Un solo anno a Roma e ha fa fatto i disastri: Zeman lo preferì al NAZIONALE I Poi, il Cagliari…

Zeman (Lapresse) - Sportmagazinetrentino
Se lo ricordano a Roma soltanto per i disastri. Dura un’annata in giallorosso con Zeman, finendo nell’anonimato.
Il calcio è un’industria di sogni, dove ogni giovane talento spera di lasciare un segno indelebile. Eppure, per ogni leggenda che incide il proprio nome nella storia, ci sono centinaia di promesse non mantenute, giocatori che appaiono come meteore, illuminando il cielo del nostro campionato per un attimo, per poi svanire nel buio dell’anonimato.
Sono i calciatori che arrivano con un gran battage mediatico, a cui vengono affidate aspettative altissime, ma che, per un motivo o per l’altro, falliscono. La storia della Serie A è piena di sogni infranti, dove l’illusione di essere un campione si scontra brutalmente con la realtà del campo.
A Roma Renato Portaluppi divenne celebre per le sue scappatelle extra calcistiche che per le sue gesta sul rettangolo di gioco. Un solo gol in 23 presenze e un addio repentino, che lo hanno relegato per sempre nell’elenco delle delusioni.
Un altro esempio calzante è quello di Javi Moreno. L’attaccante spagnolo, protagonista di una stagione d’oro all’Alaves, fu acquistato dal Milan nel 2001. Era stato l’artefice di un’incredibile cavalcata in Coppa UEFA dei bachi, conclusa in finale contro il Liverpool, dove segnò due gol. Eppure, in rossonero, si sgonfiò in un battibaleno, lasciando l’Italia dopo una sola stagione con 25 presenze e soli 2 gol.
Dal giallorosso al biancoceleste
Un caso più recente è quello di Máximo Perrone. Arrivato alla Lazio nel 2023 dal Manchester City, era considerato il futuro del centrocampo argentino. A Roma, però, non è riuscito a ritagliarsi il suo spazio, finendo per essere un’ombra del talento che tutti si aspettavano. Un’altra promessa che non ha saputo sbocciare.
Si potrebbe continuare per molto tempi: giocatori stranieri in primis arrivati con la nomea dei top player, diventati in un amen un flop. Tra queste meteore, però, ce n’è una che a Roma viene ricordato per un intervento da film horror.

La papera fatale
Se c’è una storia che riassume perfettamente la fugacità di una meteora, è quella di Mauro Goicoechea. Il portiere uruguayano, approdato alla Roma nel 2012, aveva il difficile compito di sostituire Maarten Stekelenburg. L’inizio fu folgorante: Zeman lo scelse come titolare, relegando l’olandese in panchina.
Ma il 25 novembre 2012, in una partita contro il Cagliari, il sogno si infranse in modo tanto goffo quanto irreparabile. Su un cross apparentemente innocuo dalla sinistra, Goicoechea si trovò a mettere il pallone nella porta, tra lo stupore generale. Una clamorosa autorete, un errore imperdonabile, che segnò la fine della sua breve, brevissima carriera romana. Quell’episodio, passato alla storia come una delle papere più assurde della Serie A, lo fece precipitare nell’anonimato più totale.