Nuovi play crescono: l’ascesa di Donte DiVincenzo a Minnesota è già un caso
Nuova vita per Donte DiVincenzo - Sportmagazinetrentino.it (Foto X)
Paolo Banchero, Simone Fontecchio, ma non solo: c’è un altro italiano pronto a recitare da protagonista nella stagione NBA.
NBA chiama Italia. L’inizio del rapporto tra il basket dei marziani e quello tricolore risale ormai a 30 anni fa. Era il 1995 quando Stefano Rusconi e Vincenzino Esposito divennero i primi cestisti del Belpaese a sbarcare nel campionato più bello del mondo.
Solo dagli anni 2000 l’elenco degli italiani capaci di farsi spazio tra i giganti NBA ha iniziato ad allungarsi, sebbene l’unico a vincere sia stato Marco Belinelli, campione nel 2014 con San Antonio.
Quel che è certo è che il pianeta NBA all’Italia ci pensa eccome. Il progetto NBA Europe prevede infatti almeno un posto per la bandiera tricolore. Quello dell’Olimpia Milano e magari un altro, dal momento che è in piedi l’affascinante progetto di coinvolgere il calcio.
Inter e Milan, complici le proprietà americane, sono interessate ad entrare nel sistema. In particolare i rossoneri, grazie ai rapporti consolidati tra il presidente Gerry Cardinale e il commissioner NBA Adam Silver, grande capo del progetto NBA Europe. Se si assisterà ad un’unione di forze tra il gruppo Armani e una delle proprietà dei club calcistici milanesi, o magari entrambi, è ancora presto per dirlo.
Aspettando NBA Europe c’è un po’ d’Italia nella lega dei marziani
Così come è presto per capire quali siano le prospettive per il terzetto di italiani che si apprestano ad essere protagonisti dell’annata NBA appena iniziata. Quel che si può dire è che si è partiti con il piede giusto nel derby fratricida che ha messo di fronte uno dei leader della nazionale italiana, vecchia e nuova gestione, Simone Fontecchio, e una stella azzurra mancata per note ragioni, Paolo Banchero.
I Magic hanno piegato gli Heat, ma entrambi hanno fatto bella figura: buono il contributo di Banchero alla causa Magic (24 punti), ottimo in proporzione ai minuti giocati quello di Fontecchio, più che mai on fire nella prima con la canotta di Miami, con 13 punti, 2 rimbalzi, 1 assist, 6/9 dal campo e 1/3 da tre in meno di 19 minuti. Ottime premesse all’alba di una stagione importante per l’ex Jazz e Pistons, a scadenza di contratto.

I T’wolves e la scommessa di coach Finch: l’era DiVincenzo inizia tra i dubbi
Chi invece non ha problemi di questo tipo è Donte DiVincenzo. La scelta 17 del Draft 2018 è ormai diventata grande a tutti gli effetti, ma non ditelo a tifosi e giornalisti a seguito dei T’Wolves. La scelta di coach Finch di promuoverlo a play titolare al posto del vecchio Mike Conley ha infatti spiazzato tutti a Minnesota: “Mike è un play classico, Donte lo è a suo modo. Crea ritmo, corre e spinge la palla sugli esterni” la spiegazione tattica di Finch.
Differenze evidenti, così come lo è il fatto che Donte non nasce point guard e non sarà mai un regista classico, ma anche che personalità e sfrontatezza non gli mancano. La prima uscita, nella vittoria su Portland, ha regalato più ombre che luci, ma si può solo migliorare. Intanto godiamoci due italiani titolari in NBA ed uno pronto a uscire dalla panchina. Senza pensare al fatto di non poterli mai vedere insieme in azzurro.
