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La Sfera e lo Spillo

Paolo Mantovani. Il presidente gentiluomo

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Paolo Mantovani è la storia della Sampdoria.

Sotto la reggenza dell’imprenditore romano, quattordici lunghi anni, il club passa dalla serie B al sogno sfiorato della Coppa dei Campioni.

Il presidente nasce nel 1930 al rione Prati a due passi dalla Città del Vaticano, dove il fiume Tevere funge da cesura rispetto al proscenio rinascimentale, scenario suggestivo del Teatro Adriano e del Palazzo di Giustizia o Palazzaccio come lo chiamano con spirito beffardo i romani. 

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La carriera di Paolo Mantovani è una parabola brillante e radiosa. Appena maggiorenne è al servizio di un armatore genovese nella sede capitolina. Trasferito nel capoluogo ligure si mette in proprio diventando ben presto armatore indipendente e petroliere di successo.

Scelse la sua dimora a Sant’Ilario, quartiere divenuto famoso per la canzone “Bocca di rosa” del cantautore Fabrizio De André, zona di agrumi tra le pendici dell’Appennino e il Golfo Paradiso. Paolo fu padre di 4 figli Francesca, Enrico, Filippo (deceduto nel 2020 e sepolto nella tomba di famiglia accanto al padre nel cimitero di Bogliasco) e Ludovica.

Uomo serio e discreto, sorridente e pacato entra in punta di piedi nei cuori dei tifosi blucerchiati. Superando di slancio la diffidenza e il rinomato “mugugno genovese” Paolo Mantovani è da ritenersi, supportato dai successi sul green, il presidente più amato della storia di Piazza Borgo Pila.

All’epoca, in seno alla società, Paolo Borea rappresentava il braccio destro, l’uomo di fiducia e l’artefice dei migliori colpi di mercato.

La strada segnata è costellata di trionfi ma anche di qualche dispiacere e amarezza. Le grane giudiziarie e i problemi di salute non piegheranno lo spirito mai domo del personaggio. L’infarto sul rettangolo verde di Cagliari, l’operazione a Phoenix (in Arizona) furono momenti delicati e di sofferenza.

Si arrese solo dopo il secondo infarto e l’aggravarsi della malattia. Il giorno dei suoi funerali (14 ottobre 1993) erano presenti 20.000 persone e l’Excelsior Brass Band di New Orleans suonò il brano musicale “What a friend we have in Jesus”.    

Rimangono negli archivi le storiche vittorie: uno Scudetto, tre Coppe Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa italiana.

Dalle lacrime di gioia della promozione della massima serie sino agli occhi lucidi nel sacro catino di Wembley.

Sotto la guida di Renzo Ulivieri, il toscano di San Miniato, i blucerchiati giungono al secondo posto e centrano la promozione in Serie A (stagione 1981-1982). È la squadra del brianzolo Alessandro Scanziani, trascinatore della truppa, del baffo Paolo Conti, della corsa di Patrizio Sala e del bomber Nicola Zanone.   

Infine, la sconfitta Londinese ai tempi di Gianluca Vialli e Roberto Mancini, bruciante e cocente contro il Barcellona. Il siluro su calcio di punizione di Ronald Koeman, nei tempi supplementari, piega i guantoni di Gianluca Pagliuca e le ambizioni doriane.

Emanuele Perego             www.emanueleperego.it              www.perego1963.it

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