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Atletica

Trionfo azzurro: Battocletti oro U23, Italia regina

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Sempre regina. Sempre con l’oro al collo. È il triplete di Nadia Battocletti, campionessa d’Europa under 23 nel cross dopo due titoli consecutivi da under 20.

E la festa azzurra agli Europei di Dublino si estende anche alla squadra U23 delle donne che centra un oro storico, mai vinto in passato agli EuroCross da nessun team femminile italiano: merito del sesto posto di Anna Arnaudo e dell’undicesimo di Giovanna Selva, poi arrivano Sara Nestola 33esima, Ludovica Cavalli 36esima, Michela Moretton 48esima. Tutte lì, lei e le avversari più temibili. Una accanto all’altra. Battocletti rischia il meno possibile, si porta davanti per non restare chiusa nel gruppone e disegnare le curve sempre in testa. La slovena Klara Lukan la marca da vicinissimo, intraprendente anche la britannica Amelia Quirk, più nascosta la portoghese Mariana Machado. La trentina rischia di cadere a metà gara in un contatto piede contro piede con la Lukan, ma resta in piedi, sospiro di sollievo. Si forma un gruppetto di una decina di unità tra cui le altre due azzurre Anna Arnaudo e Giovanna Selva.

Un plotone che si assottiglia al passaggio alla campana, -1500 metri: rimangono in sei, tra cui Nadia e Anna. E la miccia si accende con l’attacco della francese Manon Trapp, che però non si libera della compagnia. Più decisa l’offensiva della Lukan e allora, eccolo qua, il duello decisivo tra le due grandi amiche e rivali, l’azzurra e la slovena. Il momento giusto. Quello decisivo, a poche centinaia di metri dal traguardo. Attendere e colpire. Nadia Battocletti è così. Divina.

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TESTA – Eleganza, classe, testa. E la freddezza della gara che si scioglie nel sorriso della zona mista, dopo l’abbraccio con papà Giuliano e con il presidente della FIDAL Stefano Mei: “In questi mesi mi sono allenata molto bene – le prime parole di Nadia Battocletti – oggi è stata dura, c’erano ragazze molto forti con caratteristiche simili alle mie. Abbiamo trovato un percorso che ritengo il più tosto degli ultimi anni, durante la corsa ho dovuto mettere in atto tutte le mie tattiche, ho spesso indietreggiato per evitare di prendere troppo vento e ogni tanto rientrando in gruppo ho preso qualche botta. Sì, vedevo le altre che provavano un sacco di attacchi ma io sapevo che la mia qualità migliore sono gli ultimi cinquecento metri, ho aspettato e poi sono partita”. Detto, fatto. Era la donna da battere. E nessuna ci è riuscita. “Mi sentivo la più forte? Io non sottovaluto mai nessuno. In questa trasferta però avevo sempre gli occhi addosso, in quanto favorita: questa cosa mi fa strano, ma anche piacere. Non ho sentito la pressione. Grazie a mamma e papà, alle Fiamme Azzurre e a tutto il team che mi segue sapevo che dovevo solo prendere tutti gli allenamenti di questi mesi e portarli dentro la gara”. 

“BASTA DUBBI” – La 21enne trentina di Cavareno, che quest’anno ha conquistato il titolo europeo under 23 anche nei 5000 su pista, chiude in 20:32 nei 6 chilometri, in una domenica non fredda (9 gradi), su terreno reso umido dalla pioggia sottile della prima mattina, e con tanto pubblico ai bordi del percorso. A coronare una stagione entusiasmante, con l’apice del settimo posto alle Olimpiadi di Tokyo nei 5000 metri: “L’esperienza dei Giochi Olimpici mi ha dato tanto – prosegue Battocletti – sono entrata in contatto con atleti fortissimi come Hassan e Ingebrigtsen, spero di diventare come loro. Ma del 2021, oltre a tutte le medaglie, resta soprattutto la certezza di essere cresciuta mentalmente, ancora più che fisicamente. Ho smesso di pormi i soliti dubbi, sul fatto di non essermi allenata bene o cose del genere. Adesso ragiono in maniera diversa: penso e agisco come un’atleta professionista e non ho più limiti. Non vedo l’ora che arrivi la prossima estate, i Mondiali di Eugene, gli Europei di Monaco di Baviera. Per continuare a crescere”.

“SOFFRIAMO ED ESULTIAMO INSIEME” – Ancora un argento per la slovena Klara Lukan (20:36) e bronzo alla portoghese Mariana Machado (20:36): è lo stesso podio della gara under 20 di due anni fa a Lisbona. Fondamentali, per il trionfo a squadre, i piazzamenti delle piemontesi Anna Arnaudo (Battaglio Cus Torino), vicecampionessa europea di categoria nei 10.000 che è brillante sesta in 20:55, e Giovanna Selva (Sport Project Vco), undicesima in 21:19, protagonista di una solida prova dopo essere stata frenata da un infortunio in estate.

Tra le altre italiane si fa notare la reggiana Sara Nestola (Calcestruzzi Corradini Excelsior), 33esima in 22:09 alla sua prima maglia azzurra, davanti a Ludovica Cavalli (36esima la genovese dell’Aeronautica in 22:11) e alla trevigiana Michela Moretton (Atletica Ponzano), 48esima in 22:41. Parola ancora a Nadia Battocletti: “Ho sempre detto che le medaglie di squadra sono ancora più sentite di quelle individuali – afferma – soffriamo ed esultiamo tutte allo stesso modo, è bellissimo far parte di questo team”. Arnaudo si gode anche il sesto posto individuale: “Sono partita cauta, con prudenza. Peccato essere rimasta indietro nell’ultimo giro ma va bene così”. Selva è “felicissima di aver portato punti per la squadra, nonostante abbia patito il cambio di ritmo all’ultima tornata”. Cavalli ricorda che “dopo due anni al secondo posto di squadra (under 20, ndr), ce l’abbiamo fatta”, per le new entries Nestola e Moretton è una “prima esperienza indimenticabile”.

PRIMA VOLTA – Nella storia degli Europei di cross è la prima medaglia d’oro a squadre femminile per l’Italia (in precedenza quattro successi delle formazioni maschili) e la terza volta di una doppietta con vittoria individuale e per team nella stessa gara dopo quelle degli uomini tra gli under 20 nel 2006, trascinati da Andrea Lalli, e nel 2014 con Yeman Crippa.

UNDER 23 UOMINI – L’avvio fa ben sperare, con un Pietro Arese coraggioso, un Luca Alfieri senza paura: nella battaglia per le posizioni privilegiate della prova under 23 i due azzurri non si tirano indietro, con bella impressione soprattutto nei primi tremila metri. Nella seconda metà di gara (6 km totali) la fatica morde, la brillantezza si perde un po’ e la coppia italiana si stabilizza intorno alla top 20, mentre lì davanti fuggono via il britannico Charles Hicks e l’irlandese Darragh McElhinney e ingaggiano il duello che infiamma il pubblico di casa, una sfida nella quale si inserisce anche il lussemburghese Ruben Querinjean.

Sul lungo rettilineo finale, detta legge proprio Hicks (24:29), su McElhinney (24:33) e Querinjean (24:36), mentre i primi due azzurri terminano 18esimo (Alfieri, 25:17) e 22esimo (Arese, 25:21). Gli altri se la giocano come possono: 29esimo Francesco Guerra (25:34), 39esimo Marco Fontana Granotto (25:45), 61esimo Pasquale Selvarolo (26:31), per il quinto posto dell’Italia a squadre, classifica che assegna l’oro all’Irlanda, argento Gran Bretagna, bronzo Francia. 

UNDER 20 – Spunta qualche raggio di sole quando sull’erba e sul fango si portano le atlete under 20. A distinguersi tra le azzurre è la dominatrice della stagione italiana, Ilaria Bruno, la più vicina alle migliori durante i 4 km della prova. C’è il sedicesimo posto (14:02) per la friulana che nelle scorse settimane aveva fatto tris nei cross di avvicinamento a Dublino, oggi bravissima a recuperare undici posizioni nell’ultimo giro e a completare la propria fatica con un ritardo non così ampio (ventuno secondi) dalla vincitrice Megan Keith (Gran Bretagna, 13:41), nell’albo d’oro dopo due trionfi di Nadia Battocletti. Argento Norvegia (Ingeborg Ostgard, 13:44), bronzo Germania (Emma Heckel, 13:46). Il resto d’Italia vede Giulia Marangon in 25esima piazza (14:08), Aurora Bado 33esima (14:19), Emma Casati 62esima (14:40), Arianna Reniero 81esima (15:00), Chiara Pizzolato 94esima (15:47). Per le azzurre matura un settimo posto a squadre nella classifica guidata dalla Germania su Spagna e Gran Bretagna.

Sui 6 km della prova maschile degli under 20, la parola chiave è “esperienza”: farne il più possibile, sfruttarla per il futuro e guardare avanti. Il migliore degli azzurri è il cuneese Elia Mattio, uomo di cross e di montagna, quarantaduesimo al traguardo (19:14). Poi 57esimo Massimiliano Berti (19:32), 64esimo Konjoneh Maggi (19:38), 70esimo Nicolò Cornali (19:49), 78esimo Thomas Serafini (20:02), 80esimo Nicolò Gallo (20:09), per un complessivo tredicesimo posto a squadre. A ereditare lo scettro di Jakob Ingebritgsen (quattro vittorie in successione in questa categoria fino a Lisbona 2019) è Axel Vang Christensen. Il 17enne danese (classe 2004, ancora in età da allievo), in estate argento agli Europei di categoria a Tallinn nei 3000 siepi, scava un primo solco dopo mille e cinquecento metri, dopodiché in totale controllo consolida il proprio vantaggio chilometro dopo chilometro (17:53 sulla linea d’arrivo) e nega alla Norvegia la continuità sul gradino più alto: è secondo il norvegese Abdullahi Dahi Rabi (18:18). Danimarca a medaglia anche con il terzo classificato Joel Lilleso (18.21). Gran Bretagna oro a squadre davanti a Irlanda e Israele.

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