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La Juventus ha sette vite come i Gatti

LaJuventusvince all’ultimo respiro. Sotto la pioggia battente diMonzaibianconeriraccolgono 3 punti d’orosui titoli di codadella contesa. Nelcatino brianzolovanno in scena novanta minuti più recupero dibatticuore, un’altalena di emozioni pure e apprensioni malinconiche. Federico Gatticoglie l’attimo e infila Di Gregorio dopo una volata sull’out destrorso del cardinale Rabiot (al minuto 90 +4). Il ragazzo diRivoli, sino a qualche anno fa calcava i campi dei dilettanti, finisce sulle prime paginedei quotidiani sportivi.È lafavola bianconera(che segue quella del falegname Torricelli); di giorno muratore e serramentista, alla sera calciatore negli stadi di provincia. Sul tappeto dello U-Power Stadium ilnumero 4 piemontesespinge di nervila sferadopo una prima respinta delladifesa biancorossa. L’esultanza dei giocatorisabaudi sul green, il folto seguito dalla panchina, la corsa rabbiosa e gioiosa sotto il parterre nord (dei tifosi bianconeri) sottolineano l’importanza della vittoria ottenutain extremis, oltre ogni ragionevole dubbio. Riavvolgendo ilnastro della pellicola, qualche giro d’orologio all’indietro, l’argentinoValentin Carboni(subentrato all’involuto Colpani) inventa, dopo un breve slalom, un fendente mancino che si spegne nelsacco ospite. È una gioia, quella del pareggio, un urlo strozzato in gola per i brianzoli, che dura il tempo diannotare la marcatura. I ragazzi di Massimiliano Allegri giocano unagara accortae intelligente. Gliundicisono ben messi in campo,squadra corta, coriacea, fisica, ben serrata tra i reparti. Lalinea difensivanon concede spazi e ripartenze, la mediana regge il peso conmestiereed esperienza. Nella circostanza gliamanti del bel giocosaranno rimasti delusi ma laVecchia Signoraè apparsa tonica, solida, cinica e senza pietà. Le fiammate sulfronte d’attaccosono limitate ma chirurgiche e sottolineano la forza mentale del gruppo.Madama, vista dal vivo, ha un organico inferiore (per completezza della rosa) solo alla corazzata dell’Inter. La furiadi Rabiot, in occasione della prima rete sugli sviluppi del calcio d’angolo, eil furoredi Gatti nella zampata della vittoria, risaltano ed esaltano le caratteristiche dei giocatori mai domi eassetati di vittoria(doti che difficilmente si possono insegnare sui campi nelle sessioni di training). IlMonzanon gioca come da copione.Raffaele Palladinoschiera, a sorpresa, Ciurria “falso nueve”, Colpani a sgambettare tra gli spazi della trequarti e un centrocampo coperto. L’ambizioso pianosalta con la rete del francese Rabiot (al minuto 12), dalla prestazione opaca e sotto ritmo. La (doppia) parata del portiere Di Gregorio sulpenaltycalciato da Vlahovic è da incorniciare e il preludio al vantaggio bianconero. IBagajostentano la consuetaragnatela di passaggi, ma la manovra è lenta e prevedibile. Ilbaricentro è bassoe il possesso palla arretrato, seppur ben congeniato, risulta asettico e sterile. Ibianconericoncedono ilpallino del gioconelle zone d’ombra e diventano arcigni e ossessivi nei 30 metri dinnanzi a Szczesny. Allatruppa di Palladinosono mancate la cattiveria agonistica, il cambio di passo e il gioco verticale (non è nelle corde), doti necessarie dinnanzi allasquadra forteeben organizzata. Infine, laquerelle socialdi queste ultime ore tra Adrien Rabiot e Roberto Gagliardini ha alimentato una futile polemica del post partita. La Juventus ha sette vite come i Gatti. Emanuele Peregowww.emanueleperego.itwww.perego1963.it

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