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Vestire la canotta azzurra, un’ emozione infinita

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“Devo dire che il movimento piano piano si sta riprendendo, sicuramente gran parte del merito va riconosciuto proprio al recente exploit della nazionale, mancavano da ben 17 anni dalle Olimpiadi e per una realtà come la nostra è quasi inaccettabile – ha commentato Petrucci -. Ho una lunga carriera alle spalle, sia nel calcio che nel basket, ma la vittoria ottenuta a Belgrado che ci ha consentito di prendere il volo verso Tokyo è stato qualcosa di pazzesco. Indubbiamente una delle più belle in assoluto”.

Il presidente della Fip ha poi continuato: “Ho partecipato a 13 edizioni delle Olimpiadi e non c’è nessun evento sportivo che possa essere paragonato a quella manifestazione, semplicemente non ha eguali”. Sacchetti ha poi spiegato cosa rappresenta per lui la maglia azzurra: “E’ il massimo, ed io ho avuto la fortuna di indossarla come giocatore e anche, in senso figurato naturalmente, come ct. I ragazzi mi dicono sempre che sentire l’inno nazionale prima delle partite di campionato è una cosa, quando invece ascolti quelle note vestendo la canotta azzurra il battito del cuore va a cento all’ora”. Marzorati con 278 presenze è il cestista ad aver difesa più volte i colori dell’Italia: “Quattro Olimpiadi, non sono certo uno scherzo. Il ricordo più bello è legato alla medaglia d’argento che abbiamo conquistato nel 1980 a Mosca, lì fu decisivo il gruppo. Remavamo tutti dalla stessa parte e i risultati lo hanno dimostrato concretamente”.

Myers ha avuto addirittura l’onore di fare il portabandiera nel 2000 a Sydney: “Sapete cosa vi dico? Non credo neppure di essere in grado di descrivere a parole ciò che ho provato in quell’occasione. Direi che la stragrande maggioranza di tifosi e appassionati mi ricorda soprattutto per questo e non per le vittorie sul campo o i punti segnati. Parlando di basket giocato all’Europeo del ’99 fu decisivo il ruolo del commissario tecnico Bogdan Tanjevic. Capì che dovevo essere affrontato e trattato con durezza e severità, e ha fatto benissimo”. Per Tonut la nazionale rappresenta ancora l’attualità: “Essere protagonisti in Giappone è stata una soddisfazione enorme soprattutto perché non avevamo di certo i favori del pronostico. Ora la strada è segnata e sono certo riusciremo a toglierci altre soddisfazioni”

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fonte: ufficio stampa

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