Tre giri da 14 chilometri (più un finale di 195 metri) tra Eugene e la vicina città di Springfield, tendenzialmente piatto, da percorrere in senso anti-orario: questo il circuito della maratona mondiale. Per la marcia, si gareggia su un percorso da un chilometro, con due boe, lungo il viale intitolato a Martin Luther King, di fronte all’Autzen Stadium, la casa del football americano tempio degli Oregon Ducks.
20 KM MARCIA UOMINI. Toshikazu Yamanishi, iridato a Doha e bronzo a Tokyo, è ancora il favorito assieme ai connazionali Eiki Takahashi e Koki Ikeda, argento olimpico, e allo svedese Perseus Karlstrom (ultimo test sui 10 km formidabile).
I cinesi non vincono da Mosca 2013 e finora sono rimasti coperti, gli spagnoli (che non vincono da Pechino 2015) sono sempre da considerare per i piazzamenti alti con specialisti quali Garcia, Amezcua e Martin, così come il brasiliano Bonfim, già al bronzo nel 2017, iscritto anche alla gara dei 35 km. Italia con Fortunato per marciare tra i primi otto.
Azzurri in gara: Francesco Fortunato (Fiamme Gialle), Gianluca Picchiottino (Fiamme Gialle)
35 KM MARCIA UOMINI. Al battesimo del campionato del mondo, la distanza vede tra i possibili protagonisti ancora i giapponesi, Kawano, Matsunaga e Noda, il canadese Dunfee (bronzo mondiale e olimpico della 50 km), l’oro di Tokyo dei 20 km, l’azzurro Massimo Stano, e quello della 50 km, il polacco Dawid Tomala.
Spagna con team di grandi ambizioni con Miguel Angel Lopez, iridato sulla 20 km a Pechino. Cinesi più competitivi che sulla 20 km.
Azzurri in gara: Andrea Agrusti (Fiamme Gialle), Massimo Stano (Fiamme Oro)
20 KM MARCIA DONNE. Cinque titoli mondiali consecutivi alla Cina, e potrebbe non essere finita qui. L’iridata uscente Liu Hong, Qieyang Shenjie (argento a Doha, oro olimpico di Londra) e Ma Zhenxia possono fare squadra e cassa al banco delle medaglie, dopo la tripletta nella fornace del Qatar.
Pronte a inserirsi nelle posizioni di vertice le spagnole (Maria Perez in primis) e una pattuglia di sudamericane quali la peruviana Garcia e l’ecuadoriana Morejon.
Azzurre in gara: Nicole Colombi (Carabinieri), Valentina Trapletti (Esercito)
35 KM MARCIA DONNE. La gara di Dudince ha dato indicazioni chiare sulle contendenti per il podio, le cinesi Qieyang Shenjie e Li Maocuo e la peruviana Garcia. Ecuador con specialiste quali Morejon, Perez e Bonilla, per uno storico podio femminile mai arrivato nel paese, che esultò per i successi di Jefferson Perez nei 20 km maschili. Spagna con la Garcia-Caro, non con la Perez che non doppia i 20 km.
MARATONA MASCHILE. Il Kenya ha selezionato Lawrence Cherono, Geoffrey Kamworor e il poco quotato Barnabas Kiptum. Niente Kipchoge (see you in Paris 2024) e tante rinunce. Etiopia con l’iridato uscente Lelisa Desisa, Tamirat Tola e Mosinet Geremew.
Chances di un ottimo mondiale anche per la coppia europea formata dall’olandese Nageeye (argento a Tokyo) e dal belga Abdi (bronzo), per il brasiliano Daniel do Nascimento e per alcuni maratoneti africani fuori dall’asse Kenya-Etiopia: l’eritreo Tewelde, il tanzaniano Geay.
MARATONA FEMMINILE. La squadra keniana sarebbe stata la migliore possibile: nel pomeriggio di lunedì è arrivata però la rinuncia dell’olimpionica Peres Jepchirchir, frenata da un infortunio all’anca destra. Il team rimane iper-qualificato con l’iridata Ruth Chepngetich, la coppia Judith Jeptum Korir e Angela Tanui.
Etiopia con lo spaventoso terzetto Bekere, Yeshaneh e Gebreslase. Le runner di casa, Sara Hall e l’esordiente (a 37 anni) Keira D’Amato, per raccogliere ombre africane lungo il percorso. Europa assente dal podio dall’argento di Valeria Straneo nel 2013. La rappresentanza continentale è ben onorata dalla coppia brit Purdue–Piasecki e dall’israeliana ex keniana Salpeter.