Tennis: equiparati i montepremi nazionali in tutte le categorie

Due giorni fa è uscita ladelibera che equipara i montepremi dei tornei nazionali maschili e femminili. IlConsiglio Generale della Fitha deciso che d’ora in avanti non ci saranno più disparità di genere in tutte le categorie: tennis, beach tennis e paddle. Luisa Rizzitelli, (nella foto) presidente di Assists Associazione Nazionale Atlete, afferma con gioia: “E’ un passo importantequello che la Federazione Italiana Tennis ha fatto nell’aver equiparato i massimali delle competizioni, indipendentemente dal genere. È un segnale forte che eravamo fiduciose venisse accolto, non solo perché fa onore al lavoro di questa realtà, eccellenza dello sport italiano, ma perché nessuna Federazione che voglia definirsi moderna può mettere in secondo piano la parità di genere. Mi congratulo con il Presidente Binaghi e con il Consiglio federale per questadecisione al passo con i tempi ed i valori dello sport. Siamo certe che i Circoli italiani sapranno recepirne il significato e che altre Federazioni, non ancora allineate sul doveroso concetto di parità nei montepremi, prendano esempio dalla FIT”. Ovviamentenon potevano mancare le polemichevisto che la parità di genere nel tennis è un dibattito che va avanti da anni ormai. Alcuni esponenti dello sport si sono mostrati apertamente contrari a questa scelta. Tra questi l’attuale campione del mondoNovak Djokovicha detto: “Credo che la nostra organizzazione, l’ATP, dovrebbe lottare di più perché le statistiche mostrano che noi, nei tornei maschili, abbiamo più spettatori, penso che questa sia una ragione per cui, forse, dovremmo essere premiati di più”. Serena Williams, tennista statunitense, non ha perso tempo rispondendo “è stato deludente. Se avessi sia una figlia che un figlio che giocano a tennis, non direi a mio figlio che merita di più perché è un uomo. Novak ha diritto di avere la sua opinione ma quando avrà una figlia – penso che abbia un maschio ora – dovrebbe andare da lei e dirle che suo fratello merita di più perché è un maschio. Il punto è proprio questo. Non metterei mai un sesso contro un altro. Penso che sia ingiusto fare paragoni. Abbiamo avuto così tante donne campionesse e giocatrici che hanno portato grandi idee a questo sport.” È un peccato che un una società moderna come la nostra (e in cui, lo sappiamo ora meglio che mai, le complicazioni e le cause di malumori abbondano) si debba discutere e remare contro ai traguardi che si raggiungono in campo di parità, di qualsiasi parità si parli, soprattutto se si condivide la stessa passione. Mi piacerebbe perciò concludere sottolineando lagrande conquista ottenuta con la delibera del Consiglio Federale, che come donna apprezzo e sostengo, piuttosto che soffermarmi sulla polemica che ha fatto nascere. Si può andare avanti a ribattere quanto si vuole, l’importante è che ormai la decisione è stata presa e, magari, per le generazioni future sarà normale che uomini e donne vengano pagati allo stesso modo a parità di ruolo.

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