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Atletica

Oregon: Jacobs, Kerley e un pianeta velocissimo

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UOMINI

100 METRI. Un anno dopo la finale olimpica dei 100 metri di Tokyo, l’unico sprinter che gode di ottima salute è lo statunitense Fred Kerley, capofila 2022 in 9.76.

L’oro olimpico Marcell Jacobs ha subìto ben tre stop nella preparazione (Nairobi, post-Savona e pre-Stoccolma), il bronzo olimpico Andre De Grasse si è fermato per qualche giorno, ma la sua presenza è certa. Con Kerley, USA con il campione del mondo Christian Coleman e la coppia promossa dai Trials, Bracy e Bromell. La Giamaica, senza l’erede di Usain Bolt, ha i nuovi talenti Oblique Seville e Ackeem Blake, e il redivivo Yohan Blake, mai così veloce nell’ultimo decennio.

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L’orizzonte non propone outsider in grado di insidiare il lotto dei favoriti: il keniano Omanyala, forse, gli UK Prescod e Hughes, mentre del cinese Su Bingtian non si hanno notizie, tranne quella dell’iscrizione. Il titolo mondiale va a uno sprinter USA o a un giamaicano dal 2005. L’ultimo a spezzare l’asse fu Kim Collins, astro di St. Kitts, nel 2003, lo stesso anno dell’ultimo europeo sul podio, con il bronzo del british Campbell.
Azzurri in gara: Chituru Ali (Fiamme Gialle), Marcell Jacobs (Fiamme Oro)

200 METRI. È attesa la definitiva consacrazione del baby Erriyon Knighton (19.49), l’unico che sembra in grado di contrastare il campione del mondo uscente Noah Lyles, tornato ai livelli pre-Doha 2019. Anche sulla distanza doppia, gli USA presentano il poker con lo stesso Kerley e il primatista 2021 dei sub-20, l’argento di Tokyo Kenneth Bednarek. Outsider: il meeting di Parigi ha lanciato il sudafricano Luxolo Adams (19.82); da Trinidad, cartolina spedita da Jereem Richards, bronzo a Londra 2017, in 19.83 con pista allagata, lo stesso crono del liberiano Fahnbulleh, uomo degli ultimi 40 metri. Ogando, versatile dominicano, ha avvicinato i 20″.

Iscritto De Grasse, argento a Doha e oro olimpico un anno fa, ma non in condizioni smaglianti. Europa: le premesse non preludono a un ritorno di uno sprinter del vecchio continente sul podio iridato. Filippo Tortu (20.15 in stagione) non affronta la doppia distanza in un contesto mondiale dall’edizione di Londra, dove fu semifinalista, così come a Doha l’altro azzurro e oro olimpico Fausto Desalu.
Azzurri in gara: Fausto Desalu (Fiamme Gialle), Filippo Tortu (Fiamme Gialle)

400 METRI. L’airone delle Bahamas, il campione olimpico Steven Gardiner, non potrà difendere il proprio titolo iridato: a quattro giorni da Eugene ha annunciato di essere out per una tendinite. È atteso a un ottimo Mondiale l’altra stella caraibica, il grenadino Kirani James, che a sua volta in carriera ha vinto l’oro iridato e quello a cinque cerchi.

Dal fronte USA grandi prove di Michael Norman, che sulla pista del Mondiale si è già espresso in 43.60 e 43.56. Ai Trials, exploit del meno atteso Champion Allison, sceso a 43.70, e terzo biglietto per Randolph Ross, quartermiler con fame di riscatto dopo la delusione olimpica (out in batteria). Wild card per Cherry, vincitore in Diamond League. Fuori dai periscopi il colombiano Zambrano, argento iridato e olimpico, l’America latina porta in dote nomi emergenti come il dominicano Feliz. Europa col britannico Hudson-Smith, quest’anno a un soffio dal record europeo in 44.35. L’Africa? Dalle nebbie degli infortuni ecco riemergere Wayde van Niekerk, recordman mondiale, fresco di 44.58 ad Atlanta pochi giorni fa.
Azzurri in gara: Davide Re (Fiamme Gialle), Edoardo Scotti (Carabinieri)


DONNE

100 METRI. Shelly-Ann Fraser-Pryce strizza l’occhio al titolo mondiale numero cinque sulla distanza breve, ma la concorrenza, tutta giamaicana, è terribile. Elaine Thompson-Herah (curva di rendimento in stallo) e Shericka Jackson (stelle favorevoli) possono ricomporre il tris della finale olimpica. La Jackson, soprattutto, sorprende come Kerley per l’iper-velocità da ex-specialista dei 400 (due bronzi mondiali e uno olimpico). Le sprinter di casa sono quotatissime in base ai tempi, meno sulla stabilità. Se un’outsider deve esserci, che sia l’elvetica Kambundji, già castigamatti sui 60 ai Mondiali indoor.
Azzurre in gara: Zaynab Dosso (Fiamme Azzurre)

200 METRI. Ancora loro, le tre regine dei 100 metri, per un titolo sulla distanza doppia che sfugge alle giamaicane dal 2013. La Thompson-Herah si presenta con doppio oro olimpico e la Jackson con il miglior crono dell’anno. Assente la bomba namibiana Mboma per infortunio, la stagione ha proiettato ai vertici la sprinter USA Abigail Steiner. Shaunae Miller-Uibo e l’iridata uscente Dina Asher-Smith on fire, la loro presenza vale il biglietto della finale. Outsider: la svizzera Kambundji ancora on stage, alert per la nigerina Seyni, che può essere la Mboma in versione Oregon. 
Azzurre in gara: Dalia Kaddari (Fiamme Oro)

400 METRI. La regina dei 400 piani sarà un nome nuovo, pur se quello di Shaunae Miller-Uibo, due volte oro olimpico (ma mai mondiale), è il più papabile. Con la sparizione della bahreinita Naser e la migrazione di Shericka Jackson allo sprint puro, si apre una prateria per le ambizioni della dominicana Marileidy Paulino, argento a Tokyo, nella cui ombra è cresciuta la 22enne Fiordaliza Cofil, sconosciuta fino ai Giochi Panamericani U23 dello scorso dicembre e poi esplosa nel mese di maggio. Con il tramonto di Allyson Felix, USA senza un’erede dichiarata ma buone specialiste, tra le quali emerge la non ancora 20enne Diggs. Le giamaicane McLeodMcPherson e Young, per un vuoto da colmare, il titolo mondiale mai conquistato. Europa: la polacca Kaczmarek in primis.
Azzurre in gara: Alice Mangione (Esercito)


STAFFETTE

4×100 UOMINI. Il contesto è sempre quello: USA sulla carta di un altro mondo e iridati in carica, favoriti. Italia oro olimpico spettacolare con tanta voglia di confermarsi ai livelli più alti. Giamaicani con l’ingresso di forze fresche, britannici con il dente avvelenato per l’incidente olimpico, canadesi con De Grasse in dubbio. Sud Africa, Giappone e Brasile team extra-europei, Germania e Francia dal vecchio continente, sono in lizza per un posto al sole. 
Azzurri convocati: Chituru Ali (Fiamme Gialle), Fausto Desalu (Fiamme Gialle), Marcell Jacobs (Fiamme Oro), Matteo Melluzzo (Fiamme Gialle), Lorenzo Patta (Fiamme Gialle), Diego Pettorossi (Libertas Unicusano Livorno), Wanderson Polanco (Atl. Riccardi Milano 1946), Filippo Tortu (Fiamme Gialle).

4×400 UOMINI. Sette medaglie d’oro USA nelle ultime otto edizioni, e anche quest’anno il sole sembra dover splendere a stelle e strisce. Per giocarsi le migliori chances possibili, sembra anche l’anno buono della Repubblica Dominicana, forte di almeno due individualità di altissimo livello. Olanda e Botswana, sorprese di Tokyo, cercano un’altra finale da sogno. Giamaica e Trinidad sempre sul pezzo, Belgio, Italia e Francia con la finale nel mirino. 
Azzurri convocati (anche per la 4×400 mista): Vladimir Aceti (Fiamme Gialle), Lorenzo Benati (Fiamme Azzurre), Lapo Bianciardi (Avis Barletta), Mario Lambrughi (Atl. Riccardi Milano 1946), Brayan Lopez (Fiamme Azzurre), Pietro Pivotto (Atl. Biotekna), Davide Re (Fiamme Gialle), Edoardo Scotti (Carabinieri).

4×100 DONNE. Giamaica favoritissima, con titolari o non, britanniche e statunitensi per le piazze d’onore, almeno secondo le individualità (meno per i meccanismi di cambio). Collaudatissime le staffettiste UK, decisamente da costruire il quartetto USA, per il quale non sorprenderebbe la scelta tecnica di affidarsi più alle duecentiste (recuperata Gabby Thomas, inopinatamente bocciata ai Trials). Al buffet delle medaglie, quindi, si affaccia una Svizzera fortissima, mai così competitiva e con l’ambizione di riempire la casella vuota in zona podio. Nigeria dentro per rinuncia della Francia: le africane vantano individualità spettacolari (Ofili in primis), i cambi chissà.
Azzurre convocate: Anna Bongiorni (Carabinieri), Zaynab Dosso (Fiamme Azzurre), Vittoria Fontana (Carabinieri), Johanelis Herrera (Aeronautica), Dalia Kaddari (Fiamme Oro), Alessia Pavese (Aeronautica), Irene Siragusa (Esercito).

4×400 DONNE. Proprio la Giamaica è stata l’unica a interrompere la collana degli ori statunitensi dell’ultimo decennio (a Pechino 2015). Le caraibiche hanno le carte in regola per il bis in casa USA, a meno che le statunitensi rispolverino (anche in parte) il Dream team visto a Tokyo, con Mu, McLaughlin etc. Polonia lanciata verso una prestazione da podio, chances di una certa consistenza anche per Gran Bretagna e per le olandesine volanti guidate da Femke Bol e compagnia. 
Azzurre convocate (anche per la 4×400 mista): Alessandra Bonora (Bracco Atletica), Mariabenedicta Chigbolu (Esercito), Ayomide Folorunso (Fiamme Oro), Raphaela Lukudo (Esercito), Alice Mangione (Esercito), Anna Polinari (Carabinieri), Giancarla Trevisan (Bracco Atletica), Virginia Troiani (Cus Pro Patria Milano).

4×400 MISTA. Da Tokyo a Eugene la composizione del podio potrebbe confermarsi con i team di Stati Uniti (in squadra Allyson Felix, al decimo Mondiale, un record), Polonia e Repubblica Dominicana. La Giamaica può scalare il vertice. Potenzialmente molto quotata l’Olanda ma è poco probabile che la coppia Bol-Klaver sarà ricomposta nella mista. Occhio ai britannici, fortissimi con la squadra femminile e con la chance di ben figurare nella 4×400 mista dopo la rinuncia a schierare la 4×400 maschile. 

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