Non esiste unadocumentazione ufficialein materia, non vi ètraccia sui libri di storia. Intempo di guerrale notizie sono accreditate dallapropagandae spesso assoggettate alpoterecostituito. Trale pieghedel vissuto quotidiano, dalle testimonianze ebiglietti scritti dal frontesi possono scoprire e cogliereazioni coraggiose, temerarie frutto di sempliceumanità, puro sentimentoverso il prossimo. In un quadro orrendo, conseguenza dell’evento bellico, è possibile scovare frangenti unici di audacia, solidarietà e fratellanza. Vi sarebbero carteggi privati elettere ai familiari(soprattutto di fonte inglese) che documenterebbero lafavola di Nataleandata in scena in anni drammatici e strazianti delcontinente europeo. Ilteatro della vicendasarebbe la cittadina diYpres(in fiammingo Iper), inBelgio. Il suo nome è tragicamente legato allaPrima Guerra Mondiale; il territorio delleFiandre, attraversato dal fiume Yperlée, fu luogo dicruento scontrodella “Grande Guerra” dove persero la vita 300.000 soldati alleati e 200.000 tedeschi e civili. Ilbaglioredellecandeleaccese riposte sul muro perimetrale delfossato, scandire “Stille nacht” e “Silent night” aspettando insieme lanotte dei doni. Lavigilia di Nataledel 1914 isoldati inglesietedeschisi scambiarono whisky, tabacco, salsicce e cioccolato per dimenticare l’atrocità del conflitto,fratellienon nemicialmeno per un giorno. Imilitarisi incontrarono fuori dalletrincee, a metà strada, mostrarono le foto dei loro cari, allestirono la funzione religiosa comune, recuperarono i corpi dei caduti nellaterra di nessuno. Secondo lanarrazionesi sarebbe organizzata unapartita di calcioimprovvisando un terreno di gioco limitato daelmettiecasacchenellezolle della desolazione. Stando airaccontidell’epoca i tedeschi batterono gli inglesi (3-2). Il match si giocòsenzaarbitro e i calciatori calcarono ilterreno gelatocon gliscomodi scarponida combattimento. Possiamo solo immaginare ilsingolare palcoscenico, un quadroromanticoestruggente: il vociare vivace per richiamare il passaggio della palla al compagno come i fanciulli nellepartite di strada.Attimi di serenitàche testimonierebbero l’altovalore della vitaa discapito di scelte meschine, arroganti e superbe. Anche ilBoxing Day(nel giorno di Santo Stefano) le parti in conflitto organizzarono unatreguasilenziata con la complicità dei superiori. In quelle ore,nella terra di mezzotra ildoloree ilrispettodel rivale si decise di ricordarecon dignitàil vero spirito delSanto Natale. La “tregua di Natale”, quando il pallone fermò per un giorno la guerra. Emanuele Peregowww.emanueleperego.itwww.perego1963.it
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