Juve: fino alla fine, fino al confine
Per ilterzo annoconsecutivo sfuma l’ambizione europeadei bianconeri. Seppur guidati da 3 tecnici differenti per carattere e gioco (Allegri, Sarri e Pirlo), iSabaudi(con Cristiano Ronaldo in più) escono dalla competizione contro squadre di livello ma nonarmate invincibili. Nelle ultime edizioni, gli olandesi dell’Ajax, i francesi del Lione e, alla fine, i portoghesi del Porto eliminano laVecchia Signoradal più importante torneo per club. Vi è una sorta dimaledizioneche aleggia sullaContinassa, quasi un misto di sfortuna e castigo. Lamalasortenon è sufficiente a spiegare la disfatta che si ripete puntualmente ogni stagione con interpreti esolisti acciaccatie fuori forma. L’addio diMassimiliano Allegridopo 5 anni di vittorie in Italia segna lafine naturale di un ciclo. Il livornese avrebbe potuto continuare solo con uncambiamentoradicale e unarifondazione della rosa. Ilboard bianconero, invece, preferisce cambiare ilmanicoe mantenere intatto (seppur con qualche innesto) ilparco giocatori. Lamossaricorda una specie di emulazione: il passaggio di consegne tra Arrigo Sacchi e Fabio Capello nel Milan vincente di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Gli esperti e ilgruppo storicopatiscono le battaglie vittoriose e i giovani faticano ad allinearsi allamentalità vincenteche richiede ilblasonato club: “Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”. Lecampagne di rafforzamentocon l’innesto di CR7, i parametri zero e i talenti di provincia sono le scelte operate delladirigenza juventinadopo l’abbandono di Beppe Marotta. Nove anni divittorie consecutive(In Italia) è unrecorddifficilmente battibile nelcalcio contemporaneo, ma le delusioni, le sconfitte e leamarezze d’oltreconfineabbattono le certezze, la fede calcistica degli amanti e dei visionari. Ilpacchetto arretratoè logoro e affaticato nonostante gli innesti di Demiral e de Ligt. Lamedianaè svuotata, assemblata male percaratteristichee capacità tecniche. E’ mancata la gamba, l’inserimento senza palla, la brillantezza fisicanegli strappie nelle ripartenze. Buoni giocatori statici che esigono lasfera sui piedi, sprovvisti nell’arginare il solco e proteggere le mura difensive,senza movimentiesenso del gol. Lacontraereaè sostenuta per stagioni da Gonzalo Higuain e Mario Mandzukic in fase calante e da CR7 unico mattatore dellaciurma. Dybala “laJoya” è collocato ai margini dell’attacco, spesso escluso per infortunio o scelta tecnica; un reparto che spesso è sembrato insufficiente anche dal punto divista numericoe la pletore (poco impiegata) diesterni offensivi. Il gioco iniziadal bassocon interpreti che sbagliano l’elementare gesto tecnico, ilpossesso palla è sterilecon fraseggi infruttuosi di minuti per subire le imbarcate degli avversari indemoniati. La mancanza diverticalitàsul green è evidente, così come l’incapacità dei singoli di saltare l’uomo sugli esterni creando superiorità numerica e l’intelligenza tattica di ripiegare per allungare i rivali. Juve: fino alla fine, fino al confine. Emanuele Peregowww.emanueleperego.itwww.perego1963.it