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Atletica

Monaco: Crippa 5000 di bronzo, Dester record

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Grana/Fidal

Serata di emozioni forti per l’atletica italiana, e non soltanto per la medaglia d’oro di Marcell Jacobs nei 100 metri

Gli azzurri festeggiano la seconda medaglia della spedizione agli Europei di Monaco di Baviera grazie a un favoloso Yeman Crippa e al suo bronzo nei 5000 metri con il tempo di 13:24.83, preceduto in un’avvincente lotta a tre nell’ultimo giro dal norvegese campione del mondo Jakob Ingebrigtsen (13:21.13) e dallo spagnolo Mohamed Katir (13:22.98).

Per il trentino delle Fiamme Oro è la seconda medaglia europea in pista dopo il bronzo conquistato quattro anni fa a Berlino nei 10.000 metri, specialità che affronterà domenica nella giornata finale degli Europei per cercare un altro podio. Nella stessa gara è tredicesimo Pietro Riva con 13:34.09. L’Italia può brindare anche per il primato italiano di un fantastico Dario Dester nel decathlon: dopo ben ventisei anni cade il record nazionale siglato da Beniamino Poserina a Formia nel 1996 (8169 punti), sotto i colpi del 22enne cremonese dei Carabinieri, capace di totalizzare uno score di 8218 punti con primati personali in tutte le gare di lanci (peso 14,56, disco 43,04, giavellotto 57,24) e con una straordinaria prova di maturità. Il campione olimpico Gianmarco Tamberi si qualifica per la finale dell’alto insieme a Marco Fassinotti con la misura di 2,21.

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CRIPPA: “TRASFORMATO LA ‘SFIGA’ IN FORTUNA” – Ingebrigtsen non aspetta e prova subito ad allungare, Crippa e il resto della compagnia non lo lasciano scappar via: ecco quindi che il gruppo si ricompatta. Il 25enne azzurro allenato da Massimo Pegoretti prova a portarsi davanti a quattro giri dalla fine e ad aumentare il ritmo, ma è quando mancano mille metri che il norvegese delle meraviglie riprende il comando della sfida, inseguito in prima battuta da Katir. Alla campana, di fatto, la situazione è già delineata: passano Ingebrigtsen, Katir e Crippa, è a distanza di sicurezza lo svedese Andreas Almgren che tenta la rimonta, vanificata dalla cattiveria agonistica del trentino.

“Super contento della mia gara, di come l’ho iniziata, di come giocato a metà gara, e di come ho stretto i denti nell’ultimo giro, perché pensavo che da dietro lo svedese potesse prendermi – racconta Crippa – Ho provato a giocare d’anticipo perché non volevo una gara tattica, ho fatto anticipare un po’ la volata a Ingebrigtsen e Katir, sono atleti di alto calibro, e mi hanno preso sul finale. Ma va bene così, è soltanto la partenza di questo Europeo. Nei 10.000 mi divertirò e spero di far divertire tutti. Sono stracarico per la prossima gara”. 

“È una medaglia importante – prosegue il mezzofondista che in carriera è stato anche argento europeo nel cross a Lisbona 2019, ed è il detentore del record italiano della mezza maratona – e lo è a maggior ragione in una stagione che mi ha visto rinunciare ai Mondiali per infortunio: l’ho risolto insieme a tutte le persone che lavorano con me. Abbiamo trasformato la ‘sfiga’ in fortuna, in occasione, per preparare al meglio Monaco di Baviera. Ci sono arrivato preparato. La dedica è per chi mi sta accanto, per chi mi ha accompagnato fino a qui sano e integro”.

DECATHLON – Esaltante, Dario Dester. Neanche i più ottimisti avrebbero immaginato una due-giorni così travolgente, mai offerta a livello internazionale con queste proporzioni e questa intensità da un atleta in maglia azzurra. Se il suo punto debole erano i lanci, il segno più evidente della rapidissima crescita è proprio il filotto di tre primati personali (su tre) in queste specialità: dopo il PB del peso (14,56 ieri) e del disco (43,04 stamattina), il 22enne cremonese firma anche il record nel giavellotto con 57,24 nella penultima prova del decathlon, con una prestazione che lo proietta verso i 1500 metri conclusivi in vantaggio rispetto alla tabella del record italiano di Beniamino Poserina che resiste da ben ventisei anni.

A Dester serve 4:49.52 per appropriarsi del primato, nella gara conclusiva in Baviera: con il serbatoio in riserva si esprime in 4:41.63 ed esulta per un record che riscrive la storia. Il sogno delle medaglie, di fatto, era sfumato dopo il giavellotto: al termine del gruppo A Dester era ancora secondo (7548 punti), prima che nel gruppo B si scatenassero i bombardieri tedeschi (Kaul 76,05) ed estoni (Oiglane 70,94) che spingevano il cremonese in quinta piazza. I 1500 finali rendono plastico il successo di Niklas Kaul (8545) sullo svizzero Simon Ehammer (8468) e l’estone Janek Oiglane (8346). Ma una cosa, da stasera, è certa: Dester è tra i big d’Europa. “Contentissimo di aver fatto questa prestazione in una competizione di così alto livello – le parole del cremonese di Casalbuttano che prima di oggi aveva superato per la prima volta gli ottomila punti in maggio a Grosseto con 8109 – questi ragazzi sono veramente fortissimi.

Io sono senza parole, ho dato tutto fino alla fine, non ce la faccio più. È record italiano ma c’è ancora tanto su cui lavorare: ho fatto tre personali nei lanci, ma nei salti si può fare ancora meglio. Nei 1500 sono morto, ero veramente distrutto. Ma la strada è giusta. Ringrazio i Carabinieri, il mio coach Pietro Frittoli con cui sto facendo un lavoro spettacolare”. Quello di Dester è il miglior piazzamento azzurro nel decathlon in venticinque edizioni degli Europei: bisogna tornare indietro fino al 1934 per ritrovare la settima piazza di Eletto Contieri nell’edizione inaugurale di Torino. Flashback di vent’anni, invece, per il nono posto di William Frullani sempre a Monaco di Baviera, quattro anni fa la decima posizione di Simone Cairoli a Berlino.

ALTO – Basta 2,21 per centrare la finale del salto in alto agli Europei. La qualificazione non sfugge a Gianmarco Tamberi e Marco Fassinotti: il campione olimpico la coglie dopo un tentennamento al primo tentativo a questa quota, addomesticata soltanto alla seconda prova, di fronte alla bolgia dei 50mila spettatori all’Olympiastadion; l’altro azzurro invece va a bersaglio direttamente al primo assalto, qualcosa che riesce ad altri sei atleti tra cui i tedeschi Mateusz Przybylko e Tobias Potye e il belga Thomas Carmoy, non all’ucraino bronzo mondiale Andriy Protsenko che imita lo stesso percorso di Tamberi: ok 2,17, poi 2,21 al secondo.

Tra gli eliminati illustri ci sono l’altro ucraino Bohdan Bondarenko (out con 2,17) e l’israeliano Yonathan Kapitolnik. Fuori anche il terzo degli azzurri, Christian Falocchi, 2,12 alla seconda e tre macchie a 2,17. Giovedì sera alle 20.05 è l’ora della verità, a sei anni dal titolo continentale conquistato da Tamberi ad Amsterdam. “Mi aspettavo queste misure per la qualificazione – commenta Tamberi – Nel riscaldamento mi sono sentito bene, ho fatto salti migliori rispetto alla gara e allora mi sono messo in modalità ‘off’ per sprecare meno energie possibili.

Poco importa l’errore a 2,21 perché ho speso pochissimo. Qui c’è un’atmosfera pazzesca, era tanto tempo che non sentivo questo tipo di calore da parte del pubblico. Sono entusiasta. Dopo il Covid facevo tanta fatica e invece oggi stavo bene, dita incrociate e speriamo bene: ci sono tanti saltatori competitivi a livello mondiale, molti di loro sono altalenanti, con gare in cui vanno molto bene e altre in cui vanno male, e mi ci metto anche io. L’oro? Complicato da dire, ma dubito si possa vincere con meno di 2,30, i tedeschi qui in casa vogliono un buon risultato“. “Mi ero dato l’obiettivo di superare le misure alla prima prova fino a 2,21 – le parole di Fassinotti – perché poteva bastare per entrare in finale e così è stato. Ho pensato a bilanciare la rincorsa e a stare tranquillo, visto che quest’anno ho trovato costanza intorno a 2,25 e credo di valere anche di più”.

LE ALTRE FINALI – Il re del lungo è ancora il greco Miltiadis Tentoglou che conferma il titolo e impressiona con 8,52 (+0.3), quasi mezzo metro di vantaggio sull’argento dello svedese Thobias Montler e sul bronzo del francese Jules Pommery, entrambi a 8,06. Sesto oro consecutivo nel disco della fuoriclasse croata Sandra Perkovic (67,95) ma con appena otto centimetri Kristin Pudenz (67,87), terza l’altra tedesca Claudine Vita (65,20).

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