Jannik Sinner 2024 US Open (Wikicommons) - sportmagazinetrentino.it
Fenomeno Sinner sotto la lente: Mentre l’Italia celebra le sue vittorie, un’onda di polemica raggiunge il suo rapporto con i colori azzurri
Jannik Sinner, l’astro nascente del tennis italiano, ha trasformato gli ultimi anni in un’inarrestabile ascesa verso l’élite mondiale. Le sue recenti imprese non sono solo vittorie, ma veri e propri tasselli di una storia sportiva leggendaria.
L’altoatesino ha conquistato ben quattro titoli del Grande Slam (due Australian Open, uno US Open e un Wimbledon), e ha brillato anche alle ATP Finals e in numerosi Masters 1000, come Toronto, Miami e Shanghai.
Sinner ha guidato l’Italia alla storica conquista di ben due Coppe Davis, nel 2023 e nel 2024, un traguardo che mancava da quasi cinquant’anni.
Ha riscritto la storia del tennis azzurro diventando il primo italiano a raggiungere il vertice della classifica mondiale ATP, chiudendo un’intera stagione da numero 1.
Nonostante l’enorme successo e la popolarità, Jannik Sinner si trova al centro di una bufera mediatica scatenata da una critica feroce che mette in discussione il suo legame con la “patria sportiva” italiana. A dare voce a questa posizione è stato il noto giornalista e scrittore Aldo Cazzullo, il quale ha commentato il passato rifiuto di Sinner di partecipare alla Coppa Davis (in una precedente occasione) e le sue scelte relative ad altri appuntamenti nazionali e olimpici.
Cazzullo non mette in discussione il talento del tennista, definendolo un “grandissimo campione”, ma sottolinea una percepita distanza dall’Italia. “Da tifoso, Sinner è un grandissimo campione – spiega Cazzullo – ma ha dimostrato che dell’Italia non gli importa nulla. Ha rifiutato la Davis, non ha mai partecipato alle Olimpiadi e ha declinato l’invito al Quirinale”.
Cazzullo evidenzia un contrasto tra l’elogio quasi incondizionato dei media e di alcuni giornalisti, che lo vedono come il simbolo della “nuova Italia”, e il fatto che Sinner abbia sempre preferito seguire scelte puramente personali e la programmazione della sua carriera. A riaccendere le polemiche è stata la discussione sul ruolo di Portabandiera azzurro alle Olimpiadi.
Il presidente del CONI, Gianni Malagò, in diverse occasioni, ha toccato il tema, spiegando la consuetudine non scritta che privilegia atleti che abbiano già conquistato un oro ai Giochi Olimpici per il ruolo di alfiere. Sebbene Malagò abbia espresso apprezzamento per Sinner e abbia sottolineato come il tennista abbia compreso “il valore delle Olimpiadi”, l’applicazione di questa regola ha escluso l’altoatesino dal portare il Tricolore in apertura dei Giochi.
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