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Atletica

Losanna: Weir si conferma a 21,20, Fraser 10.60

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Nella tappa di Losanna della Wanda Diamond League, l’azzurro Zane Weir è sesto nel peso con 21,20, mentre a dominare la gara è il primatista del mondo Ryan Crouser (22,81, record del meeting). Per il 25enne dell’Enterprise Sport & Service è una conferma tra i big mondiali, dopo il quinto posto delle Olimpiadi di Tokyo, a una ventina di centimetri dal personale.

Finisce settimo Fausto Desalu (Fiamme Gialle) sui 200 metri in 20.56 ventoso (+3.2) correndo in una scomoda prima corsia, all’esordio da campione olimpico della staffetta, invece nei 1500 è nona la campionessa europea under 23 Gaia Sabbatini (Fiamme Azzurre) in 4:10.61, con vittorie rispettivamente dello sprinter USA Kenny Bednarek (19.65) e della etiope Gebreezibeher in 4:02.24. Torna il pubblico sulle tribune dello stadio de La Pontaise e si esalta per lo show del fulmine giamaicano Shelly-Ann Fraser-Pryce, che torna imbattibile nella serata svizzera con uno straordinario 10.60 (+1.7) sui 100 metri, terzo crono all-time, precedendo la connazionale e campionessa olimpica Elaine Thompson-Herah (10.64).

Yulimar Rojas nel triplo vola a 15,52 (+0.6), seconda prestazione di sempre con un salto ventoso di 15,56. Serata di cadute e resurrezioni dopo i Giochi: Karsten Warholm perde sui 400 metri (quarto in 45.51), Jakob Ingebritsen vince ma fallisce l’assalto al primato europeo dei 3000 (7:33.06), perde soprattutto Armand Duplantis nell’asta (5,62) lasciando la copertina allo statunitense Nilsen (5,82). Primato del meeting anche per l’olandese Femke Bol, che conquista i 400hs in 53.06. Conferma per Mariya Lasitskene, che si aggiudica come a Tokyo una sfida difficile con 1,98. Nelle altre gare successi di Marileidy Paulino sui 400 donne (50.40), Marco Arop sugli 800 (1:44.50) sul campione olimpico Korir, Devon Allen sui 110hs (13.07/2.9).

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Torna a imporsi il giavellottista tedesco Vetter (88,54), nel lungo donne Ivana Spanovic prevale al turno di finale con 6,73 ma la misura migliore è della svedese Sagnia (6,92), 4×100 donne alle britanniche in 42.44.

WEIR, UN ALTRO +21 – Il pesista azzurro Zane Weir (Enterprise Sport & Service) ha superato per la quinta volta in carriera i 21 metri con l’iniziale lancio di 21,20, terza prestazione personale dopo le brillanti performances olimpiche che gli hanno garantito il quinto posto nella finale di Tokyo. Negli altri tentativi, il 25enne di origine sudafricana ha ottenuto 20,33 e 20,62 oltre a due nulli, piazzandosi sesto. Vittoria al campione olimpico Ryan Crouser (22,81, primato del meeting), davanti al neozelandese Tom Walsh (22,10) e al croato Filip Mihaljevic (21,37 con 20,36 nel turno di finale). Alle spalle di Weir, da notare specialisti di grande valore come il ceco Stanek e il brasiliano Romani.

“È bello avere l’opportunità di gareggiare in meeting come questo – sorride Weir – e mi sento davvero fortunato a poterlo fare. Adesso spero di continuare su questa strada, per divertirmi ancora e confrontarmi con i migliori al mondo. Davvero fantastico che ci siano di nuovo gli spettatori in tribuna, ho sentito la loro energia. Tornerò in pedana martedì, a Rovereto”.

DESALU 20.56 – In chiusura di meeting i 200 uomini con l’oro olimpico della 4×100 Eseosa Fausto Desalu (Fiamme Gialle), stretto nell’imbuto della prima corsia, che lascia una buona impressione fino a metà rettilineo ma poi è meno brillante, settimo in 20.56 (ottavo al traguardo, salendo di una posizione per la squalifica dello statunitense Isiah Young) con vento favorevole di 3.2.

Una bella spinta che ha messo le ali allo statunitense Kenny Bednarek (argento olimpico), autore di un notevole 19.65 davanti all’altro argento (sui 100) Fred Kerley (19.77), davanti a un campione olimpico vero (dei 400), il bahamense Steven Gardiner, terzo in 20.11. “Per me sono state due settimane intense dopo la medaglia d’oro di Tokyo – le parole di Desalu – e tornare agli allenamenti non è stato facile. Ma ho voluto comunque rimettermi in gioco. Non sono soddisfatto, ma neanche particolarmente deluso, perché credo che in un’altra corsia il tempo poteva essere migliore di almeno un decimo. Ora penso soprattutto a divertirmi in pista e sarò in gara a Parigi, sabato pomeriggio, ancora nei 200 in Diamond League”.

SABBATINI NONA – La campionessa europea U23 a Tallinn e semifinalista olimpica Gaia Sabbatini (Fiamme Azzurre) ha chiuso nona l’esperienza di Losanna, comportandosi molto bene nella prima parte di gara e, fino ai 900 metri, dando l’impressione di poter esibire il finale brillante cui ha abituato nelle migliori prestazioni stagionali (quinta posizione parziale a poco più di un giro dal traguardo).

Le gambe hanno però ceduto alla fatica e la 22enne mezzofondista ha perso brillantezza nell’ultimo giro chiudendo in nona posizione in 4:10.61. Successo all’etiope Freweyni Gebreezibeher in 4:02.24 con rettilineo in sorpasso sull’australiana Hall (4:02.95) e sulla statunitense Norris (4:03.27). “Il viaggio di ritorno dagli Stati Uniti, dove ho gareggiato sabato, si è fatto un po’ sentire. Fino all’anno scorso questo sarebbe stato il mio personale – commenta Gaia Sabbatini – e sarei stata al settimo cielo per un tempo del genere, mentre oggi mi sento amareggiata. 
Yulimar Rojas (foto Diamond League)

E se ci penso, è questa la cosa che può rendermi felice stasera”.

FRASER-PRYCE TOP DEL MEETING – Show annunciato del trio jam che ha dominato i 100 metri donne alle Olimpiadi, e di ciò che ne è seguito a Eugene, con il 10.54 stratosferico di Elaine Thompson-Herah, ma stavolta è Shelly-Ann Fraser-Pryce che si prende la scena strapazzando la due volte regina olimpica dei 100 nelle ultime due edizioni dei Giochi, con una prestazione cronometrica straordinaria, un 10.60 (+1.7) che vale il terzo crono di sempre e il primato personale, ancora un altro, con quattro centesimi sulla Thompson (10.64, ottava prestazione assoluta all-time). Subito avanti allo start, una impercettibile esitazione alzando il busto, poi un treno su una pista in fiamme.

La Thompson ci prova, ma i quattro centesimi che separano le due big della velocità al traguardo stavolta sembrano più ampi. Ed è mancato davvero poco a un altro exploit, l’ennesimo della venezuelana Yulimar Rojas nel triplo. La primatista mondiale e oro olimpico ha migliorato a più riprese il record della Diamond League con 15,42 (+1.2) e 15,52 (+0.6), seconda prestazione della storia della specialità, aprendo la gara con un altrettanto mostruoso 15,56 viziato da troppo vento (+3.5). Nel turno finale a tre, 15,11 ormai quasi di routine, davanti alla giamaicana Ricketts (15,02 ventoso e 14,82 legale stasera) e alla israeliana Minenko (14,47).

WARHOLM NIENTE RECORD SUI 400 – Un inizio al solito brillante ma un finale in salita per il campione mondiale e olimpico dei 400hs, autore del fantascientifico record del mondo a Tokyo (45.94). Il norvegese, uno delle attrazioni del meeting di Losanna, ha mancato il target del primato d’Europa sui 400 piani, detenuto dal lontano 1987 dal tedesco Schoenlebe (44.33).

Solo 45.51 per Karsten Warholm, lontano anche dal personale, rimontato dal vincitore statunitense Will London (45.17) e preceduto anche da Isaac Makwala (45.20) e dall’olandese Bonevacia (45.41) a sua volta presentatosi con la credenziale di un fresco 44.48.

Non arriva neanche l’altro assalto di un norvegese al primato europeo, quello di Jakob Ingebrigtsen sui 3000, limite detenuto dal belga Mourhit in 7:26.62. Il campione olimpico dei 1500 metri però vince e firma una splendida vittoria, pur mancando l’obiettivo cronometrico (7:33.06), distante anche dal suo primato europeo U23 di 7:27.05, stabilito nel Golden Gala romano 2020. Gara determinata, per renderla più interessante, dal gran finale dell’etiope Aregawi, andato a insidiare il vichingo dalle retrovie nell’ultimo giro, ma secondo al traguardo in 7:33.39.

Terzo, anche lui senza l’agognato record dell’Oceania, l’australiano McSweyn in 7:35.06. Altra nobiltà battuta: quinto l’oro olimpico dei 10.000 Selemon Barega, sesto il due volte iridato dei 5000 Edris, nono il canadese medagliato olimpico Ahmed.

PERDE ANCHE MONDO – Serata sui generis per Armand Duplantis, che un anno fa, nel centro di Losanna, diede autentico spettacolo assieme a Sam Kendricks, entusiasmando con una gara meravigliosa il pubblico contingentato per la pandemia. Stavolta, con gli spalti finalmente tornati a brulicare vita, il primatista del mondo e oro olimpico si è arenato a 5,62 sbagliando tre prove a 5,82 (quarto), la quota del successo per lo statunitense argento olimpico Chris Nilsen davanti proprio a Kendricks, alla prima gara dopo il forfait forzato dei Giochi. Terzo il russo Morgunov con 5,72.

BOL 53.06 – Le meraviglie cronometriche delle Olimpiadi, in questo caso, non offrono il bis, ma la gara, bellissima, porta la firma della straordinaria olandese Femke Bol (53.06, primato del meeting), che negli ultimi 40 metri ha piegato un’ottima Shamier Little (53.78), migliore stasera della superstar Dalilah Muhammad (quarta). Primo successo in Diamond League per la dominicana Marileidy Paulino, argento a Tokyo. La caraibica ha chiuso in 50.40 precedendo l’altra centroamericana di Barbados Sada Williams (50.77) e la statunitense Hayes (51.06).

Meno fortuna per il trio del podio olimpico degli 800 maschili: negli ultimi metri matura il successo del canadese Marco Arop in 1:44.50, proprio sull’oro a cinque cerchi Emmanuel Korir (1:44.62), e a debita distanza l’argento Ferguson Rotich (1:45.48). Lontanissimo (decimo) il bronzo olimpico Dobek (1:50.60). Se ai keniani degli 800 non è andata bene, al campione olimpico dei 110hs, il giamaicano Hansle Parchment va anche peggio, ottavo in 13.58. Vince, nonostante almeno tre errori sui primi ostacoli, lo statunitense Devon Allen in 13.07 ventoso (+2.9), precedendo lo svizzero Joseph (eccellente 13.11) e il francese Martinot-Lagarde (13.17).

Ivana Spanovic conquista la vittoria nel turno di finale riservato alle migliori tre, volando a 6,73 (in gara 6,85 con +2.3 di vento) sulla pedana del lungo per battere la svedese Khaddi Sagnia, 6,64 nella finalina ma 6,92 (personale eguagliato) per la miglior misura di serata. Terza la britannica Sawyers con 6,66. Nel giavellotto torna a vincere il numero uno Johannes Vetter dopo l’eclissi di Tokyo (88,54) davanti al ceco Vadlejch (85,73) e al campione del mondo Peters (84,32). Nelle altre gare a contorno del meeting, in evidenza le olandesi con l’aiuto del vento irregolare, l’ostacolista Visser sui 100 (11.11/+2.7 un centesimo sull’elvetica Kora) e la Van Hunenstijn sui 200 (22.78/+2.5). Successo della russa Polina Miller sui 400 in 52.16 e della britannica Ellie Baker sugli 800 in 2:00.45. Chiude il meeting un avvincente duello tra Gran Bretagna e Svizzera nella 4×100 donne, vinto dalle prime in 42.44 contro 42.47.

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