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Calcio

Pietro Fontana: dal calcio Trento al campionato NCAA dei college americani

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Maturato da pochi giorni, presso il Liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Trento, Pietro Fontana è un giovane calciatore trentino in partenza per il Nuovo Mondo.

Destinazione: Little Rock, capitale dell’Arkansas, paese che molti hanno sentito almeno nominare grazie ai racconti dello scrittore Mark Twain o perché luogo di nascita dell’ex presidente Bill Clinton. 

Abbiamo chiesto a Pietro di raccontarci anzitutto come è andato, calcisticamente parlando, l’anno appena concluso. “L’esperienza che ho maturato in quest’ultimo triennio nel calcio professionistico ed in particolare nel Trento che milita in serie C e nel Levico negli ultimi 6 mesi in serie D è stata il mio trampolino di lancio.

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Nel calcio Trento ho percorso tutto il settore giovanile fino ad essere aggregato lo scorso luglio per qualche mese alla prima squadra per poi rientrare nella Primavera per partecipare al campionato nazionale dove ci siamo confrontati con avversari di pari età di altre squadre professionistiche del Nord Italia.

Alla fine del girone di andata, da capocannoniere del torneo (9 gol in 9 partite), lo scorso gennaio in accordo con la società ho deciso di andare in prestito nella prima squadra del Levico per valutare il mio livello in un torneo difficile come la serie D, dove sono riuscito a collezionare 12 presenze nel girone di ritorno che si è concluso con una meritata salvezza”.

Quando e perché hai deciso di partire?

“Ho deciso di attraversare l’Oceano perché i risultati sportivi ottenuti mi hanno consentito di ottenere una borsa di studio per studenti atleti da parte dell’UCA e così il prossimo 28 luglio partirò per gli Stati Uniti a frequentare la facoltà di business e a giocare nel campionato nazionale universitario NCAA. 

L’avventura è iniziata grazie ad instagram: è qui che sono stato contattato da Usacollegesport, un’organizzazione che si occupa di mettere in contatto i ragazzi che giocano a livelli alti con i coach dei college americani”. 

Partire così, un po’ all’improvviso, non è una scelta facile…

“Per nulla. Sono molto emozionato e ancora adesso non riesco a capacitarmi bene di quello che sarà. Non è una scelta facile perché devo lasciare qui la mia famiglia, la mia fidanzata e i miei amici, però penso che ripartire da capo sia una sfida che vada raccolta”.

Cosa ti spaventa di più?

“Le cose che mi spaventano sono due: il non riuscire ad ambientarmi dal punto di vista della lingua (però dai, in inglese sono abbastanza bravo) e il non poter contare sui miei genitori. Loro ci sono sempre stati ed è anche soprattutto grazie a loro che potrò fare questa esperienza incredibile. Studiare e fare il calciatore, nello stesso tempo, non è banale: bisogna conciliare studio ed allenamenti, esigenze dello sport e richieste dei professori. Non tutti mi hanno capito, ma è comprensibile, perché non è facile vestire i panni degli altri. 

L’importante è essere riusciti a raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato (nel calcio e nello studio), e lanciarsi verso nuove avventure. In America potrò continuare il mio sport preferito, magari contribuendo un poco anch’io a diffonderlo di più nel paese del basket e del baseball, continuando a studiare le materie che prediligo”.

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