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Atletica

Tokyo, Osakue: record eguagliato e finale

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Disco donne – qualificazioni – La gioia più intensa della giornata arriva grazie a Daisy Osakue. Il suo disco vola lontano, lontanissimo, e atterra appena sotto la fettuccia della qualificazione diretta, ai 63,66 del record italiano assoluto di Agnese Maffeis, eguagliato – non superato – dopo oltre 25 anni d’attesa (il limite fu stabilito il 12 giugno del 1996, a Milano).

Ma quel che conta, è che la piemontese centra l’accesso alla finale olimpica del lancio del disco, 29 anni dopo l’ultima volta di un’italiana (Maffeis fu decima a Barcellona 1992), riportando la bandiera tricolore in una specialità che vanta storici trascorsi per il nostro paese. La Osakue (per lei solo un altro lancio valido, misurato a 52,66, e un nullo) è quinta nella lista complessiva di ammissione, guidata con 66,42 dalla statunitense Valerie Allman; e fa rabbrividire il fatto che uno dei mostri sacri della specialità, la croata Sandra Perkovic, preceda l’azzurra di soli nove centimetri.

L’appuntamento è per lunedì 2 giugno, alle 13 italiane (le 20 giapponesi). “Sono entrata in pedana dicendo: o la va, o la spacca – racconta entusiasta -, mi ripetevo: Daisy devi lanciare, mena, con la cazzimm‘, come diciamo da me, senza stare a guardare la tecnica… Però non immaginavo di fare così bene, di entrare in finale alla mia prima Olimpiade, e di eguagliare il primato della Maffeis. Sto ancora tremando, avrò la temperatura a 50 gradi… Sono felicissima, viste le difficoltà di quest’anno, avevo mia madre che pregava al telefono prima della qualificazione, Marilù (Maria Marello, l’ex discobola e allenatrice della Osakue, ndr) a Tokorozawa… è stato un anno complicato, per via dell’ernia al disco, ovvia per una discobola, ma qui contava il cuore più del fisico.

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Ora testa alla finale, e se possibile voglio aggiungere prima possibile un centimetro alla misura del record. No, scherzi a parte, sono orgogliosa: essere ai livelli di Agnese Maffeis mi fa venire i brividi. Sapevo di avere queste misure nelle braccia, ma sono molto scaramantica, tenevo questa considerazione dentro di me. Ora ce l’ho fatta, e sono molto felice!”. 

100hs – batterie – 
Anche se con una partenza…difensiva, Luminosa Bogliolo guadagna l’accesso alla semifinale di domani (alle ore 12:45 italiane), grazie ad un 12.93 (vento +0.4) di puro talento. Il primo tentativo di avvio viene annullato – senza conseguenze per gli atleti – dallo starter, ed al secondo, l’azzurra sceglie di non rischiare la falsa, e ciò che ne deriva è un avvio abbastanza spento.

Il gap accumulato viene ridotto con il succedersi delle barriere; dopo il quinto ostacolo la Bogliolo innesta le marce alte, e chiude al terzo posto, con due centesimi di margine sull’irlandese Herman (vittoria alla statunitense Harrison, 12.74).

Viene invece eliminata Elisa Di Lazzaro, quinta (13.08, -1.1) nella quarta batteria, a soli 4 centesimi dall’ultima piazza utile per la promozione (il 13.04 della bahamense Seymour). Purtroppo il tempo realizzato dalla triestina non basta per accedere nemmeno con i ripescaggi: l’ultimo ticket per la semifinale è il 13.00 della liberiana Morrison. “E’ un primo passo – le parole della Bogliolo – alla prima partenza, ci hanno tenuto tantissimo sul pronti, e l’elicottero che volteggiava sopra lo stadio faceva un grande rumore; ho rischiato di fare falsa, si sentiva poco, e stavo per uscire dal blocco…per fortuna un’altra l’ha fatto prima di me, e allora mi sono imposta di non rischiare, non avrebbe avuto senso finire con una squalifica. Reazione allo sparo non eccezionale, ma poi bene, ho capito che non ci sarebbe stato bisogno di incrementare, ho scelto di stare vicina all’australiana, che sapevo sarebbe andata forte. Dopo l’esperienza di Doha ho capito di non dovermi occupare dei tempi delle altre: voglio correre, fare la mia gara”. 

Asta uomini – qualificazioni
 – L’Olimpiade di Claudio Stecchi, purtroppo, finisce subito. Tre errori alla misura d’ingresso di 5,30 ne decretano l’immediata eliminazione. Una controprestazione figlia, con ogni probabilità, del lungo periodo di assenza dalle competizioni per la sfortunata serie di problemi fisici accumulati negli ultimi mesi. 


400hs donne – batterie – Due promozioni ed una bocciatura nel primo round del giro di pista con barriere. Vanno in semifinale Linda Olivieri (quarta in 55.54, primato personale eguagliato) e Yadisleidis Pedroso, il cui 55.57 (limite stagionale) vale il terzo posto tra i tempi di recupero. Il rosso è particolarmente doloroso, perché colpisce quella che probabilmente era l’azzurra in grado di fare meglio, la campionessa italiana Eleonora Marchiando, tradita da un robusto contatto con il terzo ostacolo, dopo una partenza che lasciava presagire sviluppi molto interessanti. La caduta è evitata, ma il 56.82 che ne deriva non può valere la semifinale.

Molto bene Yadis Pedroso: dopo aver corso senza sbavature per otto barriere, perde qualcosa nel finale, in particolare davanti all’ultimo ostacolo (un rallentamento vistoso finisce per metterla fuori dalle prime quattro). Ma quanto fatto basta per passare il turno: lo stagionale di 55.57 abbassa di 22 centesimi il crono ottenuto Rovereto, ai Campionati Italiani Assoluti.

Linda Olivieri sceglie la strada della prudenza: il cambio di ritmo arriva tra il settimo e l’ottavo ostacolo, ma è soprattutto negli ultimi 40 metri che la piemontese guadagna la semifinale (con personale eguagliato, 55.54, stesso crono della seconda piazza agli Assoluti).

Prime schermaglie al vertice. Vincono tutte e tre le pretendenti all’oro: le statunitensi Sydney McLaughlin (con un 54.65 realizzato in assoluto relax) e Dalilah Muhammad (miglior crono del round, 53.97, ed evidente voglia di riprendersi lo scettro tenuto fino a Doha), l’olandese Femke Bol, il cui ultimo rettilineo completamente in “folle” – per uno stupefacente 54.43 finale – è un chiaro avviso alle naviganti… “La qualificazione era il mio obiettivo – racconta Linda Olivieri – sapevo che sarebbe stata complicata, ma fattibile. La prima parte controllata è stata anche figlia dell’ansia che avevo, ma alla fine mi sono accorta di battagliare per il quarto posto, e ho deciso che sarei arrivata davanti io.

Ora bisogna cominciare a pensare alla semifinale, l’obiettivo è realizzare il mio primato personale: non ho niente da perdere”. “Peccato per quella pausa al decimo ostacolo – si rammarica Yadis Pedroso – sono ripartita praticamente da ferma. Ma sono una guerriera, in queste manifestazioni, con l’azzurro addosso, mi trasformo. Non devo sbagliare l’ultimo ostacolo, questo ora è il mio obiettivo”. Lacrime per Eleonora Marchiando: “Mi spiace, ero partita bene, ho cercato di recuperare, ma ormai era tardi. Peccato, stavo bene, la semifinale era fattibile”.

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