a voler migliore sotto tutti i punti di vista.”

Come detto prima sei milanista dalla nascita, mi dici ancora cosa significa per un tifoso come te poter lavorare nella squadra del cuore?
“Il fatto di essere tifosissimo sin da quando era bambino mi permette di essere ancora più concentrato per quanto riguarda l’aspetto dell’appartenenza, del sacrificio, del riconoscimento. Questo mio tifo mi permette di far capire maggiormente a chi alleno quanto sia importante e quanto sia motivo di orgoglio giocare per una maglia così storica e importante ed è un concetto che ripeto spesso alle mie ragazze.
Poi onestamente non credo ci sia cosa migliore per me. Ho sempre sognato di lavorare per il Milan e ora che ci sono riuscito spero di restarci il più a lungo possibile. Ho coronato il mio sogno ma ho appena iniziato e non vedo l’ora di tornare sul campo.”

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