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Mondiali: Folorunso al record italiano

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Ai Mondiali di Eugene cade dopo nove anni il record italiano dei 400hs al femminile: merito di Ayomide Folorunso che corre in 54.34 in semifinale e migliora di due decimi il 54.54 di Yadisleidy Pedroso realizzato a Shanghai nel 2013.

Non basta per accedere alla finale mondiale, per la quale, a conti fatti, sarebbe servito un proibitivo 53.72. Fuori in semifinale anche le altre azzurre Rebecca Sartori (55.90) e Linda Olivieri (56.04). Negli 800 metri Catalin Tecuceanu sigla il primato personale e passa il turno: 1:44.83 in batteria per migliorarsi di dieci centesimi e strappare il quarto tempo complessivo del round iniziale.

Tornerà in pista domani per la semifinale. Nelle due finali della sessione, oro al Kazakistan nei 3000 siepi grazie all’ex keniana Norah Jeruto (8:53.02) e alla Cina nel disco con il 69,12 di Feng Bin.

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400hs donne – Semifinale – Giù il cappello per Ayomide Folorunso. Diventa chiaro fin dall’inizio del round che l’ingresso in finale sia questione molto, molto complicata. Ma l’emiliana si consola con il regalo più atteso, ovvero il record italiano, più volte sfiorato nel corso di quest’anno e finalmente centrato ad Hayward Field.

Folorunso è quinta nella sua semifinale in 54.34, tempo inferiore di venti centesimi rispetto a quanto fatto segnare da Yadisleidy Pedroso a Shanghai, nella tappa di Diamond League, il 18 maggio del 2013, nove anni fa. Per accedere al turno decisivo, invece, l’azzurra avrebbe dovuto letteralmente rivoluzionare la storia della specialità nel nostro Paese (53.72 l’ultimo crono di ammissione), cosa possibile solo nel regno della fantasia.

Fuori le altre due azzurre, Rebecca Sartori (55.90) e Linda Olivieri (56.04), che si troveranno sicuramente più a loro agio in contesto più accessibile, a Monaco di Baviera, per gli Europei, tra meno di quattro settimane.

E il concetto può essere applicato anche alla Folorunso, che firma il terzo tempo continentale tra le semifinaliste (in finale l’olandese Bol e l’ucraina Ryzhykova – crono più lento ma passata per piazzamento -, poi, scorrendo la lista, l’altra ucraina Tkachuk, 54.24, eliminata, a precedere l’italiana). Il confronto per le medaglie sarà l’atteso match tra le statunitensi Sydney McLaughlin (52.17 in semifinale) e Dalilah Muhammad (53.28), e la già citata Femke Bol (52.84).

Soddisfatta Folorunso: “Volevo uscire dalla pista sapendo di aver dato tutto – le sue parole- è stata una stagione in crescita e quindi so che questa è soltanto una tappa di passaggio per cose migliori che mi aspettano in futuro. Ho fatto qualche errorino tecnico perché ho preso qualche ostacolo sul primo rettilineo, ma tutto sommato sapevo che sarebbe stata una bella lotta e sono contenta di essere rimasta lì a combattere con loro. A che punto sono con la mia storia negli ostacoli? Mi sembra di essere ancora all’inizio, è come se li stessi capendo sto capendo ora, pur facendo ostacoli da quasi dieci anni”.

800 metri uomini – Batterie – Ad un certo punto della gara, intorno ai 600 metri, sembra che non ci sia più nulla da fare per Catalin Tecuceanu, transitato in ottava posizione. Mai sottovalutare, però, la capacità di reazione di questo ragazzo, alla prima grande esperienza in maglia azzurra.

Il suo finale è travolgente (25.8 negli ultimi duecento metri, 12.8 nell’ultimo cento metri) al punto che risale posizioni fino al quinto posto (poi divenuto quarto per la squalifica dello statunitense Jonah Koech), e soprattutto sigla il primato personale, abbassato a 1:44.83.

Il ritmo imposto, tra gli altri, dal canadese Marco Arop produce i tempi più veloci del round (è lui il capolista con 1:44. 56), tanto che Tecuceanu alla fine, pur ripescato con i tempi, stampa il quarto crono assoluto. Mission accomplished. Appuntamento in semifinale domani alle 4 del mattino italiane (nella notte tra giovedì e venerdì).

Le finali – Mai una discobola americana ha vinto il titolo mondiale. Nemmeno Eugene interrompe il sortilegio: l’oro olimpico Valarie Allman non va oltre il terzo posto con la misura di 68,30. Il risveglio della cinese Feng Bin scombina i piani ad Hayward Field, direttamente al primo lancio, un 69,12 che indirizza la gara verso l’Oriente e che nemmeno la croata Sandra Perkovic è in grado di arginare (argento con 68,45).

Nell’avvincente finale dei 3000 siepi, scappano in tre, a tre giri dalla fine (Jeruto, Yavi, Getachew) tallonate dall’etiope Abebe. Compatte al suono della campana, e ancora ai -200, è lo spunto della kazaka ex keniana Norah Jeruto a fare la differenza: affronta la riviera senza toccare la barriera e si libera della concorrenza etiope di Werkuha Getachew e Mekides Abebe, mentre affonda Winfred Mutile Yavi (Bahrain).

Un oro bagnato dal record dei campionati (8:53.02) per la 26enne che da questa stagione indossa la casacca del Kazakistan. Non è banale il record d’Etiopia per Getachew (8:54.61) seguita da Abebe (8:56.08).

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